Chi soffre di mal di testa da molto tempo se ne sarà accorto sicuramente: Ad un certo punto i farmaci contro la cefalea che si prendono smettono di fare effetto. O almeno è ciò che sembra. A fare luce sul fenomeno ci pensa uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Besta di Milano con quelli dell’università statunitense di Memphis: a causa di una alterazione che si viene a sviluppare nel malato, i farmaci smettono di curare ed iniziano ad alimentare il mal di testa.
Essenzialmente
si parla di una scoperta di tipo tecnico che verrà presto pubblicata
sulla rivista di settore Journal of Headache, e che rischia davvero di
cambiare l’approccio che milioni di persone in tutto il mondo attuano
nel confrontarsi con la cefalea. L’abuso di farmaci per combattere il
mal di testa infatti porterebbero ad una alterazione dei sistemi
cerebrali di controllo del dolore. Un azione così radicata possibile da
riscontrare anche sotto una particolare tipologia di risonanza
magnetica, la SPM8.
È
in quel momento che la cefalea cambia connotazione e viene riconosciuta
a livello internazionale come “medication overuse headache(MOH),
comunemente definita nel nostro paese come cefalea da abuso
farmacologico. Fino ad ora si trattava di una patologia “tratteggiata”
basata solamente sui racconti dei singoli malati. Grazie a questa
ricerca italoamericana ora è possibile avere delle prove. Ciò che è
necessario sottolineare riguarda le cellule nervose poste in esame: non
muoiono, ma si incorre ad una riduzione delle loro capacità di
funzionamento. Basta sospendere quel particolare farmaco del quale si è
abusato per vedere sparire tale “intossicazione” nel giro di 6 mesi.
Lo
studio sembra trovare implicita conferma dallo studio del Centro
Cefalee del policlinico universitario di Modena pubblicato su Journal of
Headache & Pain: gli scienziati si sono infatti accorti che proprio
coloro che abusano di farmaci contro il mal di testa sviluppano degli
stati di allodinia, ovvero soffrono di dolore anche nel portare avanti
azioni semplici come quelle del pettinarsi e del lavarsi.Tratto da: http://www.naturopataonline.org
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