"Il digiuno non ha  mai  guarito nessuno e mai potrà farlo, chi pensa che il digiuno  guarisca da  malattie e disintossichi, oltre che un folle è anche un  ciarlatano". 
Sono   queste le prime frasi che sentì nel 1989, quando partecipai in  Inghilterra  ad un corso di approfondimento sugli effetti sulla salute  della pratica del  digiuno. Quelle  parole mi destabilizzarono, poiché  proprio uno dei più grandi esperti al mondo  sul digiuno ne stava  confutando gli effetti, attaccando inoltre uno dei  capisaldi della  Natural Hygiene.
Poi, continuò: "La  Ferrari è un mezzo potente  e veloce, forse uno dei più veloci per  arrivare a Londra, partendo da  Liverpool, ma possedere una Ferrari non  ci garantisce assolutamente il  raggiungimento dell'obiettivo. La    Ferrari bisogna saperla guidare! Conoscere profondamente le  sue  potenzialità, caratteristiche etc., e la Ferrari è solo un mezzo,  uno  strumento, come lo è il Digiuno. Chi di voi affiderebbe una Ferrari a un  ragazzo  o ad un neopatentato? Anche il Digiuno è uno strumento, un  mezzo che possiamo  utilizzare per ottenere risultati; ma non basta la  lettura di qualche libro per  diventare degli esperti. Se mal gestito,  il Digiuno è pericoloso quanto una  Ferrari mal guidata”.
Tutto mi si chiarì, avevo sempre pensato che fosse il  Digiuno ad essere “terapeutico”,  quelle parole invece mi avevano fatto capire  che è l’organismo vivente  che ha la possibilità di utilizzare un potente  strumento qual'è il  Digiuno per attuare il proprio processo di  disintossicazione.                       
Il Digiuno è un riposo   fisiologico che può essere uno strumento molto potente, ma che può anche  avere  effetti deleteri per l’organismo: per raggiungere l’obiettivo  prefissato  evitando pericolose conseguenze, è necessario che sia  affrontato con competenza  e possibilmente con l’ausilio di un  professionista.
Nel   1984, innamorato degli scritti di H. Shelton, sperimentai il digiuno  per 30  giorni, da allora pratico un giorno di digiuno la settimana. -  Dr Cocca
"Anche gli stolti sanno digiunare, è nella rialimentazione che ci  vuole competenza". Gandhi
IL DIGIUNO E’  UN RIPOSO FISIOLOGICO
Tutti noi abbiamo osservato che quando un animale è malato, smette di mangiare e si accovaccia in un luogo riparato per riposare, anche per parecchi giorni, fino a quando il proprio corpo dall'interno e senza nessun intervento esterno lo guarisce.
Grazie a questo principio già enunciato da Ippocrate "VIS MEDICATRIX NATURAE" e riconfermato da Paracelso "La natura è un grande medico e questo medico l'uomo lo porta in sé". Il Dr. Shelton riuscì a guarire, con digiuni che andavano dai 21 ai 42 giorni, paralisi, allergie, artriti, schizofrenia, calcolosi e malattie epatiche, ma anche sclerosi a placche, leucemie e tumori.
Il punto critico di questa terapia risiede nel saper distinguere il momento in  cui si passa dalla fase dell'autolisi (il corpo si nutre prelevando le proprie  riserve: grassi, cisti, pus, cellule morte, etc.) alla fase dell'inanizione (crisi irreversibile che conduce alla morte).
A tale proposito è opportuno smentire quanto viene sostenuto in molti testi in auge negli anni cinquanta e sessanta nelle Università italiane, tuttora accreditati da molti illustri personaggi dei mondo accademico, cioè che durante il Digiuno, specie se prolungato, le cellule nobili dell'organismo, tra le quali quelle cerebrali, vengono danneggiate irreparabilmente.
Il Dr. Shelton ha seguito, fino alla remissione della malattia, digiuni della durata di 60 - 90 e 120 giorni.
Oggi esistono molti studi scientifici, uno per tutti quello sulla fisiologia di Yeo, che mostra le perdite subite dall'organismo, in caso di privazione di cibo fino alla morte, da questi studi si rivelano perdite progressive in queste percentuali: grassi 97%; muscoli 30%; fegato 56%; milza 63%; sangue 17%; centri nervosi 0%.
Un'ampia e documentata osservazione fisiologica, oltre che una bibliografia vasta ed omogenea, indicano chiaramente quando il paziente sta passando dall'autolisi all'inanizione.
La Digiunoterapia, praticata in centri appositi, consente il continuo monitoraggio del paziente, per questo motivo riteniamo che sia giunto il momento di regolamentare la digiunoterapia come pratica medica, al fine di garantire i pazienti e i medici che intendano avvalersi di questa pratica naturale e ultra millenaria.
A tale proposito è opportuno smentire quanto viene sostenuto in molti testi in auge negli anni cinquanta e sessanta nelle Università italiane, tuttora accreditati da molti illustri personaggi dei mondo accademico, cioè che durante il Digiuno, specie se prolungato, le cellule nobili dell'organismo, tra le quali quelle cerebrali, vengono danneggiate irreparabilmente.
Il Dr. Shelton ha seguito, fino alla remissione della malattia, digiuni della durata di 60 - 90 e 120 giorni.
Oggi esistono molti studi scientifici, uno per tutti quello sulla fisiologia di Yeo, che mostra le perdite subite dall'organismo, in caso di privazione di cibo fino alla morte, da questi studi si rivelano perdite progressive in queste percentuali: grassi 97%; muscoli 30%; fegato 56%; milza 63%; sangue 17%; centri nervosi 0%.
Un'ampia e documentata osservazione fisiologica, oltre che una bibliografia vasta ed omogenea, indicano chiaramente quando il paziente sta passando dall'autolisi all'inanizione.
La Digiunoterapia, praticata in centri appositi, consente il continuo monitoraggio del paziente, per questo motivo riteniamo che sia giunto il momento di regolamentare la digiunoterapia come pratica medica, al fine di garantire i pazienti e i medici che intendano avvalersi di questa pratica naturale e ultra millenaria.
DEFINIZIONE DI DIGIUNO
Penso  che il Digiuno sia  uno di quei processi di cui si ritiene di sapere molto, ma "in realtà"  c’è molta confusione,  rendendolo così una pratica poco  conosciuta e  diffusa. Tant’è che avrei voluto  scrivere un libro intitolato: “Quasi Tutto quello che conosciamo su digiuno è  falso”.
Ci sono poi coloro che interrompono il digiuno più frequentemente e con grandi quantità di cibo ma, paradossalmente, a volte si ritrovano con meno energie e più “zavorra” nell’organismo.
Quindi, riprendo la definizione che venne data ad un congresso: “Il digiuno è l’intervallo tra un pasto e l’altro”.
Ma il digiuno è da considerarsi una pratica (utilizzata sin dalla notte dei tempi) per ottenere risultati sul piano mentale e fisico, ma anche emotivo e spirituale.
PERCHE' DIGIUNARE? (DISINTOSSICARSI - TOSSIEMIA)
Analizziamo cosa succede al corpo durante il periodo di digiuno, partendo dalla nozione di metabolismo. Il metabolismo è il complesso delle reazioni chimiche e fisiche che avvengono in un organismo (o in una sua parte) e si divide in due insiemi di processi:
- anabolismo, che produce molecole complesse a partire da molecole più semplici - costruzione;
- catabolismo, che comporta la degradazione di molecole complesse in molecole più semplici - distruzione.
L'attività metabolica produce  continuamente scorie che eliminiamo attraverso gli organi escretori (reni,  fegato, intestini, pelle, e vie respiratorie etc.).
In ogni organismo vivente il cibo, dopo essere stato digerito, viene assimilato dalle cellule, che in seguito eliminano le scorie metaboliche (cataboliti).
Molte sono le energie che il nostro corpo impegna per la digestione, per cui mangiando in continuazione e male, al nostro organismo restano poche energie a disposizione per eliminare tutte le scorie prodotte dall'attività catabolica e digestiva; tali scorie quindi si accumulano e producono una condizione di tossiemia (per le altre cause che determinano una diminuzione delle energie leggere “tossiemia e salute”).
Durante il digiuno, l'apparato digerente riposa, cosicché buona parte delle energie dell'organismo possono essere utilizzate per lo smaltimento dei “rifiuti”, ossia delle ''tossine''.
Non assumendo cibo dall'esterno, il corpo si nutre delle proprie riserve, innescando un processo chiamato autolisi (digestione dei propri tessuti). L’autolisi è sempre guidata dalla nostra meravigliosa Vis Medicatrix Naturae (intelligenza somatica): i tessuti sono persi o consumati in ragione inversa alla loro utilità. E' metabolizzato per primo il glicogeno epatico, poi il tessuto adiposo, vengono riassorbiti tessuti anormali (cisti, tumori, ascessi, cellulite, edemi, trombi, etc.). I centri nervosi e le strutture indispensabili alla vita sono intaccati quando subentra l' inedia o fame acuta, cioè quando sono finite tutte le riserve metaboliche.
In ogni organismo vivente il cibo, dopo essere stato digerito, viene assimilato dalle cellule, che in seguito eliminano le scorie metaboliche (cataboliti).
Molte sono le energie che il nostro corpo impegna per la digestione, per cui mangiando in continuazione e male, al nostro organismo restano poche energie a disposizione per eliminare tutte le scorie prodotte dall'attività catabolica e digestiva; tali scorie quindi si accumulano e producono una condizione di tossiemia (per le altre cause che determinano una diminuzione delle energie leggere “tossiemia e salute”).
Durante il digiuno, l'apparato digerente riposa, cosicché buona parte delle energie dell'organismo possono essere utilizzate per lo smaltimento dei “rifiuti”, ossia delle ''tossine''.
Non assumendo cibo dall'esterno, il corpo si nutre delle proprie riserve, innescando un processo chiamato autolisi (digestione dei propri tessuti). L’autolisi è sempre guidata dalla nostra meravigliosa Vis Medicatrix Naturae (intelligenza somatica): i tessuti sono persi o consumati in ragione inversa alla loro utilità. E' metabolizzato per primo il glicogeno epatico, poi il tessuto adiposo, vengono riassorbiti tessuti anormali (cisti, tumori, ascessi, cellulite, edemi, trombi, etc.). I centri nervosi e le strutture indispensabili alla vita sono intaccati quando subentra l' inedia o fame acuta, cioè quando sono finite tutte le riserve metaboliche.
BENEFICI DEL DIGIUNO CONSAPEVOLE
Ecco i vantaggi del Digiuno, in quanto riposo fisiologico secondo la natural hygiene:
1) svuota il canale alimentare e lo libera dalle tossine e dal materiale intestinale
2) favorisce il riposo degli organi.
3) permette agli organi preposti all'eliminazione delle tossine di terminare e completare il lavoro di disintossicazione, e ne favorisce le funzioni.
4) favorisce la disintegrazione e il riassorbimento di grasso, tessuti malati, cisti, tumori, ascessi.
5) ringiovanisce le cellule e i tessuti (H.M. Shelton, caposcuola della digiuno terapia diceva: “la pelle diventa più giovane, gli occhi si schiariscono e diventano più brillanti, l'aspetto è più giovane”)
6) fortifica e chiarifica lo spirito.
7) migliora le funzioni di tutto l'organismo
Controindicazioni
I  casi in cui il   digiuno è da escludere tassativamente sono molto pochi.  Uno di questi è  la carenza nutritiva reale, anche se rara nella nostra  società. Altri casi in cui evitare il digiuno:
- denutrizione da carenza alimentare
- magrezza estrema
- paura ossessiva (evitare assolutramente)
- essere stati sottoposti a un trapianto
- assunzione di molti farmaci
- gravidanza e allattamento (controindicazioni relative)
- soffrire di insufficienza renale o di insufficienza epatica
- soffrire di gravi problemi cardiaci
L'esperto può valutare caso per caso a secondo della propria  esperienza, la regola generale è che 
il digiuno é controindicato alle persone che devono digiunare per  guarire.
Il digiuno può essere vissuto solo come scelta e desiderio consapevole. Imposizioni,  costrizioni o conflitti sono una controindicazione assoluta..
STORIA DEL DIGIUNO
Esiste lo sciopero della fame, che anche se tecnicamente si può considerare un digiuno, non è sicuramente una pratica mistica o salutistica; chi lo effettua, spesso lo vive in preda a stati d’animo non salutari, come impotenza, rabbia, collera, agitazione.
Nella pratica del digiuno, invece l’ambiente esterno, ha una grande importanza (per questo motivo organizziamo i nostri soggiorni in luoghi tranquilli e rilassanti), quindi è facile immaginare come molte volte le prigioni non siano il posto più indicato per cimentarsi in quest’esperienza.
Alla  fine del 1800, nasce lo  strano mestiere del digiunatore  professionista: persone che intraprendono  digiuni più o meno lunghi,  suscitando curiosità ed esibendosi a pagamento.
Tra questi ricordiamo gli italiani Merlatti, che si esibì anche a Parigi con un digiuno di 50 giorni, e Succi i cui “spettacoli di digiuno” variavano da 16 a 46 giorni. Succi fu anche attentamente studiato dal dott.Luciani di Firenze, professore di fisiologia ed famoso studioso di alimentazione umana.
Ricordiamo infine l'illusionista americano David Blaine, che nel 2003 rimase esposto in una scatola di plexiglas a Londra digiunando per 44 giorni.
Tra questi ricordiamo gli italiani Merlatti, che si esibì anche a Parigi con un digiuno di 50 giorni, e Succi i cui “spettacoli di digiuno” variavano da 16 a 46 giorni. Succi fu anche attentamente studiato dal dott.Luciani di Firenze, professore di fisiologia ed famoso studioso di alimentazione umana.
Ricordiamo infine l'illusionista americano David Blaine, che nel 2003 rimase esposto in una scatola di plexiglas a Londra digiunando per 44 giorni.
CONCLUSIONI
Ricordare sempre che il digiuno è un mezzo, uno strumento. Da solo, oltre che inutile, può essere anche pericoloso. E’ una pratica che richiede competenza e va vissuto nel giusto contesto, armonioso e familiare, nelle corrette condizioni psicologiche.
Riprendendo la metafora della Ferrari, è importante valutare se il digiuno è lo strumento più adatto nella situazione che si sta attraversando: userò un mezzo potente e veloce per lunghi spostamenti, un’utilitaria per districarmi nel traffico, per superare una montagna volerò con un aereo o un elicottero, e via dicendo. Quindi, va da sé che una persona denutrita sicuramente NON troverà giovamento nel digiuno come strumento per recuperare la salute ottimale; se in questo caso vi è un conflitto emotivo, altri strumenti o mezzi potranno essere più efficaci… ricordando che è sempre comunque bene affidarsi ad un competente professionista.
tratto da: www.vivocrudo.it

 
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