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mercoledì 18 gennaio 2012

La medicina non convenzionale: quando la regolamentazione




Negli ultimi anni  sta sempre più prendendo campo la cosidetta Medicina non convenzionale . Un insieme insieme di pratiche , metodologie e filosofie più disparate , essenzialmente provenienti dai paesi orientali ( Cina , India) , tutte basate essenzialmente sull’idea che corpo e mente sono essenzialmente legate e che il nostro corpo possiede già in esso le capacità di autocurarsi. Questo approccio è chiamato visione Olistica dell’uomo ; nella concezione olistica, oltre alla considerazione che tutto e’ interconnesso e ciò che accade in un luogo si ripercuote istantaneamente su tutto ciò che esiste, si assume che OGNI PARTE CONTIENE L’INTERO; in ogni nostra cellula e’ riprodotto l’intero programma della nostra salute, noi siamo tutto ciò che esiste e tutto ciò che esiste e’ in noi, dentro di noi vi e’ l’intero universo. Le discipline che adottano questa visione sono innumerevoile , non sto ad elencarle tutte in quanto sarebbe un  lungo elenco, quello che interessa è che non esiste in Italia una regolamentazione organica di queste discipline terapeutiche. Sono stati adottati dei provvedimenti di alcune regioni , nel quadro di una regolamentazione sanitaria. La Toscana in particolare ha firmato un protocollo atto a riconoscere le associazioni delle professioni non regolamentate e l’adozioni di codici deontologici dell’operatore. A livello nazionale non esiste una di regolamentazione, tranne che per diverse proposte di legge , mai approvate, anche per una certa resistenza della Medicina tradizionale. Questo va in contrasto con la libera scelta terapeutica e pure sul pluralismo scientifico per un progresso della scienza che si traduce in un migliore benessere per gli esseri umani. La Medicina non convenzionale non è in contrasto con la medicina convenzionale , la integra e supporta cercando in unione la migliore terapia e la risoluzione nel minore tempo le patologie. Sarebbe il momento di riconoscere ufficialmente e dare delle regole ad un settore ormai che non è più di nicchia ma che investe milioni di persone in Italia , rischiando così di far proliferare operatori senza una preparazione adeguata a rischio dei soggetti che affidano il proprio benessere a figure non professionalmente all’altezza.

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