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venerdì 14 dicembre 2012

Influenza: no all'abuso di antibiotici. Come prevenirla e curarla a tavola

In caso di raffreddore o influenza, gli antibiotici non servono ma, al contrario, possono avere gravi effetti collaterali e indurre una pericolosa resistenza.

Gli esperti dell’IPU (Irish Pharmacy Union) sostengono che  chi assume antibiotici per curare le malattie da raffreddamento o delle vie aeree virali come l’influenza, il raffreddore, il mal di gola o la tosse compromette il proprio stato di salute.

Secondo gli esperti il rischio derivante da un abuso degli antibiotici è quello di creare una situazione sanitaria da resistenza in cui si potrebbero manifestare i problemi infettivi dell’era pre-antibiotica, quando era difficile curare le infezioni batteriche e, per le quali, morivano molte persone.

“Molta gente non sa quando è il caso di prendere gli antibiotici e quando non lo è – ha spiegato il Presidente della IPU, dottor Rory O’Donnell, nel relativo comunicato – Gli antibiotici sono una medicina preziosa progettati solo per essere utilizzati per le infezioni causate da batteri. Purtroppo, gli antibiotici sono l’unica medicina il cui uso diffuso diminuisce la loro efficacia. E se assunti per il motivo sbagliato o se presi in modo non corretto, questo permette ai batteri di sviluppare resistenza agli antibiotici”.

Come prevenire e combattere, dunque, l'influenza? Un aiuto fondamentale per il rafforzamento delle difese immunitarie viene dal cibo. 

Ecco alcuni alimenti utili nella prevenzione dell'influenza.

Legumi
Grazie al loro alto contenuto di fibre, i legumi sono perfetti per il rafforzamento delle difese immunitarie in quanto contengono molto ferro che favorisce la produzione di anticorpi. Quando si è influenzati, poi, una zuppa o minestra di legumi contribuisce a dare al nostro corpo una piacevole sensazione di calore.

Mandorle
Le mandorle offrono al nostro organismo la vitamina E, potente anti-ossidante efficace nella prevenzione dei malanni di stagione. 

Verdura a foglia verde
Spinaci, coste, catalogna, cicoria e tutte le altre verdure a foglia verde sono ottime alleate del nostro sistema immunitario grazie a betacarotene (il precursore della vitamina A), calcio, magnesio e vitamina C in esse contenute.

Curcuma
Questa spezia attiva la proteina Camp in grado di contrastare alcuni virus e batteri all’origine dello stato influenzale.

Aglio e cipolla crudi
Aglio e cipolla sono potenti antibatterici, antivirali e antisettici naturali, in particolare se  consumati a crudo. Il consiglio è di assumere 2 spicchi al giorno di aglio fresco e di inserire la cipolla cruda nella propria alimentazione (ad esempio all’interno di insalate).

Kiwi
Grazie alla vitamina C in esso contenuta, questo frutto è un prezioso alleato per il nostro sistema immunitario. Si consiglia di scegliere kiwi da coltivazione biologica per assicurarsi una dose maggiore di vitamina C.

Tè nero e verde
Il tè è un valido aiuto nel rafforzamento delle difese immunitarie. In particolare, la teanina contenuta nel tè nero e le catechine del tè verde sono sostanze utili nella prevenzione delle infezioni virali.

Yogurt
Grazie ai suoi fermenti lattici vivi, lo yogurt offre tutti quei batteri probiotici che favoriscono la risposta immunitaria nel corpo. 

Salmone
Questo pesce contiene molta vitamina D, indispensabile nella formazione di sostanze antimicrobiche nell’organismo. 

Ostriche
Le ostriche sono ricche di sostanze antiossidanti capaci di contrastare sul nascere influenze e malattie da raffreddamento.


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Tratto da: informasalus.it

Allergie alimentari: tra le cause cloro e pesticidi nell'acqua di rubinetto


Cloro e pesticidi contenuti nell'acqua di rubinetto potrebbero essere tra le cause dell'aumento delle allergie al cibo negli ultimi anni. È quanto sostiene uno studio  dell'American College of Allergy, Asthma and Immunology pubblicato sulla rivistaAnnals of Allergy, Asthma and Immunology

Lo studio ha misurato i livelli di diclorofenoli nelle urine di 2548 dei 10348 partecipanti allo US National Health and Nutrition Examination Survey 2005-2006. dalla ricerca è quindi emerso che alti livelli di diclorofenoli, un componente chimico usato nei pesticidi e nelle acque clorate, nel corpo umano possono essere associati ad allergie al cibo.

“Alti livelli di queste sostanze possono portare a indebolire la tolleranza al cibo in alcuni soggetti, e quindi causare allergie”, ha spiegato Elina Jerschow, fra gli autori della ricerca. “Si tratta di un prodotto chimico comunemente contenuto nei pesticidi utilizzati dagli agricoltori, nell'acqua di rubinetto e negli insetticidi domestici”.

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, le allergie al cibo sono aumentate del 18 per cento fra il 1997 e il 2007. Le più comuni sono quelle al latte, alle uova, alle noccioline. 

In Europa più di 17 milioni di persone soffrono di allergie alimentari, di questi, 3,5 milioni hanno meno di 25 anni. L'aumento più rapido di episodi allergici si registra nei bambini e nei giovani, in particolare riguardo le reazioni piu' gravi che si manifestano in gran numero nei più piccoli.


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giovedì 13 dicembre 2012

Abuso di analgesici: quali rischi?


L'abuso di analgesici può compromettere la funzionalità del fegato. Eccessivi dosaggi di paracetamolo possono infatti portare all'insufficienza epatica acuta fino a sviluppare epatiti fulminanti. L'allarme è stato lanciato in occasione del congresso dell'associazione americana per lo studio delle malattie del fegato che si è tenuto a Boston lo scorso mese. Al congresso è stato presentato anche uno studio della North Western University di Chicago che mette in luce i rischi derivanti da un'assunzione inconsapevole di paracetamolo in soggetti che fanno uso di più farmaci contemporaneamente. 

Lo studio afferma che l'overdose da paracetamolo “è la principale causa di insufficienza epatica acuta in occidente, con un quinto di tutte le morti collegabili ad assunzione di paracetamolo dovute a overdose accidentali”. I ricercatori affermano che “un uso non intenzionale di combinazioni tra analgesici oppiacei e analgesici a base di paracetamolo con altri farmaci sempre contenenti questo principio, è una causa importante di tossicità epatica”.

Come ha sottolineato il gastroenterologo del policlinico Gemelli di Roma Antonio Gasbarrini “il paracetamolo va usato con cautela: a basse dosi è sicuro, ma a a dosi eccessive può distruggere il fegato”.  L'esperto ha sottolineato che in Italia non si registra una tendenza all'abuso come accade invece in Usa, complice anche il fatto che negli Stati Uniti il paracetamolo è vendibile tra i farmaci da banco. L'abuso tra gli americani è tale che l'epatite fulminante da paracetamolo e' qui la prima causa per i trapianti di fegato”. L'invito resta comunque quello alla cautela: “anche i farmaci apparentemente innocui  possono infatti essere pericolosi se usati in eccesso”.

L'abuso di analgesici, tuttavia, oltre a mettere in serio pericolo la funzionalità del fegato può aumentare il rischio di perdita d’udito. A sostenerlo è uno studio diffuso dal sito www.farmacovigilanza.org, servizio fornito dalla Società Italia di Farmacologia e di cui Terra Nuova riporta una sintesi.


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Tratto da: informasalus.it

domenica 4 novembre 2012

ZUCCA: regina dei ricostituenti d'autunno




Questo ortaggio dalla polpa giallo-arancio è una fonte preziosa di fibre e di vitamina C: cura raffreddori, costipazioni intestinali e debolezza immunitaria


Con la zucca fai scorta di vitamina E
La zucca proviene dalle zone calde dell'Asia, delle Americhe e dell'Africa: questo vegetale dalle dimensioni notevoli è ricco d'acqua, di sali minerali, di vitamine e povero di calorie (possiede 10-20 calorie per ogni 100 grammi). Si raccoglie la zucca in autunno quando ha raggiunto la piena maturazione e ha incorporato tutta l'energia del sole e del caldo estivo. Dopo la raccolta, si usa lasciarlo asciugare bene all'ombra per una decina di giorni e si ripone per la conservazione invernale in un locale asciutto e non troppo freddo. Per tutto l'inverno si avrà così a disposizione un preziosissimo concentrato di vitamine. E se in questo periodo dell'anno vogliamo proteggere le vie respiratorie dalle infiammazioni di stagione, la nostra alimentazione dovrà essere ricca, in particolare, proprio di vitamina C. Non c'è da fare altro, in novembre, che inserire la zucca tra gli ortaggi da mettere in tavola. 
 Un ortaggio superversatile
Possiamo assumerla sotto forma di dolce (torta di zucca), o come primo piatto (riso con la zucca o ravioli ripieni) o anche come secondo ( zucca al forno o "spadellata" con la noce moscata e la cannella). E se volessimo aumentare contemporaneamente anche l'apporto di ferro, ricordiamo di mangiarla stufata a tocchetti insieme a barbabietole e spinaci.
Aiuta chi soffre di stipsi
Non va trascurato il fatto che, oltre a essere una miniera preziosa di vitamine, la zuccapuò rivelarsi un ottimo regolatore per chi soffre di stipsi: questo vegetale, infatti, fa parte dei cosiddetti alimenti "rinfrescanti", ovvero aiuta chi, a causa di una vita sedentaria o di dieta sregolata, soffre di problemi intestinali. Preparate 200 g di polpa di zucca matura, frullatela insieme a una pera e aggiungete un cucchiaio di miele d'acacia. Assumete un cucchiaio abbondante di questa composta prima di coricarvi per una decina di sere. Inoltre durante la giornata, per favorire il transito intestinale, masticate anche un po' di semi dizucca: ripuliti dalla buccia ed essiccati al sole, hanno notevoli proprietà lassative. I semi della zucca, fra l'altro, contengono anche zinco e acidi grassi polinsaturi e servono a mantenere efficiente il nostro sistema immunitario.
Un ultimo suggerimento : sapete come scegliere la zucca sul banco del fruttivendolo? In base all'intensità del colore della polpa: più è forte e brillante più è ricca di betacarotene e di vitamina C.
Si assume anche in capsule: previene la cistite
Le capsule di estratto secco di zucca sono un rimedio eccellente per i disturbi delle vie genitali e urinarie: herpes, cistiti, ipertrofia prostatica, disturbi infiammatori in genere. Assumetene fino a 3 volte al giorno quando l'infiammazione è al culmine e poi seguire una cura di mantenimento di una capsula al giorno, per 2-3 settimane. È meglio di un antibiotico.


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Tratto da: riza.it

I semi della salute







I semi racchiudono al loro interno la massima concentrazione di valori nutrizionali di una pianta, perché devono essere in grado di garantire la sopravvivenza della specie. Per questo motivo al loro interno è presente tutto il codice genetico e i primi nutrienti per far crescere la nuova piantina.

Numerosi tipi di semi vengono usati da millenni nell'alimentazione umana, come quelli dei cereali. Frumento, riso, segale e molti altri sono presenti praticamente in ogni pasto, e anche le leguminose come piselli, soia, fagioli e simili compaiono spesso sulle nostre tavole.

Quelli forse che trascuriamo di più sono i semi oleosi, come mandorle, noci, nocciole, semi di girasole, semi di sesamo e simili. Le caratteristiche dei semi sono piuttosto diverse: i cereali forniscono prevalentemente carboidrati; le leguminose apportano proteine in quantità anche maggiori rispetto alla carne; i semi oleosi, come fa capire il nome, sono particolarmente ricchi di lipidi, anche se in composizione e percentuale diversa.

Un altro particolare importante: i semi oleosi si possono mangiare anche crudi! Essi costituiscono uno spuntino ideale, e ne bastano pochi per dare un piacevole senso di sazietà ed una carica di energia, senza la pesantezza spesso trasmessa da altri cibi confezionati. Sono indicati soprattutto per bambini e sportivi.

Valori nutrizionali

I semi oleosi sono sicuramente calorici, ma si tratta di un falso problema. Infatti è necessario tenere in considerazione il rapporto tra i vari nutrienti, soprattutto di quelli più preziosi come vitamine, sali minerali, oligoelementi, enzimi, acidi grassi, flavonoidi. Tenendo conto di questi aspetti, è migliore un alimento con un numero maggiore di calorie ma molto ricco in micronutrienti e con buon effetto saziante, rispetto ad uno ipocalorico ma con "calorie vuote", cioè scarso apporto di elementi indispensabili all'organismo e magari, per giunta, poco gratificante. Oltre tutto, uno studio americano di qualche anno fa ha dimostrato come la percentuale di obesità fosse minore tra la popolazione che mangiava abitualmente delle noci.

I semi oleosi sono anche importanti fonti di vitamina E (antiossidante) e di vitamine del gruppo B: in particolare, ricordiamo la B6 fondamentale per il sistema nervoso e la digestione, la B1, che assicura la salute del cuore, la B3 che contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. I semi ci assicurano anche buone quantità di zinco e selenio, due minerali noti per la loro efficace azione antiossidante in grado di contrastare l'invecchiamento delle cellule.

Contengono anche una quantità di fibre tali da favorire un ottimo bilancio finale tra entrate e uscite. Bastano poche mandorle o noci oppure un cucchiaio di semi di girasole o di sesamo per darci un piacevole e abbastanza duraturo senso di sazietà e una sferzata di energia.

Ultimo ma non meno importante, sono una buona fonte di acidi grassi insaturi “omega”, protettivi a livello vasale e cardiaco. Contribuiscono anche a ridurre il tasso di colesterolo totale, soprattutto quello LDL (“cattivo”), alzando invece l’HDL, considerato protettore delle arterie.

Per chi sono indicati

Il consumo di semi è utile per i bambini, che ne traggono vantaggio per la crescita del corpo e lo sviluppo della mente; per gli adulti, in quanto rappresentano un’importante fonte di energia, oltre a migliorare l'umore ed evitare carenze di principi fondamentali per la salute; per le persone di una certa età, per potenziare la memoria, ridurre i livelli di colesterolo e migliorare la fluidità del sangue.

Per le donne, che ne traggono beneficio in caso di sindrome premestruale, e in gravidanza per avere a disposizione le sostanze che aiutano il feto a svilupparsi regolarmente.

I semi di pompelmo
La pianta del pompelmo è una sempreverde, alta fino a 25 metri, originaria delle isole del Mar dei Caraibi. Il succo del frutto viene largamente utilizzato nell’industria alimentare; meno noto ma di grandissimo interesse terapeutico è l'estratto ottenuto dai suoi semi e dalle membrane che separano gli spicchi del frutto. Questi sono ricchi di flavonoidi e glicosidi come naringenina, rutinoside, didimina, esperidina, quercetina, canferolo, apigenina e diversi altri.

L'estrazione avviene per mezzo di macinazione e schiacciamento, con un procedimento brevettato, durante il quale si formano spontaneamente nuovi legami tra gli ingredienti. Sono sopratutto questi ad avere un effetto inibitore su quasi tutti i tipi di batteri, funghi, parassiti e alcuni virus facendone un antimicrobico ad ampio spettro.

L’estratto viene utilizzato per uso esterno in caso di micosi, infezioni (come vesciche ai piedi), o per l’herpes labiale. Può essere diluito in acqua per lavaggi dei piedi (azione igienizzante e deodorante), contro infezioni vaginali e cistiti, per sciacqui gengivali (contro infiammazioni delle gengive e alito cattivo), per gargarismi (gola arrossata, afonia). Può essere diluito in olio per la pulizia delle orecchie e per combatterne infezioni di vario tipo (otite) e per l'applicazione su parti delicate di pelle.

È possibile utilizzarlo anche per uso interno, diluito in acqua, da bere in caso di raffreddore, influenza, infezioni gastro-intestinali, candida albicans e altre parassitosi. Poco adatto come rimedio per l’infanzia, in quanto l’estratto ha un sapore molto amaro.


Tratto da: informasalus.it

Dieta anti-acidosi




Dolori articolari, stanchezza, stitichezza e sovrappeso sono spesso i sintomi dell'acidosi, cioè di un eccesso di acidità nell'organismo; ecco come combatterla


L'acidosi 
Dolori articolari, sovrappeso difficile da riequilibrare, stitichezza, stanchezza che non passa anche quando ci si riposa... potrebbe essere tutto causato da una condizione di acidosi, vale a dire la disposizione dell'organismo a sviluppare troppa acidità. E questo accade spesso, soprattutto a causa della nostra dieta quotidiana. I cibi raffinati, la poca verdura e frutta nell'alimentazione sono infatti la causa primaria di questo problema oggi assai diffuso. Seguici e scopri con noi cosa fare in caso di acidosi... 
Sintomi principali di acidosi 
Questi sono i sintomi con cui si presenta l' acidosiinsonnia, ritenzione idrica, occhi infossati, artrite reumatoide, emicranie, pressione sanguigna anormale, feci secche, dure e maleodoranti accompagnate da una sensazione di bruciore all'ano, stipsi alternata a diarrea, difficoltà di deglutire, bruciore alla bocca e/o sotto la lingua, denti sensibili all'aceto e alla frutta acida e bozze sulla bocca o sulla lingua. 
Possibili cause dell'acidosi 
Ecco le cause più comuni dell' acidosi: Cattiva alimentazione (eccessi di dolci, sale, fast food, grassi saturi ecc.); obesità; emozioni e stati d'animo come rabbia e  paura; stress;anoressia; tossiemia; febbre; eccesso di niacina e/o vitamina C; assunzione di alcuni farmaci, per esempio l'aspirina; disturbi ai reni, al fegato e surrenali.
Sebbene possa sembrare che gli agrumi abbiano un effetto acido sul corpo, l'acido citrico che contengono in realtà ha un effetto alcalino sul sistema e trasforma l'anidride carbonica in acqua. Per il trattamento dell'acidosi, cominciate prendendo piccole quantità di agrumi che aumenterete gradualmente. 
TEST acido e alcalino 
Con questo test potrete determinare se i liquidi del vostro organismo sono troppo acidi o troppo alcalini.
Acquistate della carta nitrazina e applicatevi saliva e/o urina. Eseguite il test sempre prima di mangiare, oppure almeno un'ora dopo aver mangiato. La carta cambierà colore indicando se il vostro sistema è troppo acido o troppo alcalino. La cartina di tornasole rossa diventa azzurra in presenza alcalina, mentre quella azzurra diventa rossa in presenza acida.
L'acqua è neutra con un pH di 7,0. Qualsiasi cosa con un pH sotto il 7,0 è acida, mentre qualsiasi cosa sopra il pH 7,0 è alcalina. Il tasso ideale di pH per la saliva e l'urina è da 6,0 a 6,8. Il nostro corpo è per natura un po' acido, quindi i valori inferiori a un pH 6,3 devono venire considerati troppo acidi, e i valori superiori a un pH 6,8 troppo alcalini.
In base al risultato del vostro test, consumate gli alimenti elencati qui di seguito.
Se il test indica un estremo o l'altro, evitate gli alimenti che formano liquidi acidi o alcalini fino a quando un test successivo dimostrerà il ritorno alla normalità. Gli alimenti che producono alcalinità dovrebbero essere consumati quando il corpo è troppo acido (pH sotto il 7), e gli alimenti che formano acidità quando il pH è troppo alcalino. Alimenti a bassi livelli acidi e bassi livelli alcalini sono considerati neutri.  
Alimenti a contenuto acido 
alcol
asparagi
cacao
caffè
carne
cavolini di Bruxelles
ceci
crauti
fagioli
farina d'avena
farina di mais
farinacei
ketchup
latte
legumi
molluschi
olive
pasta
peperoni
pesce
pollame
senape
tagliatelle

uova
zucchero
Alimenti a basso contenuto acido
burro
cereali (la maggior parte)
formaggio
frutta (in scatola/glassata)
frutta (secca solforata)
gelato al latte (fatto in casa)
gelato di crema
noce di cocco (essiccata)
semi e noci (la maggior parte)
Alimenti a contenuto alcalino 
Albicocche
arance
avocado
datteri
frutta
limoni
mais
melassa
meloni
miele
miglio
pompelmo
sciroppo d'acero
soia
uva
uva secca vegetali
Alimenti a basso contenuto alcalino 
castagne
fagioli lima
grano saraceno
latticini fermentati
mandorle
melassa (l'estratto)
miglio
noce di cocco (fresca)
noci brasiliane
Nota. Le prugne secche, i mirtilli neri e le susine formano acidità, predisponendo l'organismo a questa condizione. I frutti crudi diventano acidi se viene loro aggiunto zucchero, come tutti gli altri alimenti. Formano acidi anche alcol, farmaci, aspirina, tabacco e aceto.
Integratori consigliati
- Kelp: 5 compresse al giorno. Riduce gli acidi nel corpo. Aiuta a mantenere un corretto equilibrio minerale.
- Potassio: 1 fiala di oligoelemento, la mattina a digiuno. Incrementa il metabolismo. Aiuta a mantenere il giusto pH nel sangue.
- Vitamina A: 50.000 UI per 1 mese, quindi ridurre a 25.000 UI.
- Complesso vitaminico B: 100 mg 2 volte al giorno.
Erbe 
Assumere 30 gocce di soluzione idroalcolica di luppolo in un po' di acqua, 2-3 volte al giorno all'occorrenza. Proseguire il trattamento per 2 mesi.
Suggerimenti pratici 
- La dieta è importante. L'acidosi è provocata da un consumo eccessivo di proteine animali, da troppi « cibi spazzatura» e alimenti cotti. Una volta ingeriti, gli alimenti cotti e trattati diventano acidi. Riducete la quantità di carne bovina e suina.
- Evitate alimenti grassi, cereali, cracker, fagioli, farinacei, pasta, uova e zucchero.
- Le susine, le prugne secche e i mirtilli neri non si ossidano e quindi rimangono acidi nel corpo: evitateli fino a che la situazione non migliora.
- Mangiate il 50 per cento di alimenti crudi, come ananas, avocado, banane, limoni, mele, pere, pompelmi, uva e vegetali. La frutta fresca e i vegetali riducono l'acidosi.
- Consumate tutti i giorni il brodo di patate pelate.
- Esternamente, applicate delle compresse di zenzero nella zona dei reni.
- Imparate a respirare profondamente.
- Controllate il pH nella vostra urina usando il test della cartina di tornasole.


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Tratto da: riza.it

I cibi amici del sistema immunitario





L’aceto di mele e lo zenzero sono due degli alimenti protettivi da privilegiare  in autunno: ma ne esistono molti altri da integrare nella dieta: eccoli….
Il sistema immunitario si aiuta anche a tavola. Come? Privilegiando i cibi di stagione, privi di conservanti e ricchi delle sostanze giuste per supportare l’organismo in quel particolare periodo dell’anno. Non solo: riducendo gli alimenti ricchi di grassi saturi e zuccheri raffinati, che a torto sono considerati fonti di energia per contrastare i rigori del freddo: in realtà questi alimenti intasano l’organismo di scorie e rendono il corpo meno reattivo di fronte all’aggressione dei virus. Ecco allora qualche suggerimento per una dispensa intelligente, a prova anche di influenza...

I 5 cibi ricostituenti che migliorano la risposta immunitaria
Zenzero
In polvere oppure fresca, a rondelle, questa radice protegge dal raffreddore, dalla tosse e dal catarro: 2-3 fettine lasciate in infusione 10 minuti in una tazza d’acqua bollente proteggono bronchi e polmoni. Bevi l’infuso dopo cena.
Aceto di mele
Diuretico e drenante, stimola il corpo a liberarsi dalle tossine che rallentano la normale funzionalità metabolica. Al cambio di stagione bevine un cucchiaio da minestra sciolto in mezzo bicchiere d’acqua tiepida la mattina a digiuno.
Lievito di birra
È un cibo-alleato per ripulire l’intestino soprattutto dopo una terapia con antibiotici; stimola le difese organiche, e agisce come ricostituente naturale generale. In erboristeria si trova in tavolette (da assumere a digiuno, una al giorno).
Pappa reale e miele
Sono efficaci immunostimolatori, ricchi di vitamine, antibiotici naturali, enzimi e oligoelementi: un cucchiaino la mattina per un mese prima di colazione innalza il livello energetico generale e aiuta a fronteggiare gli attacchi dell’influenza.
L’aiuto in più: il resveratrolo dell’uva
Oltre che per le sue virtù antinvecchiamento, il resveratrolo, un potente antiossidante estratto dall’uva, ci aiuta anche a garantirci anticorpi inattaccabili! Non a caso fin dall’antichità l’uva e ancor più il vino erano ritenuti degli autentici elisir di lunga vita. Antibatterico e antivirale, ricco di tannini e resveratrolo, il vino (in particolare quello rosso) in caso d’aggressione da parte dei virus ne distrugge la capsula protettiva, annientandoli. Se soffri spesso di infezioni respiratorie, per tutta la stagione fredda prendi una capsula di resveratrolo al giorno. E quando i sintomi (tosse, raucedine, naso che cola, mal di ossa) sono più acuti, la sera bevi una tazzina di vin brûlé, preparato con vino rosso, zenzero, cannella e chiodi di garofano.


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Tratto da: riza.it

venerdì 2 novembre 2012

Zucca: proprietà e benefici




Dopo essere andati alla scoperta delle proprietà dei semi di zucca, parliamo ora di questo ortaggio che, a seconda delle varietà, può essere di stagione nel nostro Paese sia in estate che in autunno. La zucca viene largamente utilizzata in cucina per il suo delizioso sapore, ma i suoi estratti sono da tempo noti nella medicina naturale per i loro effetti benefici sulla nostra salute.


La zucca può essere facilmente coltivata nei nostri orti. Le sue piante danno origine, oltre ai frutti che ben conosciamo, a dei fiori gialli commestibili che sono ottimi da gustare crudi in insalata, come condimento per la pasta, oppure cotti in una pastella composta da acqua e farina di ceci, oppure da farina di grano e birra.
Essa è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae. Dai suoi semi può essere ricavato un olio benefico che può essere utilizzato in cucina come condimento a crudo o sulla pelle per via delle sue proprietà emollienti e lenitive. Come altri frutti o ortaggi dalla polpa di colore giallo-arancio, la zucca è ricca di sostanze antiossidanti e di beta-carotene, un componente che può essere utilizzato dall'organismo per la formazione dellavitamina A.
Ciò aiuta il nostro corpo nei processi di rigenerazione cellulare e nel ritardare l'invecchiamento causato dal trascorrere del tempo e dal logoramento dei tessuti cutanei e corporei. La polpa di zucca contiene vitamine ed in modo particolare: pro-vitamina A, vitamina E e vitamina C. Non mancano inoltre sali minerali ed enzimi benefici. Della zucca possono essere consumati anche i semi, dopo averli accuratamente sciacquati, asciugati e tostati, per via del loro prezioso contenuto di lecitina, tiroxina, fosforo, vitamina A e vitamine del gruppo B.
L'olio estratto dai semi di zucca è raccomandato per ridurre il quantitativo di colesterolo in eccesso presente nel sangue. In generale, la zucca, con riferimento alla sua polpa, viene considerata come un alimento protettivo contro l'insorgere di patologie cardiache, soprattutto per via del suo elevato contenuto di antiossidanti. La zucca ha proprietà lassative e viene dunque consigliata in caso di stitichezza e di irregolarità intestinale. Il consumo della zucca permette di migliorare la digestione e l'eliminazione delle tossine a livello dell'intestino e del fegato.
Attraverso l'impiego di una centrifuga, dalla polpa di zucca può essere ricavato un ottimo succo, dalle proprietà benefiche riconosciute. Il succo di zucca è indicato in caso di ulcera e di particolari condizioni di acidità all'interno dell'apparato digerente. La medicina naturaleconsiglia, in questi casi, di consumare un bicchiere di succo di zucca tre volte al giorno, un'ora e mezza prima dei pasti. Ad esso sono state inoltre attribuite proprietà di prevenzione nei confronti dei tumori.
Il consumo del succo di zucca, e della stessa polpa di zucca, viene consigliato in caso di insonnia, poiché ad esso vengono attribuite delle efficaci proprietà sedative. Il consumo della zucca è inoltre indicato da parte della medicina naturale in caso di scompensi ormonali durante l'adolescenza e la menopausa. Il consumo di semi di zucca e di polpa di zucca è ritenuto benefico nell'eliminazione dei parassiti intestinali, contro i quali essa rappresenta un vero e propriorimedio naturale privo di controindicazioni.
Per quanto riguarda gli usi esterni, l'applicazione della polpa di zucca o dell'olio di semi di zucca viene raccomandata nel trattamento di stati infiammatori della pelle, di episodi di prurito o di arrossamento, oltre che di scottature o ascessi. La zucca riesce ad ammorbidire la pelle e a contrastare il processo infiammatorio delle mucose. Le sue proprietà emollienti la rendono benefica in caso di punture di insetti. Dei piccoli cataplasmi preparati con della polpa di zucca cotta e frullata o semplicemente schiacciata possono accelerare la guarigione delle punture di insetti. I cataplasmi dovranno essere sostituiti quotidianamente, fino a quando i segni dellapuntura di insetto non saranno completamente scomparsi.
Per le loro proprietà lenitive e antiossidanti, sia l'olio che i semi di zucca vengono utilizzati in cosmesi nella preparazione di creme o di maschere anti-invecchiamento adatte a mantenere un aspetto sempre giovane. Una maschera per il viso lenitiva e purificante può essere ottenuta schiacciando con una forchetta una fettina di zucca lessata o cotta al vapore, dopo averla lasciata raffreddare. L'effetto emolliente sarà dato dalla polpa di zucca stessa, mentre l'effetto purificante verrà conferito grazie all'aggiunta nella sua preparazione di un cucchiaio di succo di limone ricavato dalla spremitura di frutti biologici o non trattati.
Molti non sanno che la zucca può essere consumata cruda, in modo tale che il suo contenuto vitaminico venga mantenuto intatto. Può essere altrimenti cucinata al vapore, al forno, stufata o lessata. E' ottima per la preparazione di vellutate e la sua polpa può essere bollita e frullata per preparare una salsa per il condimento della pizza o della pasta, in sostituzione della salsa di pomodoro. La zucca è ottima anche in abbinamento ai risotti e la sua polpa cotta e frullata può essere inserita tra gli ingredienti per la preparazione di un ottimo pane casereccio, che acquisterà il caratteristico colore giallo-arancio, oltre che un ottimo sapore.
Una volta aperta e tagliata una zucca, i suoi semi non dovranno essere gettati. Potranno infatti essere sciacquati, asciugati e lasciati essiccare all'aria aperta, al fine di poterli conservare all'interno di sacchetti di carta e di seminarli in primavera, a partire dal mese di aprile, preferibilmente in semenzaio. Possono altrimenti essere tostati in forno per 15-20 minuti a 180°C e consumati come spuntino o utilizzati come condimento. Infine, il consumo di zucca viene consigliato come rimedio naturale in caso di colite. La polpa deve essere lessata e schiacciata per formare una purea, che potrà essere consumata come contorno una volta al giorno o utilizzata per la preparazione di una vellutata o di una zuppa di zucca dalle spiccate proprietà benefiche per l'intestino.

Tratto da: greenme.it

domenica 28 ottobre 2012

Giallo sul ritiro dei vaccini. Dati segreti per settimane










Il caso dei vaccini della Novartis, ritirati dal mercato per grumi dentro le fiale, diventa un giallo. È mercoledì mattina quando Giorgio Ciconali, alla guida della Prevenzione dell'Asl di Milano, vede svanire in un colpo solo il rifornimento di un terzo dei vaccini. Ben 75 mila dosi di antifluenzale, tutte del tipo Fluas, una delle vaccinazioni bloccate dalla Novartis (insieme con l'Agrippal, l'Influpozzi adiuvato e l'Influpozzi subunità). Un fulmine a ciel sereno come lo è stato per il ministero della Salute che, fino al 18 ottobre, è rimasto all'oscuro dei problemi di sicurezza che hanno portato allo stop di 3 milioni di vaccini (in aggiunta ai precedenti 2,3 della Crucell). 

Ma, mentre le autorità non sapevano nulla delle difficoltà dellaNovartis, c'è chi da quasi 20 giorni era al corrente per lo meno degli intoppi di produzione sul Fluad. Sono le farmacie. “si informano i clienti che l'Azienda Novartis Vaccines Italia ha reso noto che, per il periodo 2012/2013, non produrrà il vaccino Fluad e posticiperà la produzione di Agrippal a fine ottobre”. È quanto scritto dall'Unione farmaceutica milanese, un'azienda di distribuzione, alle farmacie che doveva rifornire.

La lettera è datata 2 ottobre. Ma com'è possibile che chi deve vendere i vaccini fosse informato sui problemi delle fialeNovartis prima di chi deve vigilare sulla loro sicurezza? Succede che una parte di vaccini è venduta dalle farmacie a pagamento al singolo cittadino, mentre un'altra (12 milioni di dosi in totale) serve per vaccinare prevalentemente gli over 65enni e i malati cronici. E sono le Asl a scegliere con gare pubbliche da quale azienda farmaceutica comperare. Su questo fronte, i dati sono stati tenuti segreti per settimane dalla Novartis. 

I motivi restano da chiarire. Può essere stato un semplice disguido (magari nella convinzione di risolvere la situazione) o può avere giocato un ruolo il timore di pregiudicarsi il mercato. Per ora gli unici dati di fatto sono due. Il primo è cosa ormai nota: Novartis sapeva delle anomalie di alcuni lotti dell'11 luglio scorso. Il secondo è la dichiarazione del ministro della Salute, Renato Balduzzi. “Il ministro ha stigmatizzato il comportamento di Novartis nella vicenda dei vaccini – si legge nella nota stampa -. L'azienda, pur ribadendo che i suoi vaccini sono sicuri e che l'efficacia delle dosi non è comunque compromessa, ha ammesso le proprie responsabilità in ordine dapprima alla mancata e poi all'imperfetta comunicazione all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) circa i controlli eseguiti su lotti della produzione”.

Su mandato della stessa Aifa ieri i Nas si sono recati allo stabilimento Novartis di Siena. Ora l'obiettivo delle autorità pubbliche è verificare la documentazione e analizzare i campioni di vaccino con le anomalie. Per informare i cittadini è stato attivato il numero verde 1500 (in funzione sette giorni su sette dalle 9 alle 18).

Tratto da: informasalus.it

Allergie e asma: rischio in aumento con una dieta ricca di carne









Una dieta ricca di carne o grassi saturi potrebbe essere all'origine di tante allergie, riniti o febbri da fieno. A sostenerlo è una recente ricerca realizzata dai ricercatori australiani della University of Western Sidney e pubblicata sul Nutrition Journal.

La ricerca ha coinvolto oltre 156mila uomini e donne, di cui è stato analizzato lo stile di vita e la dieta seguita.

Dalle analisi è emerso che il consumo maggiore di carne e alimenti in genere ricchi di grassi saturi ha fatto aumentare dal 10% al 25% il rischio di sviluppare una forma di asma (AS) e/oasma o rinite allergica (AS/HF).

Sono state rilevate tuttavia differenze di risposta alla dieta da parte di maschi e femmine.
In generale i ricercatori hanno scoperto che il consumo di carne era direttamente collegato con l’asma. Nel caso del consumo di formaggio il rischio aumentava soltanto negli uomini, mentre nelle donne sembra avesse un effetto protettivo, così come il pane integrale.

Anche il pollame e il pesce sono risultati collegati all’aumento del rischio di asma e febbre da fieno, sia nelle donne che negli uomini.

“Osservando le analisi per entrambi i sessi – ha spiegato il dottor Rosenkranz, coordinatore della ricerca – le diete in genere ad alto contenuto di carne, in particolare le diete caratterizzate da un maggiore consumo di pollame, pesce e carni rosse e lavorate nelle femmine, e le diete caratterizzate da una maggiore quantità di carne rossa, carni lavorate, e il consumo di formaggio nei maschi, sembrano essere fattori di rischio diagnosi per AS e AS/HF in questa popolazione”.


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Tratto da: informasalus.it