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venerdì 5 agosto 2011

I pericoli del consumo di cibo OGM

Tempo fa avevo scritto un post sui cibi geneticamente modificati e sul fatto che molte volte ne siamo consumatori inconsapevoli. E’ arrivato adesso il momento invece di investigare cosa succede nel nostro corpo quando mangiamo prodotti OGM, e la faccenda non è per nulla rassicurante. Un articolo pubblicato su Alliance For Natural Health dice che il cibo OGM altera il nostro sistema digestivo e che non è stata fatta assolutamente abbastanza ricerca sulle potenziali ripercussioni negative del consumo di questo tipo di prodotti.
Pare infatti che ci sia stato finora solo uno studio sugli effetti che il cibo geneticamente modificato ha sull’essere umano, cosa assurda a mio parere se si tiene in considerazione la sua vasta diffusione. I risultati di quest’unica ricerca hanno confermato che il materiale genetico inserito nelle colture OGM si trasferisce nel DNA dei batteri che popolano il nostro intestino, continuando a produrre proteine geneticamente modificate anche quando decidiamo di non consumare più prodotti OGM.
L’Institute for Responsible Technology fa notare che il processo di mutazione genetica è più pericoloso di quanto probabilmente siamo portati a pensare. Bisogna sapere infatti che questa tecnica può causare mutazioni in centinaia di punti differenti del DNA in tutto il corpo, distruggendo alcuni geni naturali e ’spegnendone’ o ‘accendendone’ altri permanentemente.
Di conseguenza non solo una grossa quantità di materiale genetico originale cambia il suo comportamento naturale, ma il gene inserito artificialmente - se danneggiato o se si riarrangia inaspettatamente - può provocare allergie e facilitare lo sviluppo di malattie. Addirittura pare che da quando è stato introdotta la soia OGM nel mercato statunitense ed inglese, i casi di allergia sono stati quasi il doppio di quelli rilevati in precedenza.
C’è anche un’altra questione da tenere in considerazione: se il gene antibiotico usato nella maggior parte delle colture OGM si dovesse trasferire nel nostro intestino, potrebbe comportare la diffusione di malattie resistenti appunto agli antibiotici. Inoltre quando le tossine del Bacillus thuringiensis - inserite negli OGM per uccidere i parassiti - raggiungono il flusso sanguigno, trasformano i batteri dell’intestino in piccole fabbriche di pesticidi. Pare che la maggior parte delle donne e dei feti al momento sia già stata esposta a queste tossine a causa del consumo di carne, latte e uova che provengono da animali foraggiati con alimenti OGM.
Il problema più comune causato dal consumo di prodotti OGM pare essere quindi l’infiammazione cronica dell’intestino, in quanto il materiale geneticamente modificato interferisce con il naturale processo di assorbimento delle sostanze nutritive e la produzione degli enzimi necessari per una digestione salutare. Altre ripercussioni sono legate al fatto che una grossa quantità del nostro DNA è il frutto di un trasferimento di DNA virale accaduto più di 40 milioni di anni fa, ed un ulteriore trasferimento potrebbe causare mutazioni che si manifestano con problemi di tipo psichiatrico.
Uno dei primi scienziati a sollevare la questione dei potenziali pericoli del cibo OGM fu George Wald - premio Nobel per la Medicina nel 1967 - che dichiarò in passato:
“A causa della tecnologia che permette di ricombinare il DNA, la nostra società deve affrontare oggi dei problemi mai visti prima sia nella storia della scienza, sia nella vita sul pianeta Terra in generale. Ci sono adesso delle proteine che nel giro di una notte, si associano in combinazioni differenti con conseguenze imprevedibili sia per l’organismo ospitante, sia per quelli vicini. Continuare in questa direzione non solo sarebbe poco saggio, ma anche pericoloso. Potenzialmente, potrebbe generare nuove malattie nelle specie animali e vegetali, nuove forme di cancro e nuove epidemie”.
E con i prezzi dei prodotti bio alle stelle e comunque con la poca chiarezza sul fronte dell’obbligo di evidenziare anche l’uso di ingredienti geneticamente modificati in modo indiretto, la situazione al momento non sembra delle più allegre.

Tratto da: Alliance For Natural Health

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