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venerdì 13 gennaio 2012

Aspartame killer. Abituarsi anche a quello?




Si tratta del dolcificante artificiale più diffuso al mondo, e già da 10 anni il centro Ramazzini ha documentato la sua cancerogenicità sugli animali. Eppure nulla si muove e l'aspartame è presente oggi in oltre 6.000 prodotti tra alimenti, bevande e farmaci.
Anche questo ultimo e recente lavoro pubblicato da poco sull'American Journal of Industrial Medicine ha documentato l'incremento molto elevato di cancro del fegato e del polmone in animali (ratti di entrambi i sessi e topini maschi) che entravano in contatto con l'aspartame (E951) fin dalla vita intrauterina (ovvero quando la loro madre usava il dolcificante durante la gravidanza) (Soffritti M et al, Am J Ind Med. 2010 Dec;53(12):1197-206).
Ci si domanda dove stia il senno. Pensiamo che oggi i farmacisti ricordano alle donne in gravidanza che non devono prendere neanche la Vitamina C senza l'espressa indicazione del medico, mentre per l'assunzione dell'aspartame ci si accontenta di una norma che dispone di scrivere ad esempio sulle bibite a zero calorie (dolcificate artificialmente) che sono sconsigliate alle donne in gravidanza e ai bambini piccoli.
Provate a comperare in un bar una lattina di qualsiasi bevanda dolcificata artificialmente e provate a capire quanto sia tenuto in considerazione questo aspetto. Lo capite dalla facilità con cui leggerete l'indicazione; introvabile, illeggibile e minuscola.
Fa parte di uno dei paradossi della Scienza, che si permette di assalire e denigrare pratiche come l'omeopatia ma accetta l'utilizzazione addirittura nei farmaci di sostanze documentatamente pericolose, senza fare quasi nulla per impedirlo. La storia dell'aspartame è troppo connessa a realtà politiche e di lobby perché qualcuno riesca a districarla senza calpestare interessi commerciali miliardari; nei link sulla destra sono riportati articoli in cui Eurosalus ha già discusso negli anni passati di questo tema.
Il vero problema degli studi del Ramazzini è che gli stessi effetti si stanno studiando e verificando anche per altri tipi di dolcificanti artificiali e naturali, come il sucralosio, l'acesulfame e la stevia. Il problema quindi non è solo nella singola sostanza ma nella relazione  con il tentativo di dolcificare, sempre e comunque. Il segnale della dolcificazione può realmente essere pericoloso.
Cosa fare? Continuare a sperare che i nostri governanti facciano scelte per la salute e non solo per il denaro e finché non si realizzerà questa utopia aprire gli occhi e le orecchie e difendere se stessi e i propri cari con scelte consapevoli, come il caffè amaro o il tè con il suo gusto naturale oppure mangiando un frutto fresco anziché una merendina. Non troppo complicato...

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