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sabato 26 maggio 2012

I 10 migliori rimedi naturali per proteggere il cane dalle pulci



 rimedi pulci

Antipulci naturali. Con l'arrivo della bella stagione diventa necessario proteggere i nostri cani dall'attacco di parassiti come zecche e pulci. E' bene ricorrere all'impiego di rimedi che si rivelino il più possibile innocui per l'animale, ma allo stesso tempo efficaci.
Ai prodotti antipulci più conosciuti possono essere sostituiti prodotti a base naturale come spray o polveri, ma anche shampoo antipulci realizzati con l'impiego di ingredienti vegetali. Sarà inoltre necessario occuparsi scrupolosamente della pulizia della cuccia del cane e dei luoghi della casa a lui riservati, in modo da evitare una eccessiva propagazione dei parassiti. Se vi sarà necessario ricorrere a medicinali, seguite scrupolosamente le istruzioni fornite dal veterinario e conservateli lontano dalla portata dei bambini.
 
1) Trattamenti localizzati
Il veterinario saprà certamente consigliarvi i trattamenti localizzati contro le pulci più innocui per il vostro animale domestico, ma certamente efficaci, da applicare al bisogno ed in piccolissime quantità. Si tratta solitamente di prodotti in gocce che intervengono direttamente sul ciclo di vita delle pulci e le cui quantità di applicazione si basano sulla taglia del cane. E' possibile informarsi in proposito sulla possibilità di applicare rimedi antipulci a base omeopatica o naturale e privi di qualsiasi effetto collaterale.

2) Pillole mensili

Nel caso i trattamenti localizzati non si rivelino sufficienti, il veterinario potrà indicarvi la possibilità di somministrare al vostro cane delle pillole a scadenza mensile a scopo preventivo o in grado di controllare gli attacchi da parte delle pulci. La somministrazione di pillole è adatta in particolare ai possessori di cani con bambini piccoli, perché eviterà a questi ultimi di entrare a contatto con antipulci potenzialmente tossici applicati sul pelo del cane. E' bene affidarsi a medicinali il più possibile privi di effetti collaterali e farvi ricorso solamente in caso di estrema necessità. Una buona soluzione è rappresentata, ad esempio, dalle compresse a base di aglio anche se diventa efficacie solo per interrompere il ciclo delle larve, ma non per le pulci già adulte

3) Shampoo antipulci naturale

Esistono in commercio degli shampoo antipulci completamente naturali, a base di estratti vegetali e contenenti sostanze atossiche come l'aloe vera o la citronella, in grado di proteggere il cane dagli attacchi delle pulci e di mantenere lucido ed idratato il suo manto peloso. Solitamente si consiglia di applicare simili trattamenti ogni due settimane.

4) Collare antipulci naturale

I collari antipulci comunemente in vendita vengono trattati con sostanze che potrebbero rivelarsi in grado di irritare la cute del cane, andando a provocare fenomeni di prurito che si aggiungerebbero a quelli già purtroppo provocati dalle pulci. E' possibile realizzare un collare antipulci naturale applicando su di un laccio o un fazzoletto di stoffa, che verrà in seguito arrotolato su se stesso, 10 gocce di olio essenziale di eucalipto e 10 gocce di olio essenziale di lavanda. Altri oli essenziali adatti sono quelli di menta, cedro e citronella.

5) Polvere antipulci naturale

Nel caso si utilizzino le comuni polveri antipulci, sarà necessario premurarsi di applicare il prodotto in quantità non eccessive, avendo l'accortezza di proteggere la bocca e gli occhi del cane nel corso dell'applicazione. E' bene sapere che esistono in commercio delle polveri antipulci naturali inodori ed innocue per l'animale, che possono essere applicate sul suo pelo oppure nella cuccia, al fine di allontanare le pulci.

6) Spray antipulci naturale

Un discorso analogo vale per gli spray antipulci comuni, che dovranno essere utilizzati con attenzione, soprattutto in presenza di bambini piccoli. E' possibile altrimenti fare ricorso a spray antipulci naturali a base di oli essenziali e che non contengano pesticidi pericolosi. Essi potranno essere precedentemente applicati su di un panno da passare sul pelo del cane con delicatezza.

7) Pulizia della casa

Per prevenire l'espandersi della presenza di pulci, che si annidano preferibilmente in luoghi umidi e bui, è necessario effettuare una pulizia accurata dei luoghi della casa frequentati dal cane, della cuccia e dell'automobile, nel caso vi venga trasportato abitualmente. Per tutti questi luoghi si consiglia il ricorso ad un aspirapolvere. Lavate spesso i cuscini e le coperte utilizzati dal cane con acqua e sapone naturale e riservate il medesimo trattamento ai suoi giocattoli, che potranno essere strofinati periodicamente con acqua e aceto

8) Spray antipulci per ambienti

Si trovano in commercio spray antipulci per ambienti da utilizzare per liberarsi da larve e uova eventualmente presenti nella vostra casa o nella cuccia. La scelta di prodotti di questo tipo dovrà essere effettuata con attenzione, poiché alcuni di essi potrebbero rivelarsi dannosi per altri piccoli animali presenti nell'ambiente domestico, nonché per il cane stesso. In caso di necessità. Il nostro consiglio è di rivolgersi all'utilizzo di prodotti spray a base di ingredienti naturali.

9) Trappola antipulci fai-fa-te

Una trappola antipulci fai-da-te può essere realizzata ponendo nelle vicinanze dei luoghi maggiormente interessati dalla presenza dei parassiti una ciotola contenente acqua e sapone. E' consigliabile esporre la ciotola all'aperto, alla luce del sole. Le pulci, attirate dal calore e dalla luce, rimarranno intrappolate. Nel caso di ambienti interni, è possibile sostituire alla luce solare con una lampada da puntare in direzione della ciotola.

10) Olio di neem e aceto

L'olio di neem può essere acquistato in erboristeria ed utilizzato da applicare puro in gocce sul pelo del cane. L'olio di neem ha proprietà antisettiche ed allontanerà le pulci per via del suo odore sgradevole. Esso viene utilizzato anche per la preparazione di trattamenti di bellezza o applicato sulla pelle per combattere le rughe. Potrà dunque essere utilizzato anche per scopi differenti una volta esaurita la sua utilità contro le pulci. Anche l'aceto di vino bianco è indicato per allontanare le pulci e potrà essere applicato sul pelo del cane dopo essere stato diluito con dell'acqua e spruzzato su di un panno morbido.
Marta Albè

Tratto da: greenme.it

giovedì 24 maggio 2012

LA TERAPIA OMEOPATICA PER LA POLLINOSI



La pollinosi, conosciuta comunemente come “raffreddore da fieno” (rinite allergica) è la più frequente tra le allergopatie (sindromi allergiche stagionali). È un’infiammazione acuta o cronica delle mucose delle alte vie respiratorie e degli occhi causata da un’anomala sensibilità ai pollini. Chi soffre di pollinosi normalmente inizia ad avvertire i primi sintomi sempre nello stesso periodo dell’anno che è quello che coincide con la fase di produzione dell’allergene specifico.
In Italia la stagione dei pollini va da fine marzo fino ai primi di settembre raggiungendo il picco massimo tra maggio e giugno.
I responsabili dei pollini sono le anemofile, cioè le piante che utilizzano il vento per diffondere il polline alle altre piante distanti.
I fenomeni di pollinosi si possono presentare anche in altri periodi dell’anno, da gennaio ad ottobre. Questo avviene perché i cambiamenti climatici hanno portato a delle variazioni del ciclo di vita delle piante con conseguente aumento dei tempi della collimazione. In generale, le famiglie botaniche coinvolte sono le Composite (Ambrosia) con fioritura estivo-autunnale, le Urticacee (Parietaria) a fioritura estiva, Betulla Nocciolo e Ontano tra febbraio ed aprile e le Graminacee con fioritura da fine marzo a settembre con un picco tra maggio e giugno.
Chi soffre di pollinosi ha una sensibilizzazione verso quell’allergene, più precisamente verso gli antigeni che si trovano sulla superficie dei pollini. Gli antigeni innescano una reazione immunitaria e vengono prodotti particolari anticorpi, le immunoglobuline di classe E (IgE), che aderiscono alla superficie di alcune cellule dalle quali vengono prodotti mediatori chimici. Quando gli antigeni raggiungono le mucose degli organi colpiti si incontrano con gli IgE e si innesca un processo infiammatorio che causa la sintomatologia propria della pollinosi. La sensibilizzazione ad un allergene può prodursi in tutti gli individui anche se alcuni soggetti sono maggiormente predisposti. In generale è presente una importante componente ereditaria.


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Un ruolo importante nelle riniti allergiche è rappresentato dal clima. In un giorno freddo, nuvoloso, senza vento e pioggia il paziente non avverte il disturbo; al contrario quando fa caldo, ci sono sole e vento e l’aria è secca la manifestazione allergica esplode. Alcuni soggetti sono estremamente ricettivi all’umidità. In questo caso la sintomatologia allergica si aggrava nei giorni umidi e piovosi.
I sintomi tipici della pollinosi sono: occhi infiammati, lacrimazione, arrossamento delle congiuntive, prurito al palato, al naso, alla gola e agli occhi, insonnia, stanchezza, irrequietezza, rinorrea acquosa. Tipici della pollinosi sono gli starnuti che si presentano all’improvviso e si protraggono anche per un paio d’ore. È presente anche una tosse stizzosa, spesso notturna, con sibili e difficoltà respiratoria. Una complicanza della pollinosi è l’asma bronchiale che colpisce il 20-30% delle persone che soffrono di raffreddore da fieno.

Nei Paesi occidentali c’è stato un forte aumento delle allergie ma le cause di questa maggiore frequenza non sono ancora note. Quello che invece è emerso da numerosi studi è che nello sviluppo di sintomi allergici giocano un ruolo fondamentale lostress e gli aspetti emozionali. Il sistema immunitario è infatti in contatto con il sistema nervoso centrale, in una interdipendenza per la quale i due sistemi comunicano tra loro in modo preciso e reciproco. Un particolare stato emotivo può quindi influenzare le reazioni allergiche di un individuo. Inoltre l’ipersensibilità che alla base della reazione allergica simboleggia, a livello psicosomatico, una vulnerabilità, un’ipersensibilità appunto nei confronti di ambiti, relazioni ed elementi esterni.

Il trattamento omeopatico risulta molto utile nella cura della pollinosi. I rimedi possono essere usati sia in fase preventiva sia in fase acuta. Il primo importante vantaggio di una terapia omeopatica è l’assenza di effetti collaterali che si presentano spesso con le cure allopatiche come la sonnolenza e i disturbi dell’attenzione. Un altro importante vantaggio è l’assenza di tossicità dei rimedi che possono essere indicati per qualsiasi età.

Spesso la terapia omeopatica viene prescritta in associazione ai farmaci tradizionali. Lo studio accurato di sintomi, manifestazioni è un inquadramento globale del problema allergico che genera un controllo ed un monitoraggio sui sintomi aumentando la conoscenza della patologia e del proprio corpo. Se accuratamente individuati, i rimedi scelti possono essere sufficienti per la gestione della sintomatologia e per accompagnare il paziente verso la guarigione. La cura omeopatica aiuta anche a ridurre le fluttuazioni cliniche e sostiene il paziente sviluppando la sua capacità di autoguarigione.

Nella pratica omeopatica esistono dei preparati che possono essere utilizzati sia a scopo preventivo sia nella fase acuta.
Il più utilizzato è Pollens, un composto di pollini di varie origini diluiti. Se viene utilizzato in via preventiva andrà assunto una o due volte alla settimana due mesi prima del periodo della pollinazione. Pollens è utile anche nella fase acuta: la posologia di base sono 5 granuli al giorno (al mattino o alla sera) alla 30 CH.

Per quanto riguarda i rimedi unitari Allium cepa si utilizza nei raffreddori allergici con forte infiammazione nasale e violenti attacchi di starnuti accompagnati da mal di testa. È presente rinorrea abbondante con scolo nasale irritante e acre. L’infiammazione produce escoriazioni diffuse sulle ali nasali e sul labbro superiore. Sono presenti anche secrezioni oculari ma non brucianti. La crisi allergica scoppia spesso nei locali chiusi e caldi mentre migliora all’aria fresca e peggiora verso sera. Questo rimedio può essere utilizzato anche in associazione con altri rimedi complementari, sia nelle sindromi allergiche che in quelle infiammatorie.

Quando la rinite si manifesta con forte infiammazione nasale con secrezioni dense, bruciore e starnuti il rimedio d’elezione è Arsenicum album. La rinite tipica di arsenicum è caratterizzata da uno scolo nasale acquoso con ostruzione nasale. Tutto brucia: occhi, vie respiratorie, narici. Spesso la rinite allergica è accompagnata da manifestazioni cutanee (orticaria o eczema). Tutti i sintomi migliorano con il calore (ambiente caldo, impacchi caldi ecc.).

Quando l’allergia si concentra sugli occhi il rimedio indicato è Euphrasia. La pollinosi si accompagna ad una tipica congiuntivite con fotofobia, lacrimazione, irritazione e bruciore oculare. Al contrario di Allium, il raffreddore di questo rimedio è meno forte e non bruciante. Il paziente peggiora nella posizione supina.

Sabadilla è il rimedio tipico delle riniti con scolo acquoso, lacrimazione degli occhi e dolori frontali. È presente una forte ipersensibilità al freddo e migliora con il caldo. Caratteristica tipica del rimedio è il prurito del velo palatino; il paziente è costretto a grattare il palato con la lingua per alleviare il prurito. La rinorrea è abbondante e associata a bruciore e ostruzione delle narici. Il paziente ha un’ipersensibilità dell’olfatto. Tutti i sintomi peggiorano con il freddo e con l’odore dei fiori mentre migliorano con il calore e le bevande calde.

Sticta pulmonaria ha un’azione specifica sulle mucose respiratorie. La sensazione che lamenta il paziente è quella di naso ostruito e dolore alla radice del naso stesso. È presente anche una tosse stizzosa, insistente e continua soprattutto la notte che provoca dolori ai seni frontali.

Dulcamara si utilizza per le rinofaringiti e le febbri da fieno che compaiono a fine estate e in autunno. Il rimedio agisce soprattutto per quelle riniti che peggiorano il quadro sintomatologico con il clima umido e piovoso. La rinite di dulcamara è caratterizzata da ostruzione nasale che si manifesta dopo l’esposizione al freddo umido. Il paziente ha la sensazione di avere del muco nell’ipofaringe con sensazione di raschio in gola. I disturbi sono accompagnati da una sensazione di freddo. I sintomi peggiorano con la pioggia e l’umidità mentre migliorano con il caldo e il movimento.

Nux vomica è il rimedio adatto quando il paziente soffre di una rinite spasmodica con starnuti a ripetizione a risveglio o durante la giornata. Il naso è ostruito la notte e cola abbondantemente durante il giorno. Nux è un soggetto irritabile, nervoso, impaziente che non tollera alcun tipo di ostacolo.

Pulsatilla cura la coriza acuta e quella cronica con muco giallo che peggiora con il caldo e migliora all’aria aperta.Il naso è ostruito la notte mentre c’è secrezione al mattino. Pulsatilla ha un carattere dolce, sensibile ed emotivo.
Per i rimedi descritti sono indicate le basse potenze (dalla 5 alla 30 CH) soprattutto nella fase acuta. L’azione di alcuni di essi è valida anche come prevenzione; in ogni caso sarà sempre il medico curante a stabilire la posologia e le potenze adatte in base agli specifici quadri sintomatologici.

Bibliografia
- Demarque D., Jouanny J., Poitevin B., Saint- Jean V., Farmacologia e materia medica omeopatica, Tecniche Nuove, Milano, 1999
- Mandice A., Pronto soccorso omeopatico, Urra - Apogeo, Milano, 2009
- Speciani A., Le allergie: cause, diagnosi e terapie, Tecniche Nuove, Settimo Milanese (MI), 2003
- Soumaille S., Vorrei capire le... allergie, CIS, Milano 2002

A cura di Marta Chiappetta

Tratto da: www.benessere.com

martedì 22 maggio 2012

Carenza di ferro nell'organismo?


ferro_vegani


Ultimamente vi sentite più stanchi del solito e avete un colorito pallido, mancanza di respiro, mal di testa, irritabilità ? Potrebbero essere i primi sintomi di un deficit di ferro nel sangue, indispensabile per la sintesi dell’ emoglobina, proteina che trasporta l'ossigeno alle cellule. Niente allarmismi ma occhio alle cause. Salvo motivi più specifici, un'alimentazione povera di ferro, può provocare un tipo di anemia dovuta da carenza di questo elemento  nel sangue.
Solo perché si è scelto di non mangiare carne non significa che il vostro organismo non possa assorbire ferro da altri alimenti. Come rimediare allora senza modificare la dieta vegetariana?
Ecco ben 12 alimenti di origine vegetale con i più alti contenuti di ferro:
  • Spirulina (1 cucchiaino): 5 mg
  • Soia (1 / 2 tazza): 4,4 mg
  • Semi di zucca (28 g): 4.2 mg
  • Quinoa (un etto abbondante): 4 mg
  • Melassa (1 cucchiaio): 4 mg
  • Concentrato di pomodoro : 3,9 mg
  • Fagioli bianchi (1 / 2 tazza) di 3,9 mg
  • Spinaci (1 / 2 tazza): 3,2 mg
  • Pesche secche (6 metà): 3,1 mg
  • Succo di prugne (due etti e 25 g): 3 mg
  • Lenticchie (un etto abbondante): 3 mg
  • Cioccolato fondente (100g): 17 mg

Altri consigli anti-anemia sono:

  • Migliorare l'assorbimento del ferro abbinando a questi alimenti quelli con un maggiore contenuto di vitamina C che aiuta l'organismo ad assumere il ferro in modo più completo.
  • Evitare  o caffè vicino l'assunzione di cibi ricchi di ferro perché queste bevande contengono dei polifenoli che, legandosi al ferro, ne rendono difficile l'assorbimento.
  • Curiosità: cucinando i cibi acidi (aceto, vino rosso, limone, succo di lime, salsa di pomodoro) nelle pentole di ghisa aumenta  il contenuto di ferro della cottura finale (causa la reattività del materiale).
  • Ho dimenticato altri alimenti ricchi di ferro? Per i vegani scrupolosi e non solo, ecco una tabella ancor più approfondita!
  • Ricordiamo che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che nei Paesi più sottosviluppati, causa i disordini e le carenze nutrizionali , si riscontra una maggiore perdita di ferro nell'organismo (ben l'80% della popolazione ne è carente e il 30% ha anemia da deficienza di ferro). Per specifiche sull'argomento e il dettaglio delle pubblicazioni si può consultare direttamente il sito ufficiale della World Health Organization.
Michela Silvestri

Tratto da: greenme.it

La farina 00 e' dannosa per la salute: ecco perche'

farina 00
La farina 00 è nociva. Dietro il suo aspetto apparentemente innocuo, il suo colore candido e la sua consistenza così vaporosa e leggera, si nasconde un vero e proprio pericolo per la salute umana.
Questa farina – diffusissima nei supermercati e comunemente usata negli impieghi casalinghi - si ottiene attraverso la macinazione industriale del chicco di grano, che comporta l'eliminazione del germe (ovvero il cuore nutritivo del chicco, che contiene aminoacidi, acidi grassi, sali minerali, vitamine del gruppo B e vitamine E) e della crusca (la parte più esterna, particolarmente ricca di fibre). Tutto questo porta a un impoverimento della materia prima: da questa macinazione si ottiene infatti una farina raffinata, che si mantiene a lungo, ma risulta terribilmente depauperata e ricchissima di zuccheri.
Abbiamo chiesto al professor Franco Berrino, ex direttore del Dipartimento di medicina predittiva e per la prevenzione dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e consulente della Direzione scientifica, quali sono gli effetti negativi dell'uso abituale di questo tipo di farina.
"La farina 00 - come tutti i prodotti raffinati – provoca un aumento della glicemia e il conseguente incremento dell'insulina, fenomeno che nel tempo porta ad un maggior accumulo di grassi depositati".
Tutto questo si traduce quindi con un indebolimento dell'organismo, sempre più soggetto a malattie di ogni tipo, tumori inclusi.
Quali farine bisogna scegliere allora?
"L'ideale – spiega Berrino – è acquistare grano biologico dai nostri contadini (possibilmente il grano duro, che ha un contenuto più basso di zuccheri) e macinarselo da soli. In casa".
Vi sembra impossibile? Niente affatto!
Sui siti di e-commerce esistono ormai tantissimi rivenditori di piccoli mulini a pietra casalinghi a costi relativamente contenuti (si va dai 300 ai 500 euro) che permettono di macinare il grano in casa e auto produrre farine sane e di qualità.
mulino casalingo
In questo modo il chicco verrà semplicemente polverizzato senza essere privato del germe e della crusca, elementi che forniscono sostanze preziosissime per il nostro organismo.
La differenza tra una farina macinata a pietra e la 00 industriale è palpabile: la prima è granulosa e color sabbia, la seconda ha l'aspetto del gesso.
E per i fissati della manitoba?
"Essendo ricca di glutine – ha continuato il professor Berrino – la manitoba permette di ottenere pani e dolci più soffici e vaporosi, ma poiché anche questa è una farina raffinata comporta gli stessi rischi della 00 e va usata con moderazione".
Insomma, il suggerimento è consumare queste farine il meno possibile. Proprio come tutti i prodotti raffinati, zucchero bianco incluso!
Attenzione poi al pane integrale, o pseudo tale!
La maggior parte dei pani denominati integrali (specie quelli acquistati al supermercato) sono composti da farina 0, cui viene aggiunto un derivato della crusca, anche questa privata delle sue sostanze più preziose e finemente rimacinata. In breve, uno scarto raffinato di lavorazione industriale, che diventa doppiamente nocivo per l'organismo umano.
Ma come possiamo riconoscerlo?
Il pane integrale vero ha un colore scuro omogeneo (oltre che un sapore completamente diverso), mentre quello ottenuto da farina e crusca raffinate è sostanzialmente bianco (dato dalla 0 o 00), con puntini scuri dati dalla crusca.
Insomma, se proprio non avete tempo e voglia di macinare il grano e produrre la farina in casa, evitate almeno di acquistare il finto pane integrale o le farine del supermercato, optando invece per quelle macinata a pietra. Tra le più famose ricordiamo quelle del molino Quaglia e Marino, ma in realtà esistono ancora piccoli molini a pietra semisconosciuti e sempre più rari, che vale la pena andare a cercare.
Verdiana Amorosi

Tratto da: greenme.it

lunedì 21 maggio 2012

Il venerdì di magro per controllare le reazioni da cibo

 


Nel corso del tempo si sono stratificate nelle diverse popolazioni mondiali delle pratiche di medicina preventiva inconsapevoli, che riescono però ad interferire efficacemente nei processi che determinano l'infiammazione da cibo ed i suoi effetti sull'organismo.
Alcune norme di igiene sono state poi fatte proprie dalle diverse Religioni, e hanno assunto nel corso del tempo significati simbolici o valori spirituali ben diversi dalla loro origine mantenendo però tutto il loro valore salutare.
Quando si vuole ridurre l'effetto della infiammazione da cibo nell'organismo, si può chiedere ad una persona di fare l'equivalente di un "venerdì di magro", cioè di astenersi almeno un giorno alla settimana dai cibi verso cui esista un eccesso di reazione o che abbiano documentato nel tempo dei segnali di ipersensibilità (intolleranze o allergie alimentari ritardate, ad esempio).
Nella tradizione questi "giorni di controllo" corrispondono alla astensione rituale dai cibi più consueti e possono contribuire a ridurre lo stato di infiammazione allergica e i suoi vari effetti negativi, tra cui è bene ricordare il facile ingrassamento.
La stessa Quaresima corrisponde ad un tempo agricolo (fine dell'inverno ed esaurimento delle scorte alimentari) in cui fin dall'antichità c'era scarsità di risorse in attesa delle nuove fioriture; si trattava di un tempo di riposo della terra ma anche si un possibile tempo di disintossicazione dell'organismo.
Il rispetto di questi periodi di "controllo alimentare" religioso ha spesso degli effetti benefici sull'infiammazione, sul livello di BAFF presente nell'organismo e sul peso, controllando in modo inaspettato gli effetti infiammatori e metabolici di una alimentazione incontrollata.

di Attilio Speciani

tratto da: eurosalus.com

giovedì 10 maggio 2012

Il Ministero informa dei gravi pericoli della camomilla e dei semi di finocchio


Con perfetto tempismo il Ministero della Salute ha reso pubblico ieri un documento messo a punto dalla commissione unica per la dietetica e la nutrizione.
La ripresa giornalistica del documento (citiamo Repubblica.it) mette l'accenno sulla inutilità dei prodotti naturali, perché secondo il Ministero, non sarebbero curativi, altrimenti sarebbero farmaci. Il Ministero infatti, dimostrando di agire forse maggiormente come Ministero dei Farmaci che della Salute, ritiene che la cura delle malattie possa solo essere farmacologica.
In questo pensiero sta il vero problema, e questo tipo di messaggio ci aiuta a capire perché forse tra poco ci troveremo a scambiare di contrabbando qualche tisana di camomilla presa per migliorare il sonno. Ammettiamolo: la Camomilla ci aiuta a digerire meglio e a prendere sonno, ma secondo il Ministero, o almeno secondo questo documento della commissione, i prodotti naturali e fitoterapici, gli integratori e le vitamine, non possono curare. Infatti signor Ministro, quello che il pubblico vuole è proprio che le sostanze naturali ci aiutino a recuperare il naturale e fisiologico riequilibrio.
Per me il recupero del riequilibrio è cura. Per il Ministero no, perché solo i farmaci possono curare. Bene: io credo che su questo tema avremo molto da discutere nei prossimi anni. Tra un po' vieteranno il minestrone della nonna, per gli eccessivi effetti salutari.
Continuando di questo passo tra un po' dovremo scambiarci qualche fiore di Camomilla in modo illegale, perché nessuno ci riconoscerà la possibilità di una detenzione per uso personale. Verremo arrestati per possesso illegale di semi di finocchio... Sembra una battuta, ma non siamo molto lontani da questa ipotetica realtà.
Per non parlare delle Vitamine, che hanno documentato e continuano a documentare importanti effetti positivi, ma che aiutando solo a ritrovare il benessere fisiologico, evidentemente, secondo il Ministero, possono essere solo pericolose e consigliate solo dal medico.
Invece in farmacia sono in libera vendita i protettori gastrici Inibitori di Pompa Protonica (quelli che appartengono al gruppo di omeprazolo e lansoprazolo, per intenderci). Gli ultimi anni hanno evidenziato un numero incredibile di possibili effetti collaterali di questi farmaci, ma si è arrivati a lasciarli in libera vendita, perché non sia mai che una persona con il mal di stomaco possa ricercare un riequilibrio fisiologico della sua condizione. Meglio il farmaco (dice il Ministero), in vendita libera su semplice decisione del paziente. Che arrivando a casa butterà via i semi di finocchio che aveva comperato per aiutare il lattante a digerire meglio, e forse, preso dall'impeto del "fai da te" inizerà a somministrare farmaci ritenuti "innocui" perché farmaci.
Credo che sia necessario un cambio di paradigma. La salute non si misura solo con i farmaci ma con il benessere, ed il concetto di Medicina Integrata che mi ha insegnato mio padre è quello di potere usare tutto quello che si può usare, farmaci, integratori, infusi e vitamine, pur di arrivare ad un obiettivo unico che è il benessere della persona sofferente (o fisiologicamente squilibrata).
Rispetto alla possibile azione di educazione sanitaria per il pubblico, connessa con quel documento, si tratta purtroppo di un'altra ottima occasione sprecata.

di Attilio Speciani

Tratto da: eurosalus.com

martedì 8 maggio 2012

Primavera e allergia ai pollini: occhio alla dieta!



allergia pollini


L’allergia è una reazione “esagerata” del nostro sistema immunitario che non riconosce una determinata sostanza, ritenendola non compatibile. Tale sostanza è segnalata come eccessivamente nociva e di conseguenza il sistema immunitario crea un numero eccessivo di anticorpi (processo di sensibilizzazione).

Non è stato ancora chiarito del tutto perché il sistema immunitario reagisca in maniera errata rispetto alle sostanze allergizzanti, né è stata spiegata l’ereditarietà dell’allergia e quali siano i fattori esterni che possono rendere l’uomo suscettibile ad esse. La principale causa di allergia, tra tutte le sostanze allergeniche, è il polline delle piante che si presenta sotto forma di granuli di piccole dimensioni (tra i 10 e i 200 micron) di forma variabile, ovoidale o elicoidale.

Le reazioni allergiche provocate dall'inalazione dei pollini si presentano su base stagionale, cioè in corrispondenza con la stagione di fioritura delle piante allergizzanti, per cui, chi ne soffre dovrebbe sapere quali sono e dove si trovano le piante responsabili dell'allergia, documentandosi adeguatamente su quale sia il loro periodo di fioritura nel territorio in cui si abita, o nel quale ci si reca.

Inoltre, chi soffre di allergia ai pollini dovrebbe prestare attenzione alla sua alimentazione, dato che una corretta dieta può aiutare a ridurre i sintomi dell’allergia stessa. Le  mucose oculari e dell’apparato respiratorio nei soggetti sensibili a determinati pollini si infiammano a causa di una sostanza li­berata dalle cellule immunitarie per combattere gli allergeni (istamina). A seguito dell’ingestione di alcuni alimenti si possono manifestare sintomi in sede diversa dall’apparato respiratorio, a livello labiale, al cavo orale, a carico dell’intestino ed anche a livello dell’orecchio medio.

Se l’ intestino è infiammato, a causa di un’alimentazione scorretta, la sintomatologia allergica peggiora, poiché tutte le mucose del corpo sono collegate tra loro in un sistema definito con la sigla “MALT” (tessuto linfoide associa­to alla mucosa). Una scelta dei cibi è importante al fine di modulare la risposta infiammatoria, migliorare i sin­tomi e ridurre la frequenza degli episodi acuti dovuti all’allergia.

Chi è allergico ai pollini dovrebbe consumare con estrema moderazione tutti i cibi ric­chi di istamina o che attivano l’ istamina: sgombro, aringa, sardina, tonno, formaggi fermentati e stagionati, carne in scatola, salumi e insaccati, crauti, spinaci, melanzane, pomodoro, ketchup, aceto di vino rosso, fragole, mirtillo rosso, ananas, spezie, frutta secca, cioccolato, liquirizia, conservanti alimentari (benzoati), papaia, agrumi, crostacei...

Circa il 20% dei soggetti allergici al polline di una pianta risulta sensibile anche ad alcuni alimenti vegetali che hanno una certa parentela botanica con quella pianta. In questo caso, si ha una reazione crociata, cioè un’allergia di gruppo a proteine simili o imparentate. Le persone colpite reagiscono in modo allergico a più sostanze apparentemente indipendenti l’una dall’altra. Esempi frequenti di reazione crociata sono le sindromi da pollini di betulla-noci-frutta a granella o da artemisia-sedano-spezie: chi è sensibilizzato al polline di betulla può quindi reagire in modo allergico anche alle mele e alle noci e viceversa.

Tuttavia occorre precisare che il processo di cottura degli alimenti rende questi ultimi meglio tollerati, perché il calore denatura molti antigeni responsabili della sintomatologia. Per concludere, possiamo dire che in caso di allergia ai pollini occorre prestare attenzione anche a tavola, ma senza esagerare. Le indicazioni dietetiche vanno fornite senza stressare il soggetto allergico, evitando di stravolgergli le abitudini alimentari, laddove non fosse necessario.

Principali alimenti da consumare con cautela in caso di allergia ai pollini:

- i soggetti allergici ai pollini di composite devono prestare attenzione a: lattuga, cicoria, sedano, finocchio, carota, prezzemolo, anguria, melone, mela, banana, nocciola, noce, olio di girasole, camomilla, castagna e pistacchio.
- i soggetti allergici ai pollini di betulacee devono prestare attenzione a: mela, pera, fragola, lampone, prugna, pesca, albicocca, ciliegia, mandorla, sedano, finocchio, kiwi, prezzemolo, nocciola;
- i soggetti allergici ai pollini di graminacee devono prestare attenzione a: frumento, anguria, melone, limone, arancia, prugna, pesca, albicocca, ciliegia, kiwi, mandorla e pomodoro;
- i soggetti allergici ai pollini di parietaria devono prestare attenzione a: gelso, basilico, piselli, melone, ciliegia e pistacchio.

Tratto da: www.informasalus.it

Usa: 70% degli hamburger fatto con scarti dei macelli




hamburger




Negli Stati Uniti il 70% degli hamburger venduti nei supermercati è fatto utilizzando gli scarti dei macelli. Pink slime, ovvero 'melma rosa', è il nuovo scandalo americano che riguarda gli Usa. Si tratta di una poltiglia rosa a bassissimo costo utilizzata per aumentare il volume della carne macinata di hamburger, wurstel, kebab, cotolette, salsicce, ripieni di tortellini e di ravioli, chicken nuggets, salami.

Il Pink slime, prodotto principalmente dall'azienda Beef Product Inc. (Bpi), viene venduto all'ingrosso ai maggiori produttori di carne, che lo usano come additivo per accrescere peso e volume dei prodotti che poi finiranno negli scaffali dei supermercati e dei fast food.

Negli Usa il caso è scoppiato all'inizio del mese di marzo, quando l'emittente televisiva ABC News ha raccontato che il 70% della carne macinata venduta negli Stati Uniti contiene Pink slime. Le leggi permettono infatti di scrivere "100% carne bovina" sulle confezioni anche quando il prodotto è costituito per il 15% da 'melma rosa'.

Quest'ultima è fatta anche di cartilagini, tendini e altri tessuti connettivi, triturati molto finemente, separati dal grasso in presse ad alta pressione, fino a 200 atmosfere, irrorati poi con ammoniaca per evitare il problema dei batteri, "conditi con degli aromi artificiali" e quindi congelati. L'ammoniaca con cui viene trattato il Pink slime è solo l'ultimo ingrediente di un lungo elenco di prodotti chimici non etichettati usati nella lavorazione di quasi tutte le carni rosse e bianche industriali.

In seguito alla grande attenzione dei media e all'allarme lanciato dai consumatori, i produttori di carne bovina stanno già facendo i conti con un notevole calo della domanda.


Tratto da: www.informasalus.it

15 utilizzi creativi dei contenitori per il ghiaccio


contenitore ghiaccio
Non amate molto i cubetti di ghiaccio e vi ritrovate comunque ad avere dei contenitori per la loro preparazione, che rimangono da tempo inutilizzati in qualche scompartimento della cucina, oppure ve ne servite solamente in estate, quando la necessità di rinfrescare le bibite diventa impellente? 
Ecco allora che vi proponiamo alcuni suggerimenti per ritrasformarli in oggetti utili da riutilizzare lungo tutto il corso dell'anno per congelare alimenti, dedicarvi a lavoretti artistici o al fai-da-te e tenere in ordine la cassetta degli attrezzi o la scrivania.

1) Conservare il dado vegetale

I contenitori per il ghiaccio possono essere utilizzati per conservare in frigorifero il vostro dado vegetale fatto in casa, che potrete preparare seguendo la ricetta indicata nel nostro forum. Una volta che il dado si sarà raffreddato, potrete suddividerlo negli spazi solitamente riservati ai cubetti di ghiaccio e riporre il tutto in frigorifero.

2) Congelare il brodo

Versate il brodo avanzato nei contenitori dei cubetti di ghiaccio in modo da poterlo congelare, una volta che si sarà raffreddato. Sarà pronto per essere utilizzato alla prossima occasione sia per la preparazione di zuppe e minestre che per la cottura delle verdure.

3) Congelare il succo di limone

Il succo di limone può essere congelato puro o diluito in acqua per averlo a portata di mano al momento del bisogno, ad esempio nella preparazione di dolci o macedonie. Altrimenti otterrete dei cubetti di ghiaccio al limone da utilizzare non solo per raffreddare, ma anche per dare un tocco di gusto in più alle bevande estive.

4) Congelate tè e caffè

Anche tè e caffè possono essere facilmente congelati all'interno dei contenitori per i cubetti di ghiaccio. Le moniporzioni ottenute potranno trasformarsi in piccoli ghiaccioli o potranno essere utilizzati per la preparazione di insolite granite.

5) Congelare il pesto

Il pesto ed altre salse casalinghe possono essere congelati in monoporzioni all'interno delle vaschette per il ghiaccio ed estratte dal freezer nella quantità desiderata nei periodi dell'anno in cui non si avranno a disposizione erbe ed ortaggi freschi per la loro preparazione.

6) Per la merenda dei bambini

Se la loro capienza lo permette, i contenitori per il ghiaccio possono essere trasformati in vassoi su cui servire chicchi d'uva, frutti di bosco, fettine di mandarino, fragole o frutta secca per invogliare i più piccoli ad una buona e salutare merenda.

7) Tavolozza per dipingere

Se vi trovate con dei contenitori per il ghiaccio inutilizzati, trasformateli in tavolozze per dipingere dove risulterà semplice diluire i colori acrilici o gli acquerelli. I piccoli artisti della famiglia ne saranno sicuramente entusiasti.

8) Semenziaio

Potrete ottenere facilmente un piccolo semenziaio praticando con l'aiuto di un chiodo o di un altro strumento appuntino un foro sotto ogni spazio per il ghiaccio, che servirà per il drenaggio dell'acqua. Potrete poi riempire i contenitori con del terriccio, sistemarvi dei semi ed iniziare a prendervene cura. Quando le piantine inizieranno a crescere, potranno essere trapiantate in vaso.

9) Sulla scrivania

Pinze, graffette, temperino, mine per le matite ed altri piccoli oggetti potranno trovare spazio nei contenitori per il ghiaccio ed aiutarvi ad organizzare la vostra scrivania e a fare ordine nei vostri cassetti.

10) In garage

Allo stesso modo, vi potranno trovare spazio viti, bulloni, chiodi ed altre piccole parti meccaniche da utilizzare per le riparazioni casalinghe e per il fai-da-te. I contenitori potranno essere posizionati direttamente nella cassetta degli attrezzi, oppure su mensole e scaffali.

11) Creativita'

I contenitori per il ghiaccio diventano la soluzione ideale per contenere perline, gancetti, bottoni e quant'altro vi sia utile per la realizzazione di gioielli fai-da-te o di altre piccole opere d'arte creative.

12) Portagioielli

I contenitori per il ghiaccio racchiudono in sé gli spazi ideali per posizionare orecchini, anelli ed altri piccoli gioielli nel momento in cui non vengono indossati, contribuendo ad aiutarvi nel tenerli in ordine. evitandovi di perderli.

13) Stampo per cioccolatini

Le dimensioni delle formine per il ghiaccio sono ideali per la realizzazione di cioccolatini fatti in casa. Vi basterà sciogliere a bagnomaria del cioccolato fondente, aggiungervi ingredienti a scelta come nocciole tritate e versare il tutto in ogni spazio. Dovrete dunque lasciare raffreddare il cioccolato per una mezz'ora e farlo riposare in frigorifero per almeno un'ora. I vostri cioccolatini saranno pronti per essere assaggiati!

14) Stampo per il sapone

Potrete realizzare delle piccole saponette da mettere a disposizione degli ospiti o da regalare utilizzando come stampo i contenitori per il ghiaccio. In tal caso, seguite la ricetta per la preparazione del sapone vegetale, oppure sciogliete a bagnomaria i rimasugli delle vecchie saponette per rilavorarle ed ottenerne di nuove.

15) Contenitore per bombe seme

Utilizzate i contenitori del ghiaccio per appoggiare le vostre bombe seme nel momento in cui le riporrete al sole ad asciugare o come scomparti in cui conservarle, se le dimensioni lo permettono. Per imparare a realizzare le bombe seme, con cui vi potrete dedicare al Guerrilla Gardening, seguite le nostre istruzioni qui
Marta Albè



Tratto da: http://www.greenme.it

10 alimenti che accelerano il metabolismo





Purtroppo non esistono scorciatoie che siano in grado di garantirci di perdere peso rapidamente da un giorno all’altro. Vi sono però alcuni alimenti che si rivelano particolarmente utili nel momento in cui ci si renda conto di un rallentamento del proprio metabolismo
L’assunzione di alimenti benefici, in tal senso, può affiancare la buona abitudine di dedicarsi all’esercizio fisico a cadenza regolare. Alcuni di essi, come le spezie, sono tradizionalmente noti per la loro capacità di favorire il dimagrimento, azione che avviene grazie a precise reazioni chimiche che si svolgono all’interno del nostro corpo. Arricchire la propria dieta con verdura, frutta e cereali integrali potrà essere d’aiuto nel garantire a se stessi un’alimentazione più varia. Uno specialista sarà in grado di fornire ai pazienti ulteriori indicazioni in merito ai cibi da assumere a seconda dell’entità del problema di peso che si desidera risolvere.

1. Peperoncino

L’azione positiva del peperoncino piccante sul nostro metabolismo e sulla circolazione del sangue viene attribuita al suo contenuto di capsaicina, un composto chimico in grado di svolgere un’azione stimolante sia sui processi metabolici che circolatori. Mangiare peperoncini piccanti aumenterebbe la nostra spinta metabolica del 25% per un periodo che può prolungarsi fino a tre ore. Se da una parte il metabolismo subisce un’accelerazione, dall’altra lo stimolo della fame si riduce ed il senso di sazietà perdurerà più a lungo.

2. Cereali integrali

cereali integrali
Cereali integrali come il riso o l’avena sono in grado di offrire energia al nostro organismo in maniera graduale e costante, evitando che si generino i picchi insulinici tipici di cibi troppo zuccherini, il cui consumo dovrebbe essere il più possibile limitato, in modo da evitare il rischio che l’organismo, avendo assunto zuccheri in eccesso, trasformi questi ultimi in grassi, processo che a lungo andare porterebbe ad un evitabile aumento di peso.

3. Broccoli

broccoli
I broccoli sono annoverati tra gli ortaggi maggiormente in grado di aiutare il nostro organismo nello svolgimenti dei propri processi depurativi e di eliminazione delle tossine. Essi contengono elementi fondamentali per il buon funzionamento del nostro apparato digerente, tra cui troviamo in particolare le fibre vegetali. I broccoli si contraddistinguono inoltre per la loro capacità di apportare vitamine tra cui la vitamina C, la vitamina A e la vitamina K. Non è da trascurare, infine, il loro contenuto di antiossidanti e folati, necessari per il compimento di alcuni importanti processi, tra cui il metabolismo dell’omocisteina, la cui elevata presenza nel sangue viene considerata un fattore di rischio a livello cardiovascolare.

4. Zuppe e minestre

zuppe
Studi recenti effettuati presso la Penn State University (http://www.psu.edu/) hanno messo in luce come l’assunzione ben combinata di cibi liquidi affiancati a cibi solidi sia in grado di aumentare il senso di sazietà, apportando allo stesso tempo le proprietà benefiche di quei cereali legumi e verdure che vengono comunemente impiegati nella preparazione di zuppe e minestre. L’assunzione di una minore quantità di cibo spinge l’organismo a bruciare i grassi già accumulati in precedenza, favorendo il dimagrimento. Ricordiamo, in ogni caso, di non affidarsi a diete improvvisate o fai-da-te, ma di affidarsi alle indicazioni di uno specialista.

5. Tè verde

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Il tè verde è una bevanda molto preziosa che, oltre ad esplicare i propri benefici sul nostro metabolismo, rendendolo più efficiente, è in grado di contribuire al mantenimento di un ottimo stato di salute, per via del suo contenuto non trascurabile di antiossidanti, in grado di svolgere una potente azione anti-invecchiamento sui tessuti e sugli organi del nostro corpo.

6. Mele e pere

mele
Da uno studio condotto dall’Università di Rio De Janeiro su di un campione di donne, è risultato che, coloro a cui era stato richiesto di consumare tre mele o tre pere al giorno, si erano rivelate in grado di perdere peso più rapidamente rispetto a coloro che non seguivano la buona abitudine di consumare questi frutti quotidianamente. Mele e pere si sonodunque rivelate in grado di risvegliare il metabolismo e di favorire il dimagrimento.

7. Spezie

spezie
Cannella, pepe di Cayenna, pepe nero, cipolla in polvere e zenzero sono tra le spezie ritenute maggiormente in grado di svolgere un’azione stimolante nei confronti del metabolismo. Sembra che siano le spezie dal sapore più piccante e pungente a garantire i risultati migliori. Da un sorprendente studio canadese emerge come chi assume regolarmente spezie sia in grado di bruciare quotidianamente fino a 1000 calorie in più rispetto a chi non le annovera nella propria dieta.

8. Agrumi

L’elevato contenuto di vitamina C di arance, mandarini e pompelmi contribuirebbe a tenere a bada i picchi insulinici, facendo in modo che l’organismo svolga in maniera regolare le proprie funzioni metaboliche, favorendo di conseguenza lo smaltimento di eventuali grassi in eccesso.

9. Cibi ricchi di calcio

mandorle
Uno studio condotto dall’Università del Tennessee ha dimostrato come chi assume una quantità di calcio compresa tra i 1200 e i 1300 milligrammi sia in grado di perdere il doppio del peso rispetto a coloro il cui apporto giornaliero del minerale si sia rivelato minore. E’ bene ricordare che è possibile arricchire di calcio la propria dieta assumendo alimenti vegetali come i semi di sesamo (una porzione da 100 grammi ne contiene 1000 milligrammi), le verdure a foglia verde, i semi di lino, le mandorle e la quinoa.

10. Cibi ricchi di omega3

frutta secca
L’assunzione di cibi ricchi di omega3 si rivela fondamentale nel ristabilire il corretto ritmo del metabolismo in quanto questi acidi grassi essenziali si rivelano in grado di ridurre la produzione di un ormone chiamato leptina, che sarebbe in grado di contribuire al rallentamento del metabolismo. Tra gli alimenti da scegliere per aumentare l’apporto di omega3 nella dieta vi sono olio di lino, semi di lino, semi di zucca, semi di girasole, noci e anacardi.
Marta Albè

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Tratto da: http://www.greenme.it