Il 2012 sarà un anno decisivo per i cambiamenti legislativi che regolamentano l’uso degli animali in ambito sperimentale. Entro il 10 novembre l’Italia dovrà infatti recepire la direttiva 2010/63/UE, che pone il divieto su tutto il territorio nazionale all’allevamento di cani, gatti e primati per poi condurre esperimenti scientifici e vivisezionarli. Green Hill, l’allevamento di cani beagle di Montichiari, in provincia di Brescia, avrà quindi vita breve.
“Abbiamo corretto i grandi errori della direttiva europea 63/2010
–spiega Michela Brambilla, ex ministro del Turismo presidente del
comitato ministeriale per la creazione di un’ “Italia Animal Friendly”- e
abbiamo introdotto in maniera importante e definitiva il principio per
cui l’utilizzo degli animali, in quanto esseri senzienti e portatori di
diritti, deve essere abbandonato in favore dello sviluppo di metodi
alternativi in vitro. Questo principio, solo in parte accolto dalla
direttiva europea, diventa centrale nella nostra impostazione”.
Cuore dell'emendamento riguarda la chiusura di Green Hill: “si tratta di un comma che ho scritto e voluto con molta determinazione - spiega la Brambilla -
in attesa che volga al termine l'inchiesta aperta presso il tribunale
di Brescia, aperta in seguito all'esposto che come ministro ho
presentato alla procura della repubblica e ai Nas lo scorso mese di
ottobre per denunciare le condizioni di maltrattamento degli animali
detenuti dentro la Green Hill, l' unica garanzia di risultato passa
attraverso l'approvazione di una legge che vieti tale censurabile
attività in Italia”.
La LAV esprime soddisfazione per il voto: “la
chiusura di Green Hill, il divieto di alcune forme di sperimentazione
sugli animali, l’incentivazione dei metodi alternativi, possono essere
una realtà grazie al testo proposto dalla Commissione Affari Sociali di
Montecitorio - dice l’associazione – si tratterebbe di
concreti passi in avanti, con nostro obiettivo l’abolizione della
vivisezione, per controbilanciare i nefasti effetti della direttiva
approvata a Bruxelles un anno e mezzo fa e che l’Italia deve recepire,
volente o nolente, entro il novembre prossimo”.
E nel frattempo, affinché non venga persa l’opportunità della sua approvazione, organizza,
insieme ad Enpa, Oipa, Limav, Lega nazionale per la difesa del Cane e
I-Care, un convegno proprio sull’emendamento votato, che si svolgerà mercoledì 1 febbraio presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati (ore 9-13). “La sperimentazione animale –spiega la Lega Antivivesazione- è
una pratica sempre più osteggiata sia dalla parte scientifica che
dall’opinione pubblica. Mai come negli ultimi mesi le proteste contro
l’utilizzo di animali nella ricerca hanno preso eco nei media e nella
popolazione. L’Italia ha la possibilità di dare voce ai cittadini che
rappresenta votando a favore di questo emendamento che darà modo di
tutelare tutte le cavie nell’ottica di raggiungere il traguardo di una
ricerca senza animali”.
L’Aidaa, però, non è affatto d’accordo e fa sapere in una nota che ricorrerà alla suprema corte contro questa legge se dovesse venire approvata in questi termini, “in
quanto a nostro avviso contraria alle normative vigenti in Italia per
la tutela degli animali a partire dalla legge 281/91 e quindi
inapplicabile sul nostro territorio nazionale”. Si tratterebbe di un provvedimento “sulla vivisezione e non contro la vivisezione”. Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA, aggiunge: “e
non ci vengano a dire che il nostro ricorso bloccherà la chiusura di
Green Hill, quell’allevamento vergogna può essere chiuso con una leggina
di un articolo della regione Lombardia e i cani possono essere
sequestrati, cosa tra l’altro non prevista dal cosi detto emendamento
Brambilla”. Ma la credibilità di Aidaa e del suo presidente,
Lorenzo Croce, accusato sul web di cavalcare la notorietà e di essere
attento più al sensazionalismo che al benessere reale degli animali, è,
ultimamente, sempre più in bilico.
Intanto, sulla vicenda, la replica della Lav è lapidaria: “chi
contrasta questo emendamento è chi vuole, di fatto, continuare a fare
di tutto, su tutti gli animali, e continuare a tenere aperti allevamenti
come quello di Green Hill in Lombardia. Per l’utilizzazione dei
randagi, infine, l’Italia ha già in vigore il divieto del loro utilizzo,
contenuto fin dal 1991 nella Legge 281 su cani e gatti”.
Roberta Ragni
Tratto da: www.greenme.com
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