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venerdì 13 gennaio 2012

Intolleranze alimentari: grandi novità scientifiche



Sulle intolleranze alimentari è stato detto di tutto. E fortunatamente si continuerà a parlare delle allergie alimentari ritardate (il vero nome scientifico di questo fenomeno) per molti anni a venire. La ricerca, a dispetto di chi minimizzava la loro importanza o riduceva il fenomeno all'invenzione di qualche ciarlatano, prosegue nella conferma di un fatto clinico non solo esistente ma di importanza fondamentale per la regolazione degli aspetti infiammatori immunologici e metabolici di ogni organismo vivente.
Il recentissimo lavoro del gruppo di gastroenterologi norvegesi, pubblicato a fine luglio 2010 su Alimentary Pharmacology & Therapeutics è in effetti molto semplice. Dopo avere scartato persone con alti livelli di allergia, gli intolleranti al lattosio e tutti i soggetti con una malattia infiammatoria intestinale già esistente (Crohn e Colite ulcerativa, per intenderci) sono state studiate attentamente le persone che riferivano una evidente sintomatologia intestinale alla assunzione di cibo e che non avevano delle evidenze allergiche nei confronti del cibo sospettato o nei confronti di altri alimenti: non avevano cioè Prick o RAST positivi verso i cibi. (Lied GA et al, Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul;32(1):66-73. Epub 2010 Mar 26).
I soggetti rimanenti invece documentavano la presenza molto ben misurabile, con differenze altamente significative rispetto ai controlli, di una particolare sostanza, prodotta da macrofagi, monociti e cellule dendritiche intestinali ed anche da altre cellule non immunologiche come le cellule della mucosa intestinale, delle ghiandole salivari e da cellule fibroblastiche o gliali situate nel cervello, nelle articolazioni, nella cartilagine.
Questa sostanza, dal simpatico nome di BAFF (B Cell-Activating Factor) ha delle caratteristiche interessanti. Non solo attiva l'infiammazione, ma regola ttraverso un controllo di segnale sui recettori delle cellule, la risposta allergica, la risposta dolorosa, la cicatrizzazione, l'attivazione metabolica, l'azione muscolare e l'attivazione di malattie come le malattie autoimmuni e la celiachia.
Non è poco per una sostanza che nessuno è mai andato a cercare fino agli ultimi anni. Si tratta di situazioni e ambiti in cui la reazione dovuta alle intolleranze alimentari è stata spesso chiamata in causa, come nel caso della Artrite Reumatoide, della Emicrania o delle patologie respiratorie croniche. Oggi altri dati si aggiungono a confermare queste indicazioni. Gli immunologi, i gastroenterologi, gli pneumologi e i reumatologi avranno di che discutere a lungo di questa novità.
Di fatto oggi possiamo affermare con certezza che:
  • Fenomeni di allergia alimentare ritardata, non dipendenti dalle Immunoglobuline E esistono e sono importanti per l'intera economia dell'organismo.
  • Non riconoscerlo significa essere fuori dalla scienza e solo trincerati nella difesa delle proprie torri d'avorio.
  • Fino ad oggi molti ricercatori si sono sentiti dare dei cretini (se non di peggio) per il semplice fatto di parlare di questa realtà. Oggi possono serenamente restituire l'insulto (ma ci auguriamo che non si abbassino al livello degli scienziati ascientifici che per primi hanno insultato).
Verrebbe quasi spontaneo finire con una battuta del grande Totò ricollegandosi alle modalità ormai usuali in molta scienza di oggi dove anziché lavorare sui dati si lavora sulle petizioni di principio. Si potrebbe pensare al famoso "Lei è un cretino... Si informi" ben sapendo purtroppo che chi vuole comunque tenere gli occhi chiusi, come nel caso delle accuse a Galileo, potrebbe continuare a farlo per i secoli futuri pur di difendere il proprio orticello.

per info su intolleranze alimentari: https://sites.google.com/site/masciasabrinabenessere

Di Attilio Speciani

Tratto da: www.eurosalus.com


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