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domenica 12 maggio 2013

ALLERGIE DI PRIMAVERA, COME RISOLVERLE IN MODO NATURALE.


In primavera sbocciano i fiori e le allergie che causano sintomi come asma, rinite e congiuntivite allergica. Come curare le allergie di primavera in maniera naturale?
In primavera arrivano puntuali le allergie che colpiscono un numero sempre maggiore di persone. Le allergie più comuni sono quelle dovute ai pollini o daspecie erbacee che fioriscono in tarda primavera.I sintomi, se si è fortunati, si limitano a starnuti, prurito al naso e occhi rossi che lacrimano; il più delle volte però si assistono a fenomeni di asma, congiuntivite allergica e senso di spossatezza generale.
Fortunatamente però, anche in questo caso la natura può darci dei rimedi efficaci per rafforzare il sistema immunitario e alleviare i sintomi dell’allergia.

I rimedi naturali per le allergie

1) Ribes nero
Uno dei rimedi più efficaci e più utilizzati contro le allergie è il Ribes Nero.
Di questa pianta per curare le allergie sono maggiormente indicate le foglie e legemme. Il Ribes Nero stimola la produzione del nostro cortisone naturale con proprietà antinfiammatorie e antistaminiche, agendo sia a livello cutaneo che a livello respiratorio. La dose per il macerato glicerico di Ribes Nero è di 40/50 gocce in poca acqua da assumere 2 o 3 volte al giorno.
2) Echinacea
L’echinacea può essere un valido aiuto per aumentare e migliorare le difese immunitarie a patto che si sia certi di non esserne allergici. L’ Echinacea infatti, può scatenare a sua volta una reazione allergica in quanto appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
3) Manganese
Il manganese è l’oligoelemento più indicato per le manifestazioni allergiche, sia a livello respiratorio sia a livello cutaneo. La dose è di 2 fiale alla settimana. Le fiale vanno prese lontano dai pasti e non bisogna assumere liquidi o pasti nei successivi 10/15 minuti.

Alimentazione per ridurre i sintomi dell’allergia

L’alimentazione svolge un ruolo importantissimo nella cura e nella prevenzione di allergie. Ci sono cibi che possono ridurre i disagi provocati dall’allergia. Quali sono?
Innanzitutto è bene consumare cibi ricchi di magnesio per ridurre al minimo la produzione di istamina. Il magnesio è presente in buone quantità nelle noci,mandorlefagioli, verdure a foglia verde e banane.
Aglio e cipolla sono due potenti antistaminici naturali e andrebbero consumati regolarmente nel periodo di massimo rischio.
Consumare alimenti ricchi di vitamina C. Secondo uno studio scientifico, infatti, consumare 500mg al giorno di vitamina C aiuta ad alleviare i sintomi dell’allergia e libera le cavità nasali.
Per non peggiorare la situazione invece, evitare il consumo di zuccheri raffinati, di alcolici, di insaccati, di formaggi molto stagionati e di bevande o cibi ricchi di coloranti naturali. Inoltre cibi come mele, pesche, ciliegie, meloni, kiwi e pomodori possono aumentare gli effetti dell’allergia. E’ bene quindi osservare quali sintomi crea ognuno di questi cibi e, se necessario, eliminarlo dalla dieta per il periodo di maggior rischio per chi soffre di allergia.
Attenzione alla pulizia di casa: ricordate di pulire più spesso la casa per tenerla priva di polvere o polline, toglietevi le scarpe prima di entrare in casa e lavate più spesso i vestiti.
Tisana per rafforzare il sistema immunitario:
Il sistema immunitario è il nostro scudo biologico contro l’attacco da parte di agenti patogeni esterni. Lo stress, alcune patologie, l’uso eccessivo di antibiotici e fattori ambientali particolari (freddo, umidità, cambio di stagione, eccessiva esposizione solare), può indebolire le difese naturali, l’organismo diviene quindi più suscettibile alle infezioni e scatta la necessità di rafforzare il sistema immunitario.
Ingredienti:
  • Echinacea Angustifolia radice 
    50%
  • Astragalo 
    30%
  • Timo 
    10%
  • Rosmarino 
    10%

Procedimento:

  • Fai bollire un pentolino d’acqua;
  • Quando l’acqua bolle aggiungi 1 cucchiaio pieno del mix di erbe e lascia bollire per 2 minuti;
  • Spegni il fuoco e lascia in infusione per 10 minuti;
  • Travasa l’infuso in una tazza (filtrando le erbe) e bevi.
  • Puoi prepararne 1 litro da bere anche a temperatura ambiente. In tal caso prendi 20 grammi del mix di erbe in 1 litro di acqua e procedi come scritto sopra.
Bere 1 tazza al mattino a digiuno per almeno 15/20 giorni, seguiti da 10 giorni di pausa.

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lunedì 21 maggio 2012

Il venerdì di magro per controllare le reazioni da cibo

 


Nel corso del tempo si sono stratificate nelle diverse popolazioni mondiali delle pratiche di medicina preventiva inconsapevoli, che riescono però ad interferire efficacemente nei processi che determinano l'infiammazione da cibo ed i suoi effetti sull'organismo.
Alcune norme di igiene sono state poi fatte proprie dalle diverse Religioni, e hanno assunto nel corso del tempo significati simbolici o valori spirituali ben diversi dalla loro origine mantenendo però tutto il loro valore salutare.
Quando si vuole ridurre l'effetto della infiammazione da cibo nell'organismo, si può chiedere ad una persona di fare l'equivalente di un "venerdì di magro", cioè di astenersi almeno un giorno alla settimana dai cibi verso cui esista un eccesso di reazione o che abbiano documentato nel tempo dei segnali di ipersensibilità (intolleranze o allergie alimentari ritardate, ad esempio).
Nella tradizione questi "giorni di controllo" corrispondono alla astensione rituale dai cibi più consueti e possono contribuire a ridurre lo stato di infiammazione allergica e i suoi vari effetti negativi, tra cui è bene ricordare il facile ingrassamento.
La stessa Quaresima corrisponde ad un tempo agricolo (fine dell'inverno ed esaurimento delle scorte alimentari) in cui fin dall'antichità c'era scarsità di risorse in attesa delle nuove fioriture; si trattava di un tempo di riposo della terra ma anche si un possibile tempo di disintossicazione dell'organismo.
Il rispetto di questi periodi di "controllo alimentare" religioso ha spesso degli effetti benefici sull'infiammazione, sul livello di BAFF presente nell'organismo e sul peso, controllando in modo inaspettato gli effetti infiammatori e metabolici di una alimentazione incontrollata.

di Attilio Speciani

tratto da: eurosalus.com

martedì 24 gennaio 2012

Intossicati e allergici





Allergici e infiammati a causa di una precedente intossicazione. Per chi è abituato a vedere l'artrite o le allergie come malattie specifiche, anziché come segnali, è una novità, mentre in realtà è quanto noi sosteniamo da anni.
Per noi, infatti, la quasi totalità delle manifestazioni allergiche o qualsiasi malattia infiammatoria cronica come l'artrite (giusto per citare una delle possibili condizioni di disagio) rappresentano un segnale globale della "goccia che fa traboccare il vaso". L'organismo, in un certo senso, arriva ad un livello di saturazione e reagisce quindi ad un piccolo stimolo antigenico con una reazione di allarme; un segnale di dolore, disagio, gonfiore, insomma tutto il corredo di sintomi che si conosce fin troppo bene.
Una ricerca pubblicata sul Journal of the Royal Society of Medicine descrive infatti un particolarissimo caso di artrite giovanile (e come tale classificata), completamente risolto e guarito attraverso alcune scelte alimentari diverse (riduzione di alcuni antigeni alimentari) e attraverso la somministrazione di alcuni integratori (Coenzima Q10, Vitamina D3, Zinco, Rame) secondo un criterio di riduzione della presenza di materiali tossici nell'organismo, unica possibile spiegazione alla malattia infiammatoria cronica della persona (Genuis SJ et al, JRSM Short Rep. 2011 Apr 18;2(4):32).
La teoria di un evento tossico preesistente a molte forme di manifestazione allergica o infiammatoria è stata già discussa dallo stesso autore in precedenti lavori, pubblicati nel 2010, che spiegano in questo modo la crescita progressiva e esponenziale delle malattie da ipersensibilità e allergiche nella popolazione mondiale.
Forse, respirando lo smog delle nostre città, non mettiamo in stretta e diretta correlazione l'artrite della zia con l'eccesso di gas di scarico; credo invece che il prossimo dolore avvertito al ginocchio potrà essere un buono spunto di riflessione per pensare alle intolleranze alimentari e all'inquinamento come possibili concause di un problema che ognuno deve imparare a compensare attraverso scelte personali e sociali. Scelte indispensabili alla sopravvivenza

Tratto da: www.eurosalus.com

venerdì 13 gennaio 2012

Intolleranze alimentari: grandi novità scientifiche



Sulle intolleranze alimentari è stato detto di tutto. E fortunatamente si continuerà a parlare delle allergie alimentari ritardate (il vero nome scientifico di questo fenomeno) per molti anni a venire. La ricerca, a dispetto di chi minimizzava la loro importanza o riduceva il fenomeno all'invenzione di qualche ciarlatano, prosegue nella conferma di un fatto clinico non solo esistente ma di importanza fondamentale per la regolazione degli aspetti infiammatori immunologici e metabolici di ogni organismo vivente.
Il recentissimo lavoro del gruppo di gastroenterologi norvegesi, pubblicato a fine luglio 2010 su Alimentary Pharmacology & Therapeutics è in effetti molto semplice. Dopo avere scartato persone con alti livelli di allergia, gli intolleranti al lattosio e tutti i soggetti con una malattia infiammatoria intestinale già esistente (Crohn e Colite ulcerativa, per intenderci) sono state studiate attentamente le persone che riferivano una evidente sintomatologia intestinale alla assunzione di cibo e che non avevano delle evidenze allergiche nei confronti del cibo sospettato o nei confronti di altri alimenti: non avevano cioè Prick o RAST positivi verso i cibi. (Lied GA et al, Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul;32(1):66-73. Epub 2010 Mar 26).
I soggetti rimanenti invece documentavano la presenza molto ben misurabile, con differenze altamente significative rispetto ai controlli, di una particolare sostanza, prodotta da macrofagi, monociti e cellule dendritiche intestinali ed anche da altre cellule non immunologiche come le cellule della mucosa intestinale, delle ghiandole salivari e da cellule fibroblastiche o gliali situate nel cervello, nelle articolazioni, nella cartilagine.
Questa sostanza, dal simpatico nome di BAFF (B Cell-Activating Factor) ha delle caratteristiche interessanti. Non solo attiva l'infiammazione, ma regola ttraverso un controllo di segnale sui recettori delle cellule, la risposta allergica, la risposta dolorosa, la cicatrizzazione, l'attivazione metabolica, l'azione muscolare e l'attivazione di malattie come le malattie autoimmuni e la celiachia.
Non è poco per una sostanza che nessuno è mai andato a cercare fino agli ultimi anni. Si tratta di situazioni e ambiti in cui la reazione dovuta alle intolleranze alimentari è stata spesso chiamata in causa, come nel caso della Artrite Reumatoide, della Emicrania o delle patologie respiratorie croniche. Oggi altri dati si aggiungono a confermare queste indicazioni. Gli immunologi, i gastroenterologi, gli pneumologi e i reumatologi avranno di che discutere a lungo di questa novità.
Di fatto oggi possiamo affermare con certezza che:
  • Fenomeni di allergia alimentare ritardata, non dipendenti dalle Immunoglobuline E esistono e sono importanti per l'intera economia dell'organismo.
  • Non riconoscerlo significa essere fuori dalla scienza e solo trincerati nella difesa delle proprie torri d'avorio.
  • Fino ad oggi molti ricercatori si sono sentiti dare dei cretini (se non di peggio) per il semplice fatto di parlare di questa realtà. Oggi possono serenamente restituire l'insulto (ma ci auguriamo che non si abbassino al livello degli scienziati ascientifici che per primi hanno insultato).
Verrebbe quasi spontaneo finire con una battuta del grande Totò ricollegandosi alle modalità ormai usuali in molta scienza di oggi dove anziché lavorare sui dati si lavora sulle petizioni di principio. Si potrebbe pensare al famoso "Lei è un cretino... Si informi" ben sapendo purtroppo che chi vuole comunque tenere gli occhi chiusi, come nel caso delle accuse a Galileo, potrebbe continuare a farlo per i secoli futuri pur di difendere il proprio orticello.

per info su intolleranze alimentari: https://sites.google.com/site/masciasabrinabenessere

Di Attilio Speciani

Tratto da: www.eurosalus.com


L'intolleranza al glutine esiste, e non è celiachia

Da anni sosteniamo l'esistenza di un'intolleranza al glutine che non sia celiachia. Da anni sosteniamo che molte biopsie con una diagnostica secondo Marsh di tipo 1 o 2, definite sui vetrini come compatibili con morbo celiaco, non siano in realtà indicatrici di malattia celiaca ma di una entità ben modulabile e guaribile.
Le indicazioni scientifiche parlano di una prevalenza del 10% nella popolazione media, cioè di una presenza dieci volte maggiore di quella della celiachia (circa l'1% della popolazione): molto ben diffusa e frequente...
In molti casi, nella mia esperienza personale, queste persone sono in grado di recuperare la tolleranza alimentare e tornare ad una alimentazione più libera, esattamente come avviene per le intolleranze alimentari, senza trasformare l'intelligenza diagnostica in dramma vitale.
Almeno due lavori recentissimi, che riprenderemo nelle prossime settimane in modo molto dettagliato, hanno studiato e definito con precisione questa differenza.
Il primo lavoro, pubblicato da un gruppo di ricerca italiano (Sapone A et al, BMC Med. 2011; 9: 23. Published online 2011 March 9. doi: 10.1186/1741-7015-9-23) descrive la diversità tra le due condizioni e segnala il fatto che mentre la celiachia è legata allo sviluppo di autoimmunità collegata alla immunità adattativa, nella gluten sensitivity si realizza l'attivazione della immunità innata in particolare con l'attivazione dei Toll Like Receptors di tipo 2, quelli deputati a sviluppare una risposta infiammatoria immediata e che giustificano l'infiammazione a bassa intensità sempre presente in queste condizioni.
Il secondo lavoro, pubblicato sull'American Journal of Gastroenterology da pochi giorni, conferma l'esistenza di questa doppia entità (Biesiekierski JR et al, Am J Gastroenterol. 2011 Mar;106(3):508-14; quiz 515. Epub 2011 Jan 11). Il gruppo australiano identifica il colon irritabile da glutine senza che quesa condizione sia espressione di celiachia, nonostante la presenza di una parziale presenza di DQ2 o di DQ8.
Insomma, buone notizie per i celiaci cui sia stata fatta una diagnosi eccessiva, e ottime notizie per il mondo scientifico che si occupa di intolleranza alimentare. Interssante la frase di chiusura degli autori australiani: "Non-celiac gluten intolerance may exist". L'intolleranza al glutine esiste, senza essere celiachia.

Di Attilio Speciani
Tratto da: www.eurosalus.com

PER INTOLLERANZE ALIMENTARI VEDI: https://sites.google.com/site/masciasabrinabenessere