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mercoledì 28 settembre 2011

Additivi alimentari: una lista della sostanze sospette



La prevenzione dei tumori e di altre gravi patologie passa anche dall’alimentazione, anzi, direi che è uno dei fattori più importanti. Un’alimentazione sana e priva di molti additivi chimici dannosi, può evitare l’insorgenza di molte forme tumorali e di altre malattie.
Da preferire l’alimentazione a base di frutta e verdura coltivate con sistemi Bio e di stagione.
La ragione è già stata spiegata in un articolo a questo indirizzo .

Limitare il consumo di carni rosse e soprattutto di salumi. Le carni rosse, se consumate spesso, aumentano le probabilità di insorgenza di tumori allo stomaco ed i salumi di produzione industriale hanno come conservanti i nitrati ed i nitriti di sodio e potassio (E249, E250, E251, E252) che sono potenzialmente cancerogeni perché, in determinate condizioni, mutano in nitrosammine.

La lega italiana per la lotta contro i tumori da una chiara definizione delle nitrosammine: "le nitrosammine, per esempio, sono dei potenti cancerogeni che si trovano in molti cibi conservati (insaccati, carne in scatola) o si formano nello stomaco per reazione chimica tra i nitrati e i componenti principali delle proteine, gli aminoacidi".

Consumatore avvisato quindi.

Associando però l’uso di acido ascorbico (E300/301/302) si limitano le possibilità che i nitrati ed i nitriti diventino nitrosammine e quindi abbiano effetti potenzialmente cancerogeni nel nostro organismo. Si limitano, ma non si cancella il rischio.

Altro prodotto sospetto è l’aspartame. Tale sostanza ha diversi effetti collaterali a forti dosaggi e la sua pericolosità è ancora in discussione sebbene l’EFSA la abbia dichiarata sicura, se non si superano i dosaggi giornalieri consigliati.

Per il Glutammato monosodico (E620) ed il Sodio L-glutammato (E621) le opinioni sono controverse.

Alcune fonti li danno come innocuo ed altre come potenzialmente molto pericoloso. Nella tabella sottostante vi sono una gamma di reazioni avverse riportate da più fonti.

Fatevi una domanda.

Perché un alimento di qualità dovrebbe utilizzare un esaltatore di sapidità per accentuare il sapore? Se fate qualche ricerca scoprirete che è raro trovare alimenti di alta qualità che utilizzano gli esaltatori di sapidità... E per alimenti di qualità non intendo dire necessariamente alimenti di marca.

Gli aromi, altro punto dolente.

Si dividono in 3 categorie:

Aromi naturali: devono necessariamente essere ottenuti da vegetali o animali.

Aroma “naturale identico”: quando la struttura chimica di un aroma presente in natura viene copiata esattamente, si ottiene un aroma “naturale identico”, anche se il procedimento fa uso di composti non naturali.
Sulle etichette verrà segnalato come "aroma naturale".

Aromi di sintesi o comunemente "aromi": ottenuti per sintesi chimica di laboratorio e che imitano (o meno) l’originale presente in natura.

Ora passiamo a questa lista.

Qui sono elencati solo gli alimenti sospetti, che danno reazioni avverse o potenzialmente pericolosi.

Ricordatevi che nel vostro stomaco possono finire molte di queste sostanze e che nessuna ricerca è stata in grado di analizzare in maniera esauriente l’interazione e la tossicità di diversi additivi assunti contemporaneamente.

La lista è stata redatta utilizzando più fonti ed incrociando i dati in modo da avere una tabella completa ed esatta.

COLORANTI
Tartrazina E 102: Controindicato a chi è allergico all’aspirina ed agli asmatici.
Giallo di chinolina E 104: Vietati in Australia. Sconsigliato ai bambini.
Giallo arancio S E 110: Controindicato a chi è allergico all’aspirina ed agli asmatici.
Cocciniglia E 120: Pericolo di reazioni allergiche ed in certi casi di shock anafilattico.
Azorubina E 122: Controindicato a chi è allergico all’aspirina ed agli asmatici. Può provocare eruzioni cutanee.
Amaranto E 123: Sospetto mutageno. Controindicato a chi è allergico all’aspirina ed agli asmatici.
Rosso cocciniglia A E 124: Controindicato a chi è allergico all’aspirina ed agli asmatici. Può provocare eruzioni cutanee.
Eritrosina E 127: Sospetto. Ad alte dosi può provocare tumori alla tiroide nei topi.
Rosso 2g E 128: Vietato in Australia.
Rosso allura E 129: Accentua stati allergici e favorisce irritazioni alla pelle.
Blu patent V E 131: Vietato in Australia.
Blu brillante E 133: Sospetto cancerogeno.Sconsigliato per i bambini. 
Caramello e derivati E 150: Colorante artificiale. Zuccheri trattati con acido solforico ed ammoniaca.
Nero Brillante BN E 151: Controindicato a chi è allergico all’aspirina ed agli asmatici. Può provocare eruzioni cutanee.
Carbone vegetale E 153: Vietato negli USA.
Marrone FK E 154: Vietato in Australia.
Annatto E 160b: Sconsigliato ai bambini.
Capsantina E 160c: Vietato in Australia.
Licopene E 160d: Vietato in Australia.
Oro E 175: Vietato in Australia.
Pigmento rosso E 180: Controindicato a chi è allergico all’aspirina ed agli asmatici.Può provocare eruzioni cutanee.


CONSERVANTI Acido benzoico E 210: Possibili reazioni allergiche in persone asmatiche o sensibili all’aspirina.
Benzoato di sodio E 211: Possibili reazioni allergiche in persone asmatiche o sensibili all’aspirina.
Benzoato di potassio E 212: Possibili reazioni allergiche in persone asmatiche o sensibili all’aspirina.
Benzoato di calcio E 213: Possibili reazioni allergiche in persone asmatiche o sensibili all’aspirina.
Paraidrossibenzoato di etile... E 214: Non assumere a forti dosi. Sospetto, possibili relazioni con allergie ed insorgenza di tumori.
(Sodium salt) E 215: Non assumere a forti dosi. Sospetto, possibili relazioni con allergie ed insorgenza di tumori.
(Propybaraben) E 216: Non assumere a forti dosi. Sospetto, possibili relazioni con allergie ed insorgenza di tumori.
(Propy-14Hydroxybenzoate) E 217: Non assumere a forti dosi. Sospetto, possibili relazioni con allergie ed insorgenza di tumori.
(Methylparaben) E 218: Non assumere a forti dosi. Sospetto, possibili relazioni con allergie ed insorgenza di tumori.
(Methy-14Hydroxybenzoate) E 219: Non assumere a forti dosi. Sospetto, possibili relazioni con allergie ed insorgenza di tumori.
Anidride solforosa E 220: Irritante del tubo digerente. Può causare reazioni allergiche. Diminuisce il livello di vitamina B1.
Sodio solfito E 221: Diminuzione livelli vitamina B1. Effetti collaterali vari (mal di testa, debolezza, ansimazione).
Bisolfito di sodio E 222: Diminuzione livelli vitamina B1. Effetti collaterali vari (mal di testa, debolezza, ansimazione).
Metabisolfito di sodio E 223: Diminuzione livelli vitamina B1. Effetti collaterali vari (mal di testa, debolezza, ansimazione).
Metabisolfito di potassio E 224: Diminuzione livelli vitamina B1. Effetti collaterali vari (mal di testa, debolezza, ansimazione)
Solfito di calcio E 226: Diminuzione livelli vitamina B1. Effetti collaterali vari (mal di testa, debolezza, ansimazione).
Bisolfito di calcio E 227: Diminuzione livelli vitamina B1. Effetti collaterali vari (mal di testa, debolezza, ansimazione).
Potassio solfito acido E 228: Diminuzione livelli vitamina B1. Effetti collaterali vari (mal di testa, debolezza, ansimazione).
Difenile E 230: Origine petrolchimica. Vietati in Australia. Possono creare problemi al fegato ed ai reni.
Ortofenil fenolo E 231: Origine petrolchimica. Vietati in Australia. Possono creare problemi al fegato ed ai reni.
Ortofenil fenato di sodio E 232: Origine petrolchimica. Vietati in Australia. Possono creare problemi al fegato ed ai reni.
Tiabendazolo E 233: Origine petrolchimica. Vietati in Australia. Possono creare problemi al fegato ed ai reni.
Nisina E 234: Vietato in Svizzera.
Esametilen tetramina E 239: Possibile mutageno. Non confermata l’azione mutagena su esseri umani ma sospetto.
Acido borico (aldeide formica) E 240: Possibile mutageno. Non confermata l’azione mutagena su esseri umani ma sospetto.
Parafina E 243: Petrolio derivato. Possibili danni a lungo termine a causa dell’accumulo nei reni e nel fegato.
Nitrito di potassio E 249: Potenzialmente cancerogeno. Può combinarsi con altre sostanze e convertirsi in nitrosammine. Nota1
Nitrito di sodio E 250: Potenzialmente cancerogeno. Può combinarsi con altre sostanze e convertirsi in nitrosammine.Nota1
Nitrato di sodio E 251: Potenzialmente cancerogeno. Può combinarsi con altre sostanze e convertirsi in nitrosammine. Nota1
Nitrato di potassio E 252: Potenzialmente cancerogeno. Può combinarsi con altre sostanze e convertirsi in nitrosammine. Nota1


ANTIOSSIDANTI Acido malico E 296: Sconsigliato ai bambini.
Palmitato di ascorbile E 304: Possibile formazioni di calcoli alla vescica.
Delta-tocoferolo di sintesi E 309: Disturbi renali a forti dosi.
Gallati (Propyl gallate) E 310: Possibili eritemi alle mucose della bocca.
Gallati (Octyl gallate) E 311: Possibili eritemi alle mucose della bocca.
Gallati (Dodecyl gallate) E 312: Possibili eritemi alle mucose della bocca.
Ter-butil-idrochinone E 319: Sopra i 5 grammi può essere fatale. Sconsigliato ai bambini. Può causare vomito, nausea e delirio.
BHA Butil idrossi anisolo E 320: Diminuisce il livello di vitamina D. Può causare allergie.


REGOLATORI D’ACIDITA’
Lattato di sodio, potassio, calcio
ammonio e magnesio E325 E326 E327 E328 E329: Sconsigliato a chi è intollerante al lattosio.
Acido ortofosforico e derivati E 338: Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
[Sodium dihydrogen ortophosphate] E339a: Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
[Disodium hydrogen orthophosphate] E339b: Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
[Trisodium orthophosphate] E339c:Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
(Potassium orthophosphate) E340a: Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
[Dipotassium hydrogen orthophosph.] E340b: Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
[Tripotassium orthophosphate] E340c: Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
[Calcium tetrahydrogen diorthophosp.E341a: Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
[Calcium hydrogen orthophosphate] E341b: Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
[Tricalcium diorthophosphate] E341c: Può provocare problemi digestivi. L’eccesso di fosforo può causare diminuzione di calcio nell’organismo.
Acido succinico E 363: Vietato in Australia.
Eptonolattone E 370: Vietato in Australia.
Calcio disodico E 385: Vietato in Australia.


ADDENSANTI, EMULSIONANTI, GELIFICANTI, STABILIZZANTI

Agar-agar E 406: Sopra i 5 grammi può avere effetti lassativi.
Carragenine E 407: Sospetto. A forte dosi si ritiene causi coliti ulceranti e cancro.
Gomma adragante E 413: Ricerche insufficienti. Possibile allergenico.
Gomma arabica E 414: Possibile allergenico.


ADDITIVI VARI


Sorbitolo E 420: Può causare disturbi gastrici. In Australia è vietato nei cibi per bambini.
Mannitolo E 421: Vietato in Svizzera. Possibile allegenico.
Monolaurato di  poliossietilensorbitano polisorbato E 432: Vietato in Australia.
Gelatine E 441: Possibile allergenico. Può contenere E220.
Polifosfati E 450a,b,c
Cellulosa e derivati 
Emulsionanti e tensioattivi E 460: Vietato in Australia.
Sali di sodio,potassio,magnesio
e calcio degli acidi grassi E 470: Vietato in Australia.
Sucrogliceridi E 474: Vietato in Australia.
Steroile tartrato E 483: Vietato in Australia.
Monopalmitato di sorbitano E 495: Vietato in Australia.
Sali minerali
Ammonio carbonato E 503: Irritante per le membrane mucose.
Potassio cloruro E 508 :A dosi elevate favorisce la formazione di ulcere gastriche.
Ammonio cloruro E 510: Può accentuare problemi renali ed epatici.
Acido solforico E 513: Vietato in Australia.
Sodio, potassio, calcio ammonio, magnesio.
Idrossido E524 E525 E526 E527 E528
Calcio,magnesio ossido E529 E530: Vietato in Australia.
Sodio alluminio fosfato E 541: Vietato in Australia.
Magnesio silicato E 553a: Vietato in Australia.
Talco E 553b: Sospetto. Possibile effetto cancerogeno sullo stomaco.


ESALTATORI DI SAPIDITA’ Glutammato monosodico E 620: Abbassa la soglia di eccitabilità dei neuroni .Provoca reazioni nel sistema nervoso parasimpatico. Possibili mal di testa, palpitazioni, vertigini, nausea, contrazioni muscolari. Sconsigliato a chi soffre d’asma o a chi è allergico all’aspirina.
Sodio L -glutammato E 621: Abbassa la soglia di eccitabilità dei neuroni. Provoca reazioni nel sistema nervoso parasimpatico. Possibili mal di testa, palpitazioni, vertigini, nausea, contrazioni muscolari. Sconsigliato a chi soffre d’asma o a chi è allergico all’aspirina.
Monopotassio glutammato E 622: Può causare nausea, diarrea, vomito e crampi addominali.
Inosinato disodico E 631: In Australia vietato nei cibi per bambini.
Ribonucleotidi di sodio E 635: Vietato in Australia.
Etilmaltolo E 637: Studi sulla tossicità insufficienti.
Varie
Paraffine E 905: Probabile nesso con tumori intestinali. Può causare problemi all’assorbimento di vitamine e grassi.
Cera microcristallina raffinata E 907: Vietato in Australia.
Cloro E 925: Distrugge le sostanze organiche. Probabili effetti cancerogeni.
Potassio acesulfame (acesulfame K) E 950: Sospetto. L’acetoacetamide prodotto durante la sua scomposizione ha prodotto danni alla tiroide in ratti ed altri animali. Gli studi sono contrastanti ma alcune ricerche ritengono sia cancerogeno ad alti livelli.Si ritiene che piccole quantità siano poco dannose.


EDULCORANTI (DOLCIFICANTI)
Aspartame E 951: Ampia gamma di effetti dannosi.Studi hanno dimostrato la relazione fra insorgenza di leucemie e alti consumi nelle cavie. Vedi articolo.
Acido ciclammico E 952:Vietato negli USA ed in Gran Bretagna. Alcune ricerche lo indicano come cancerogeno.
Saccarina E 954: In piccole dosi sembra innocuo. Alcune ricerche lo indicano come potenzialmente cancerogeno.

Tratto da: http://www.informasalus.it

lunedì 26 settembre 2011

Essere in sovrappeso non è un problema di grasso. È un problema di acidità

Personalmente non credo nelle diete. Credo che una dieta sia solo un qualcosa di difficile da seguire poiché richiede una lotta continua e per giunta le diete negano il piacere del mangiare. L’organismo può reagire a una dieta con ribellione o senso di colpa. Mettersi a dieta inoltre genera una serie di pesanti conseguenze fisiche ed emotive. I possibili effetti includono depressione, insicurezza, affaticamento, debolezza, isolamento sociale, calo del desiderio sessuale, fiacchezza e inedia.
Le diete che si basano sul calcolo di calorie, grassi e carboidrati, annullano la gioia e il piacere che riceviamo dai cibi. È per questo motivo che la maggior parte delle diete fallisce clamorosamente: i pochi che sperimentano la gioia di vedere l’ago della bilancia scendere di qualche tacca, tendono sempre a riprendere velocemente i chili perduti…a volte anche più di prima!
Per questo, invece di continuare a dipendere dalla bilancia, sarebbe meglio che ti concentrassi su alcune scelte fondamentali per la tua salute. 
Abbiamo bisogno di una filosofia alimentare nuova, che ci stimoli a scegliere cibi in grado di fornire energia e sostanze nutritive, evitando al tempo stesso cibi come carne, zucchero, latticini e cibi conservati. Questa nuova filosofia della salute si basa sul pH del sangue e dei tessuti: ossia i livelli di acidità e alcalinità del corpo. Il Dottor Young nel suo libro “Il Miracolo del pH” spiega: <<Le diverse zone del corpo hanno diversi livelli ideali di pH, ma il pH del sangue è in assoluto il valore più significativo. Proprio come la temperatura corporea deve mantenersi costante, così anche il sangue deve mantenersi entro un certo valore sulla scala del pH (leggermente basico o alcalino). Il corpo farà di tutto per preservare tale livello, anche a costo di sconvolgere l’equilibrio di altri tessuti e sistemi organici.>>
Non appena l’equilibrio del tuo corpo viene ripristinato, tutto incomincia a funzionare meglio. Quando il tuo corpo è ben equilibrato, ti senti pieno di salute, energia e vitalità. Questo equilibrio crea una sinergia tra mente e corpo, e ti porta a cambiare naturalmente le tue scelte di come nutrirti. L’organismo stabilisce infatti un equilibrio tra i cibi che mangi e il modo di mangiare, rendendo evidente il fondamentale legame tra le nostre abitudini alimentari e il nostro stato psicofisico. Quando il tuo corpo è in equilibrio ti senti invogliato a mangiare cibi che forniscono energia e vigore al tuo corpo. Quando il pH del tuo corpo viene mantenuto entro i giusti valori alcalini, sei in grado di riconoscere i cibi che hanno un impatto negativo sulla tua salute e impoveriscono le tue riserve di energia.
Quando i tuoi valori di pH sono ben equilibrati, la perdita di peso avviene naturalmente – è la troppa acidità che ti impedisce di smaltire il grasso. Quando il pH del corpo è in equilibrio, o leggermente alcalino, la perdita di peso avviene naturalmente. Funziona così: più sostanze acide si accumulano nel corpo, più il corpo dovrà utilizzare le riserve alcaline per neutralizzare il surplus di acidi. Più risorse alcaline vengono adoperate per neutralizzare gli acidi, più l’organismo cercherà di mantenere le cellule grasse il più a lungo possibile (per proteggersi dagli attacchi dell’acidità). Vedi, non importa quanto impegno tu ci stia mettendo nel cercare di perdere peso, se il tuo ambiente interno è acido, l’organismo non permetterà di lasciare andare le cellule grasse (dato che questi grassi proteggono gli organi vitali dall’acidità). Nel suo libro “Le Verità Nascoste del Cancro” Keichi Morishita spiega che, quando l’acidità nel sangue incomincia ad aumentare, lo stesso acido si lega al calcio – un minerale alcalino – depositandosi nel grasso il più lontano possibile dal sangue e dai centri vitali. Quando si ristabilisce l’equilibrio, il corpo rilascia le cellule grasse, consentendo la naturale perdita di peso.
La cosa su cui vorrei riflettessi particolarmente è che si è scoperto che un'acidità eccessiva dipende quasi interamente da una scorretta alimentazione! Riuscirai quindi ad ottenere il giusto equilibrio mangiando la giusta quantità di cibi acidi e alcalini. Mangiare per il 70-80% cibi alcalini e per il 20-30% cibi acidi ti aiuterà a stabilire il giusto equilibrio e apporterà benefici duraturi alla tua salute. È in realtà molto semplice: almeno tre quarti dei cibi che ti servi nel piatto devono essere alcalini, lasciando il resto del piatto (ovvero un quarto) ai cibi acidi; in questo modo vedrai i tuoi valori del pH salire a livelli alcalini. I cibi freschi biologici, l’acqua ionizzata, le bevande vegetali e gli integratori alcalini ti aiuteranno a mantenere il corretto equilibrio del pH.

Di Matt Traverso
Tratto da: www.nexusedizioni.it

Allergie ed inquinamento ambientale

Il contatto con le sostanze inquinanti dà luogo ad una sensibilizzazione del sistema immunitario in individui sensibili, con irritazione di occhi, naso e gola, starnuti, gocciolamenti o intasamenti del naso, asma, difficoltà respiratorie, eczema. Occorre prestare attenzione a ciò che respiriamo, mangiamo e beviamo e agli ambienti interni ed esterni che frequentiamo affinché il nostro sistema immunitario non venga indebolito. I principali allergeni indoor provengono soprattutto dagli acari, dagli animali domestici, dagli insetti, dalle piante e dalle muffe. Pollini e muffe, possono penetrare negli ambienti chiusi attraverso finestre e sistemi di ventilazione e umidificazione.
Ci sono poi fonti di allergeni indoor di natura chimica contenuti nel fumo di tabacco, nelle vernici di mobili e pareti, negli insetticidi, nei detergenti domestici e in quelli per il corpo. Alcune sostanze artificiali possono essere particolarmente dannose: l'anidride solforosa, gli aerosol acidi, gli ossidi di azoto, l'ozono, le particelle sospese nell'aria di diametro inferiore ai 10 micron (PM10), le particelle emesse dalle auto e dalle caldaie alimentate a diesel. Condizioni climatiche stagionali possono aumentare la dispersione degli inquinanti nell'aria come gli impianti di riscaldamento in inverno. Infatti i bambini milanesi hanno il più alto tasso di affezioni alle vie respiratorie.
Ma la diffusione delle allergie negli ultimi anni non è dovuta ad inverni più freddi. Ci sono evidenze epidemiologiche della relazione tra inquinamento e malattie allergiche. E' lo stile di vita che occorre modificare a partire dagli alimenti, dalla composizione dei materiali delle nostre case e dei nostri uffici, dal tempo che passiamo al chiuso.
Così occorre imparare a leggere le etichette, dei cibi, dei detergenti, delle vernici, degli elettrodomestici, ma anche guardarsi intorno e pretendere il rispetto della legge e l'eliminazione delle coperture in amianto. Dobbiamo verificare gli impianti di riscaldamento del caseggiato, usare più mezzi pubblici e pretendere che siano potenziati, così come il verde, se vogliamo passare più tempo all'aperto, magari facendo esercizio fisico, senza correre rischi quando respiriamo.
La qualità ambientale ed alimentare è una garanzia per il nostro sistema immunitario, per questo ci sono responsabilità che di dobbiamo assumere e altre che dobbiamo pretendere dalle amministrazioni pubbliche.


 di Fiorello Cortiana 

Tratto da: www.eurosalus.com

domenica 25 settembre 2011

Un olio come antibiotico? È il tea tree oil

L'albero del tè, o della melaleuca, produce un olio dalle straordinarie proprietà antibiotiche e disinfettanti: il tea tree oil. Perfetto per curare brufoli e lesioni della pelle, ma anche per alleviare tosse e bronchite.

I marinai inglesi giunti in Australia sotto la guida del capitano James Cook usavano le sue foglie per prepararsi un infuso fresco e dissetante: per questo, da allora, la pianta della melaleuca è conosciuta anche come albero del tè, o tea tree. Gli aborigeni australiani, invece, la conoscevano e apprezzavano già da tempo per le sue proprietà benefiche per la salute e la utilizzavano per curare infezioni e lesioni della pelle.

La Melaleuca appartiene alla famiglia delle Mirtacee e conta ben 300 varietà diverse. Solo una di queste, però (la Melaleuca alternifolia), produce un olio dallo straordinario potere disinfettante e antibatterico. 
L’olio di melaleuca è una sostanza molto complessa: si compone infatti di più di 100 elementi diversi. Quelli principali sono terpinene, pinene, cimene, terpineolo-4 e cineolo. Contiene inoltre viridiflorene, una sostanza preziosa che si trova raramente nel mondo vegetale. L’olio si ottiene per distillazione mediante vapore acqueo delle foglie: l’acqua presente nelle foglie, evaporando, porta con sé goccioline di olio, che viene poi filtrato.

L’olio di melaleuca viene oggi considerato uno dei più importanti antibiotici naturali, è privo di controindicazioni ed è utilizzato principalmente nella cura dell’acne, delle vaginiti (anche in gravidanza, in cui gli antibiotici sono generalmente controindicati) e nelle infezioni da candida. Inoltre è un valido alleato della medicina tradizionale in caso di infezioni batteriche o virali delle vie respiratorie e di micosi della pelle o delle unghie.

Le sue proprietà disinfettanti e antibiotiche sono oggetto di studio dagli anni ’20 e ne tempo sono state dimostrate da diverse ricerche e testimonianze.

 Ecco qualche esempio di utilizzo:

acne e infiammazioni della pelle: applicare un goccia di olio sulla parte interessata, aiutandosi con un bastoncino di cotone per le orecchie
herpes labiale: applicare olio puro sulla lesione
piede d’atleta e micosi delle unghie: applicare due o tre volte al giorno sull’area e lasciare asciugare
pediluvio riposante e antiodori: 10 gocce di olio in quattro litri d’acqua calda per 10-15 minuti
collutorio: da cinque a 10 gocce in un bicchiere d’acqua
tosse e bronchite: mescolare un cucchiaio di olio d’oliva con tre-cinque gocce di olio di melaleuca e spalmare su schiena e torace.

Infine, qualche consiglio per l’acquisto e la conservazione:

• l’olio si acquista nelle erboristerie, farmacie e parafarmacie, deve provenire da coltura biologica al 100% o estratto da piante selvatiche (è più costoso ma più sicuro)
• sull’etichetta, controllare che la percentuale di cineolo sia inferiore al 7%, perché in dosi superiori irrita le mucose, mentre il terpineolo-4 deve superare il 35%, per essere efficace come antibiotico
• conservare l’olio in un vasetto di vetro scuro a chiusura ermetica (si ossida facilmente a contatto con l’aria e perde le sue proprietà) e in un luogo poco illuminato
• meglio acquistare l’olio in piccole dosi e consumarlo in breve tempo, perché i principi attivi hanno vita breve, anche se la boccetta viene correttamente conservata.


Tratto da: www.sanihelp.it

Depuriamo la casa con le piante

Tutti gli elettrodomestici liberano nell'aria onde elettromagnetiche che non sono per noi salutari. Ecco come depurare l'aria della casa con le piante


Il vostro impegno ambientale vi fa andare in bicicletta, usare le borse in stoffa per fare la spesa e comprate solo bio. Siete già molto avanti, per l’ambiente e per voi. Ma avete mai pensato che proprio casa vostra è il posto in cui l’aria può essere più sporca? Pensateci bene: televisori, cellulari vicino al letto, computer sempre acceso proprio dove dormite o dove dormono i bambini. Tutti questi elettrodomestici liberano nell’aria onde elettromagnetiche non sempre salutari per chi le respira.

E’ chiamato elettrosmog, ed è generato da tutte le apparecchiature elettriche, dagli stessi impianti tra le mura domestiche, da tutte le linee esterne di distribuzione di corrente, dai cellulari e relativi ripetitori, da antenne radiotelevisive, radar, ecc. Chi può aiutarci a rendere l’aria più respirabile? La natura.

Delle bellissime piante da appartamento adatte a trattenere le tossine liberate dai nostri elettrodomestici. Numerose ricerche hanno ormai confermato la teoria che molte piante hanno il potere antismog. L’ambiente in cui viviamo, o lavoriamo, è inquinato dai detersivi, dai materiali dei mobili e dalle apparecchiature. Sostanze dai nomi inquietanti come: xilene, anidride carbonica, monossido di carbonio.

casa-depurata-1Non è raro che chi lavora in uffici pieni di computer soffra di mal di testa gravi e problemi respiratori. Ecco alcune piante, molto conosciute, che possono abbellire case e uffici, pulendone l’aria. Il ficus benjamina è molto utile contro il fumo delle sigarette, il formaldeide e il benzene, quest’ultimo è contrastato anche dalla stella di Natale. L’aloe assorbe tricloroetilene, l’anturio il benzene e il formaldeide, come la monstera. Lo spatifillo assorbe tricloroetilene, formaldeide e benzene. I fiori variopinti della kalanchoe sono belli e allegri e in più contrastano le radiazioni elettromagnetiche. Contro il tricloroetilene e benzene funziona l’edera e la felce è efficace contro l’inquinamento da formaldeide.

 Il tricloroetilene, è noto anche col nome commerciale di trielina, la formaldeide è un potente battericida, le soluzioni acquose di formaldeide trovano largo impiego come disinfettanti per uso domestico, e nella produzione di tessuti a livello industriale viene utilizzata come battericida. Il benzene è un solvente molto usato nell’industria chimica, è stato anche impiegato per la sintesi di varie medicine, di materie plastiche, del caucciù sintetico, e di alcuni coloranti. Lo xilene è utilizzato come solvente nella stampa, per la lavorazione delle gomme e del cuoio. Quindi, senza saperlo, sono tutte sostanze molto presenti nei nostri ambienti.

Quando avrete comprato le piante che preferite e più adatte al vostro appartamento o ufficio, continuate con la purificazione della casa. Per la camera da letto saranno utili alcuni semplici accorgimenti: utilizzare solo le apparecchiature di cui non si può fare a meno come la radiosveglia, ma è sempre consigliato durante il sonno staccare tutte le spine. Le luci alogene a bassa tensione hanno un trasformatore che anche da spento emana un alto campo elettromagnetico quindi è meglio staccare sempre la spina prima di addormentarsi. Capita spesso che il cellulare venga messo in carica di notte: hanno un forte campo elettromagnetico, tenerli lontani o staccarli durante il sonno.

E ancora: evitare mobili costruiti o verniciati con materiali tossici, i pavimenti sintetici come la moquette, con tessuti plastici, o legno trattato con vernici sintetiche. Anche i colori possono aiutarci a trovare serenità e a rispettare il sonno: evitare il giallo che attiva troppo la mente e se usato in eccesso può dare malinconia. Il rosso è eccitante. Usare colori pastello e tenui nelle tonalità del turchese, verde, azzurro per avere un sonno tranquillo. Ricordatevi di aerare spesso qualsiasi stanza, anche quando fa freddo, per fare circolare l’aria satura. Dei campanelli sulla finestra e sulla porta vi regaleranno dei suoni rilassanti e scacceranno le negatività.

A cura di Paola Fabris
Tratto da: www.girlpower.it

L’effetto dei pensieri e degli stati d’animo sulla nostra salute.




I pensieri e le emozioni si scaricano immediatamente sul corpo. La prima struttura fisica a manifestarli è la muscolatura Quando però gli stati d’animo negativi diventano permanenti, essi creano irrigidimenti muscolari cronici che modificano stabilmente la nostra forma corporea

I pensieri e le emozioni si scaricano immediatamente sul corpo.
La prima struttura fisica a manifestarli è la muscolatura, che si contrae facendoci assumere una mimica facciale e corporea caratteristica: basti pensare come la gioia o la rabbia si imprimano inconfondibilmente sulla nostra espressione corporea. Quando però gli stati d’animo negativi diventano permanenti, essi creano irrigidimenti muscolari cronici che modificano stabilmente la nostra forma corporea, dando origine talvolta anche a dolori ed eccessive compressioni sulle articolazioni.
Le persone timorose di sbagliare tengono le spalle sollevate come se si dovessero proteggere, le persone timide e introverse tendono ad assumere posizioni raccolte, i depressi si incurvano sotto il peso della vita e così via. Il corpo fisico dunque assorbe fin che può, poi gli stati d’animo negativi si scaricano sugli organi creando vari disturbi:
l’ansia per esempio ricade sul sistema digerente ed in particolare sullo stomaco, creando gastrite, colite, spasmi ed acidità fino all’ulcera duodenale;
la rabbia si scarica su fegato e cistifellea creando tensioni alle vie biliari fino alla formazione di calcoli, a tutto questo si aggiunge l’effetto dello stress sul cuore e sulla pressione arteriosa.
La depressione poi è sempre deleteria, poiché trasmette un messaggio di scoraggiamento al sistema immunitario, che è quell’esercito di cellule (i globuli bianchi) che ci devono proteggere e difendere: se c’è grande disperazione si aprono le porte alle malattie più gravi e mortali (il corpo manifesta la volontà della coscienza che non ha più voglia di vivere). Se abbiamo molta aggressività repressa e siamo in preda a  forti conflitti con noi stessi il sistema immunitario può intraprendere una guerra civile e rivoltarsi contro di noi generando alcune tipiche malattie dette appunto autoimmuni (dalla psoriasi, vitiligine ed altre malattie dermatologiche sino all’artrite reumatoide e al lupus).
L’eccessiva insofferenza ed intolleranza fanno accumulare forti tensioni che, se non sfogate, possono liberarsi scatenando il sistema immunitario contro pollini e alimenti, creando varie tipologie di allergie. Per ciò che riguarda le malattie ereditarie la risposta c’è, ne parleremo sul prossimo numero. Ed i piccoli incidenti come le cadute che causano traumi e fratture? Spesso non sono casuali ma il risultato di periodi di eccessiva stanchezza, dove siamo così obbligati a riposarci per forza, oppure esprimono un tentativo inconscio di ricevere affetto ed attenzioni dalle persone a cui vogliamo bene e con le quali non riusciamo a comunicare.
La malattia può addirittura diventare un modo per difenderci dalle pretese e dall’aggressività degli altri, o per venire meglio accettati: tutti sono infatti più disponibili  e tolleranti di fronte ad un malato. Potremmo ancora continuare a lungo, ma già è chiaro che, per mantenersi in buona salute è assolutamente indispensabile una profonda serenità con se stessi e con il mondo.  
 
Dr. Luigi Torchio

Tratto da: www.naturopataonline.org

Cancro al seno, ormoni e alimentazione

Cosa, come e quando mangiare per prevenire l’invecchiamento e la malattia...

Ormai numerossimi studi scientifici lo hanno dimostrato ampiamente: ci ammaliamo quanto più invecchiamo, quindi se rallentiamo o moduliamo l’invecchiamento dovremmo ammalarci di meno. Allora perché invecchiamo? A tale proposito esistono numerose teorie, ma attualmente la più accreditata è quella dell’endocrinosenescenza. Secondo questa teoria invecchiamo perché le ghiandole che producono gli ormoni, (le ghiandole endocrine) col passare degli anni incominciano a non funzionare più correttamente. A questo proposito si possono verificare tre condizioni:
- inversione del ritmo circadiano di produzione ormonale;
- diminuzione assoluta della produzione ormonale;
- diminuzione relativa della produzione ormonale.
Ci sono persone che a partire dalle undici della sera acquistano una carica incontenibile, che non andrebbero mai a dormire e la mattina non c’è verso di tirarle giù dal letto, e pur dormendo molte ore non hanno un sonno riposante. Si svegliano stanche. Tutto questo accade perché questo tipo di persone ha un ritmo di produzione del cortisolo circadiano, cioè giornaliero, invertito. Ma cosa ha di tanto speciale il cortisolo? Il cortisolo è un ormone che viene prodotto, assieme all’adrenalina, dal surrene, una piccola ghiandola collocata sopra il rene. Entrambi gli ormoni consentono di mettere immediatamente a disposizione le nostre riserve di energia, per far fronte alle situazioni di pericolo. La nostra biologia non è mutata ed è uguale a quella dell’uomo primitivo il quale si trovava sovente in condizioni di pericolo in cui doveva prendere una decisione rapida: combattere o fuggire. Adrenalina e cortisolo – mettendoci immediatamente a disposizione le riserve di energia – servono per affrontare questo tipo di situazioni. Non a caso vengono chiamati ormoni dello stress e antistress. Se la nostra biologia non è cambiate rispetto a quella dell’uomo primitivo, sono però cambiate le condizioni esterne. L’uomo primitivo, dopo avere affrontato una situazione di emergenza, poteva tirare il fiato, riposarsi, ricostituire le riserve di energia e consentire al surrene di preparare nuove scorte di adrenalina e cortisolo. Oggi è difficile trovarsi in condizioni di pericolo come quelle vissute dai nostri lontani antenati, ma il meccanismo adrenalina-cortisolo si attiva lo stesso perché le situazioni stressanti, pur essendo meno intense, sono più frequenti, quasi continuative. Questo porta all’inversione del ciclo di produzione giornaliera del cortisolo, favorito anche dall’assunzione di ritmi svincolati dall’alternarsi luce-buio dei tempi moderni. Il cortisolo infatti – ma anche il testosterone, gli estrogeni e altri ormoni – viene prodotto in maggiore quantità alle otto del mattino: nel corso della giornata la sua produzione tende a diminuire fino al minimo serale che ci consente di addormentarci. Se però continuiamo a richiedere al surrene continue “iniezioni” di cortisolo, arriviamo a un punto in cui questa ghiandola comincia a perdere i colpi e a produrre sempre minori quantitativi dell’ormone.

Estrogeno-donimanza e tumore al seno
Altrettanto importante è la riduzione relativa della produzione di un ormone. Cosa significa? Immaginiamo tutti gli ormoni messi assieme come un’orchestra: spesso infatti si parla di sinfonia ormonale. Questa terminologia non è casuale: negli ultimi tempi si è cominciato a comprendere che ogni ormone influenza gli altri, come in un effetto domino. Tuttavia all’interno dell’orchestra ci sono dei duetti privilegiati, che chiamiamo assi ormonali. Uno dei più importanti è l’asse estrogeni-progesterone. Si tratta degli ormoni sessuali femminili affinché una donna sia in perfetta salute devono essere in equilibrio. Gli estrogeni stimolano, il progesterone calma. Gli estrogeni stimolano la replicazione cellulare favorendo l’ispessimento dell’endometrio (la parte interna dell’utero che da luogo alla mestruazione), la formazione di noduli al seno, di fibromi uterini, di cisti ovariche. Gli estrogeni trattengono liquidi ed esercitano un’azione eccitante sul sistema nervoso. Il progesterone, opponendosi alle azioni degli estrogeni, ne modula gli effetti. Estrogeni e progesterone esercitano due forze opposte e solo in questo modo raggiungono l’equilibrio. Purtroppo spesso questo equilibrio è spostato a favore degli estrogeni. Si parla allora di estrogeno-dominanza, che è causa di tutti i problemi sopra descritti e forse anche di più seri, come il tumore al seno.
Con l’estrogeno-dominanza si realizzano anche altre condizioni che a loro volta favoriscono lo sviluppo di un tumore al seno. Innanzitutto gli estrogeni stimolano quella branca dell’immunità che viene chiamata Th2 e che consente la produzione degli anticorpi in grado, ad esempio, di neutralizzare i batteri (la cosiddetta immunità umorale). Contrapposta a Th2 c’è la branca Th1 che induce la formazione di cellule immunitarie in grado di distruggere altre cellule, come ad esempio quelle tumorali (immunità cellulare). Ne consegue che la branca Th2 è inadatta a combattere i tumori. Come mai, c’è da chiedersi, gli estrogeni favoriscono la branca Th2? Questo per far sì che durante la gravidanza, quando appunto gli estrogeni sono elevati e la branca Th2 iperattivata, la branca Th1 sia depressa per evitare che le cellule immunitarie sostenute dalla risposta Th1 attacchino le cellule del feto viste come un intruso. Secondo questa visione il cancro potrebbe essere addirittura assimilato a un feto che si sottrae alle cellule immunitarie della madre, ed il malato oncologico potrebbe essere visto come una gestante. Ma le analogie non finiscono qui. Gli estrogeni vengono prodotti a partire dal testosterone, il principale ormone maschile presente però anche nell’organismo femminile, ad opera di un enzima convertitore chiamato aromatasi. Il più potente attivatore dell’aromatasi è l’insulina. L’insulina stimola la produzione anche della prolattina che tra le altre cose consente alla puerpera di produrre il latte. Questa è un ulteriore analogia. Nel neoplastico l’insulina è elevata perché l’organismo malato di tumore è insulino-resistente, mentre che il tumore rimane insulino-sensibile. Siccome è l’insulina a spingere i substrati energetici all’interno di una cellula – purché questa sia sensibile, e non resistente, all’insulina – in questa condizione si realizza un dirottamento dei substrati energetici verso il tumore con conseguente sottrazione all’organismo malato: la cachessia neoplastica. Anche una donna gravida è insulino-resistente fino a sviluppare, nei casi più seri, il diabete gestazionale.
Se l’organismo è resistente all’insulina lo è anche allo IGF-1 (Insulin-like Growth Factor) in quanto i rispettivi recettori posizionati sulla membrana plasmatica sono molto simili. La IGF-1 viene prodotta dal fegato sotto lo stimolo del GH (Growth Hormone). La resistenza all’IGF-1 induce un aumento del grasso viscerale e conseguente aggravamento dell’insulino-resistenza. Si crea così un circolo vizioso. La resistenza allo IGF-1 fa alzare inoltre il cortisolo che a sua volta stimola la risposta Th2. Ma mentre l’organismo è cortisolo-sensibile il cancro è cortisolo-resistente: crea stress, si nutre di stress e uccide con lo stress.

Cosa mangiare
- Iniziate la vostra giornata con una colazione ricca di proteine come ad esempio una omelette fatta con tre o quattro albumi d’uovo (eventualmente con l’aggiunta di un rosso d’uovo ricco di Omega-3, cioè provenienti da allevamenti alimentati con cibi ad elevato contenuto di Omega-3 ) oppure del salmone o della bresaola e tante verdure riducendo al minimo i toast e i cereali raffinati. Le proteine inducono la liberazione dell’ormone della crescita, incrementano le prostaglandine antinfiammatorie, tengono sotto controllo i livelli di insulina evitando di sentirsi presto nuovamente affamati. Una colazione a base di soli carboidrati sortirà l’effetto opposto. Inoltre vi sentirete di nuovo affamati prima di pranzo e sarete spinti ad assumere nuovamente carboidrati creando un circolo vizioso.
- Frutta e verdura sono molto importanti. Usate prodotti biologici. Fondamentali sono le crucifere (broccoli, cavoli, cavolfiori, cavolini di Bruxelles) perché contengono indolo-3-carbinolo che metabolizza gli estrogeni. Attenzione a non consumarli crudi perché tendono a bloccare la tiroide. Riducete il consumo di frutta dolce, come le banane e di quella essiccata perché alzano i livelli di insulina.
- Consumate fibra proveniente da verdura, frutta, cereali integrali (questi ultimi vanno consumati con moderazione; se germogliati possono essere consumati liberamente). La fibra lega le tossine e gli estrogeni nell’intestino, consentendone l’eliminazione con le feci.
- Moderare il consumo di grassi saturi (animali) ed in particolare di carne rossa cotta sopra i 100°C (in questo modo i cibi e soprattutto i grassi della carne rossa diventano cancerogeni). Evitate i grassi trans (grassi parzialmente o completamente idrogenati) perché cancerogeni e perché irrigidiscono le pareti delle cellule bloccando i recettori dell’insulina e creando insulino-resistenza. Se usate olii vegetali che possono incrementare le prostaglandine infiammatorie includetevi anche proteine per aumentare quelle antinfiammatorie. Le patatine fritte accrescono l’insulina perché sono carboidrati raffinati, incrementano i radicali liberi perché cotte in olio surriscaldato e innalzano le prostaglandine infiammatorie in quanto combinano carboidrati con grassi w-6 aumentando l’infiammazione corporea (l’infiammazione stimola la produzione di insulina). Aumentate i grassi Omega-3 che si trovano nei pesci di acque profonde e fredde, come il salmone selvaggio oppure nell’olio di semi di lino e nelle noci. Evitate il pesce allevato che di solito ha un contenuto più elevato di mercurio e diossina, e un profilo lipidico sovrapponibile a quello della carne. Assumete un integratore a base di olio di pesce a cui è stato rimosso il mercurio e le altre tossine. Usate liberamente l’olio di oliva (Omega-9).
- Evitate gli zuccheri raffinati e le farine bianche il più possibile.
- Evitate o mantenete al minimo il consumo di alcol; meglio il vino rosso perché ricco di antiossidanti, inibisce l’aromatasi e contiene il resveratrolo che ha un’azione antitumorale.

Come mangiare
- Utilizzate metodi di cottura che non superino i 100°gradi, perché altrimenti si formano facilmente sostanze cancerogene.
- Prendete il vostro tempo, mangiate lentamente masticando a lungo. Questo vi aiuta a sapere quando siete sazi. Viceversa, se mangiate velocemente il vostro cervello non fa in tempo a registrare quando lo siete e il vostro girovita aumenterà sempre più.
- Alcuni comportamenti come il non alzarsi da tavola prima di aver pulito completamente il proprio piatto, bere coca-cole giganti o mangiare grosse porzioni di cibo probabilmente hanno accresciuto la capacità dello stomaco. Forse lo possiamo restringere se ogni volta che mangiamo lasciamo un piccolo spazio.

Quando mangiare
Mangiate tre volte al giorno ed evitate gli spuntini, specialmente se fatti di carboidrati. Normalmente dopo un pasto il vostro corpo libera insulina e dispone di carboidrati per circa due ore, dopodiché comincia a consumare grassi. Fare uno spuntino due o tre ore dopo il pasto bloccherà quest’ultimo processo e spingerà nuovamente il vostro corpo a liberare insulina. Così il vostro corpo brucerà costantemente i carboidrati e non vi consentirà di ridurre la massa grassa. Spesso si consigliano spuntini tra i pasti per tenere alto il ritmo metabolico, ma questo funziona solamente se i pasti principali sono di volume contenuto e con piccole quantità di carboidrati. Il modo in cui la maggior parte della gente mangia non consente di aggiungere spuntini. Molto utile è praticare ogni tanto il digiuno intermittente, ad esempio saltare la cena.

Chi è Gianluca Pazzaglia?
Specialista in Diagnostica per Immagini si occupa di diagnosi precoce dei tumori al seno.
Più recentemente si è interessato allo studio dei parallelismi tra i processi che regolano l’invecchiamento e quelli che portano all’insorgenza delle malattie. Ne è conseguito un nuovo programma di prevenzione finalizzato alla riduzione del rischio di sviluppare un tumore al seno. Ha fondato una scuola per medici all’Ospedale Niguarda di Milano dove insegna le conoscenze acquisite, e con le stesse finalità è professore a contratto presso l’Università degli Studi di Chieti.
Fa parte del Comitato Scientifico internazionale di Euromedicom e della WOSAAM.
Per approfondire l’argomento trattato in questo articolo, è disponibile gratuitamente sul sito del dottor Pazzaglia un ebook dal taglio divulgativo da scaricare gratuitamente: http://gianlucapazzaglia.com/
Tratto da Scienza e Conoscenza n. 35.

sabato 24 settembre 2011

Malattia: guarigione, dono, messaggio e stimolo di cambiamento







Quando leggi la parola malattia che significato ha per te? Che pensieri, ricordi, sensazioni ti arrivano? E cosa succede quanto leggi o senti la parola salute?
Voglio dirti che oggi per me malattia è sinonimo di: guarigione, dono, messaggio e stimolo di cambiamento.
Malattia come guarigione
Ciò che noi siamo abituati a chiamare “malattia”, i sintomi, i disturbi, i malanni sono i segnali, gli eventi fisici che comunicano l’avvio o una fase del percorso della guarigione del corpo fisico.
La follia, o la genialità economica, del sistema farmaceutico sanitario è di attaccare e combattere con tutti i mezzi disponibili la guarigione. Infatti la guarigione del malato è la cosa più pericolosa che possa avvenire per un’infinità di attività economiche che prosperano sulla “malattia”.
L’essere umano per la sua natura, per le straordinarie caratteristiche del suo organismo, è naturalmente portato alla guarigione attraverso processi spontanei di riequilibrio.
Il sistema farmaceutico sanitario ha la necessità economica di indebolire e distruggere sistematicamente questa innata e naturale capacità di autoguarigione, per trasformare ogni essere umano, in ogni fase della vita, a partire dalla gravidanza e dalla nascita, in consumatore di servizi sanitari, esami, vaccini e farmaci. Per questo sistema economico è di fondamentale importanza farci perdere la memoria di questa innata capacità di autoguarigione presente in ognuno di noi; il motivo è evidente: chi scopre che può guarire senza visite mediche, esami, farmaci e vaccini, operazioni chirurgiche è un cliente perso per lungo tempo o per tutta la vita. Solo prendendo chiara coscienza di questo drammatico conflitto d’interesse alle fondamenta del sistema medico sanitario – che include anche una parte delle medicine cosiddette alternative – si può riprendere possesso della propria salute.

Malattia come dono
Ci è stato insegnato che la malattia è un male, un evento sfortunato. Niente di più sbagliato. La malattia, come ogni evento della nostra vita, è una nostra personale creazione, di ognuna/o di noi. È la ricerca di un nuovo equilibrio da parte del nostro corpo/mente/emozioni/inconscio/spirito rispetto a una situazione/condizione di disequilibrio, di non allineamento con ciò che siamo e che vogliamo diventare. La malattia è la risposta più intelligente, saggia, efficace che ciò che siamo è capace di dare in quello specifico momento a uno stato di insoddisfazione, malessere, crisi. E come tale è un magnifico dono.
Malattia come messaggio e stimolo di cambiamento
Ciò che chiamiamo malattia, e che è in realtà guarigione e dono, include sempre un messaggio che ci spinge al cambiamento nel nostro modo di essere, vivere e pensare. Nei bambini ciò che chiamiamo malattia spesso è l’occasione per un processo di crescita e maturazione. Negli adulti ciò che chiamiamo malattia spesso è l’occasione per una pausa di ascolto interiore, di riflessione, di riesame della propria vita, valori, priorità. Le specifiche caratteristiche del percorso di guarigione interiore ed esteriore che ci siamo abituati a chiamare “malattia” ci spingono a specifiche reazioni che includono la comprensione del messaggio. Ad esempio, l’influenza ci sollecita ad una pausa, ci dice che ciò che siamo ha bisogno di stare qualche giorno tranquillo e al caldo, perché per la natura è “naturale” riposarsi e rigenerarsi d’inverno.

Che cos’è la salute
E passiamo ora alla parte più interessante: la salute. Normalmente si considera di star bene quando non si è malati. Io desidero proporvi un obiettivo più ambizioso. Cosa ne dici di considerarti in buona salute quando ti accingi a vivere una giornata con entusiasmo, passione, vivacità, pieno di energia e di gioia di agire, sereno e in pace con te stesso e con il mondo intero?
1.    Mi amo: ho vissuto e vivo diversi momenti della vita in cui mi sono sentito e mi sento in buona salute: in tutte queste occasioni c’è un denominatore comune, l’amore per me stesso, mentre mi ammalo in qualche modo ogni volta che mi allontano dall’amarmi.
2.    Amo il mio corpo: quando mi amo, mi prendo cura del mio corpo.
a)    Curando di mangiare ciò che mi nutre, mi dà energia e non mi appesantisce. Mangio gli alimenti di miglior qualità, cucinati con competenza e attenzione, gustosi e salutari.
b)    Svolgendo un’attività fisica regolare quotidiana sana e piacevole. Meglio se in luoghi belli e naturali, guidato e in compagnia di persone insieme alle quali mi trovo bene.
c)    Ricevendo massaggi e altre terapie corporee che mi rilassano e mi ricaricano.
3.    Amo ciò che sono: quando mi amo mi accetto, ho stima di me, lascio andare paure e sensi di colpa, vivo con gioia e con passione. Se ne ho necessità seguo qualche corso che mi aiuta ad ascoltarmi, a far pace con me stesso, riguardando la mia vita e il mio passato, perdonandomi e perdonando tutti, e sviluppando gentilezza e gratitudine verso me stesso, chi mi vive vicino e il mondo intero.
4.    Vivo una relazione d’amore fisico, emozionale e spirituale felice, appagante, gioiosa e appassionata. È un diritto ed è alla portata di tutti noi, dall’adolescenza in poi, e ci sono ben pochi motivi per rinunciarvi, visto l’immenso piacere e benessere che può portare nella nostra vita.
5.    Faccio un lavoro che mi piace, o perlomeno lo faccio con impegno e con passione. Lavorare di malavoglia fa ammalare e rende infelici. Continuare a lavorare dove si è insoddisfatti o maltrattati nuoce gravemente alla salute. Il lavoro è una parte importante della vita per gran parte di noi, perciò gli va dedicata la cura che merita. Al tempo stesso il lavoro deve lasciare spazio anche al gioco, alle relazioni, a tante altre attività importanti per una vita completa e appagante.
6.    Ho molte relazioni piacevoli, sul lavoro e nella vita, viaggio, leggo, studio, ho interessi artistici e anche di altro genere. Una vita in buona salute è una vita ricca di tante attività, incontri, esperienze, conoscenze.
7.    Dedico una parte del mio tempo alla mia evoluzione spirituale. La presenza di religioni istituzionali in tutti i tempi e le culture è la dimostrazione che c’è una parte importante di noi che viene dall’invisibile e dall’invisibile è attratta. Per questo è importante dare spazio nella nostra vita a questo mondo che tanta influenza esercita su di noi. I modi per farlo sono innumerevoli e legati ai personali percorsi individuali
Come vedi (e come forse già ben sapevi prima di leggermi) la salute ha ben poco a che fare con vaccini e farmaci, chirurgia e terapie mediche o psicoanalitiche: più sarai capace di amarti, più porterai nella tua vita attività, eventi e persone che ti rendono felici, e più sarai felice e più la tua salute migliorerà!
Tratto da Scienza e Conoscenza n. 37.

Scritto da Giorgio Gustavo Rosso
Classe 1948, è il fondatore e il direttore del Gruppo Editoriale Macro. Attualmente, oltre allo svolgimento dell’attività imprenditoriale, si sta formando come conduttore di Soul Voice® con Karina Schelde.

Ogm: l'India denuncia la Monsanto per bioterrorismo







Un'intera nazione, l'India, denuncia la multinazionale Monsanto, produttrice mondiale di sementi transgeniche, di bioterrorismo. La multinazionale statunitense 'ruberebbe' piante locali per svilupparne versioni geneticamente modificate senza ricompensare le popolazioni o i Paesi da cui provengono le piante originali.

Già in passato l'attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva ha reso note le responsabilità della Monsanto e della Cargill in centinaia di suicidi tra contadini, spinti a questo gesto perché soffocati dalle pressioni per corporativizzare i metodi di coltivazione tradizionale, sistema noto come “Green Revolution”. Pur di non lasciare il proprio terreno alle banche, molti agricoltori si sono uccisi bevendo i pesticidi delle multinazionali.

Secondo un rapporto del Center for Human Rights and Global Justice (CHRGJ) ogni 30 minuti un contadino indiano si toglie la vita. Dal 1995 sono 250.000 i lavoratori della terra che si sono suicidati. Il rapporto si sofferma in particolare sulla crisi del settore cotoniero. L’industria è progressivamente finita nelle mani di multinazionali straniere che hanno promosso l’utilizzo del cotone transgenico Bt, perché più produttivo e resistente a malattie.


Il problema è che questa specie di cotone 'miracoloso' necessita dell’abbondanza di due risorse che sono già scarse per i piccoli produttori: soldi e acqua. Gli agricoltori si sono indebitati per acquistare i semi del cotone Bt, ma quando il raccolto non ha dato i risultati sperati perché l’acqua era insufficiente, il contadino si è ritrovato con una montagna di debiti.

Si tratta di un disastro umanitario che ha grosse conseguenze sulla società agricola indiana.

Vandana Shiva ha anche rivelato i tentativi della Monsanto di brevettare, con diritti esclusivi, materiale genetico di piante tradizionali indiane, come quello del riso Basmati, fingendo di averlo 'scoperto' per prima. L'attivista indiana intervenuta nei giorni scorsi al Festivalfilosofia a Modena dedicato al tema Natura ha riportato ciò che è accaduto in India con i semi Ogm del cotone diventati monopolio della multinazionale Monsanto come esempio per far capire quale potrebbe essere il futuro, se non si interviene, se non si lotta, come fa lei da anni con la sua Research Fondation for Science, Technology and Ecology, per un domani ecosostenibile e di libertà. Il suo allarme sul non brevettare la vita, la natura, ha chiuso il Festivalfilosofia.



venerdì 23 settembre 2011

Lo zenzero aiuta la funzionalità digestiva

 
 
 
 
Antonello Sannia presidente della SIMN (Società Italiana Medicina Naturale)

Uno studio clinico ha valutato l'effetto di un estratto di zenzero sulla funzionalità motoria dello stomaco, sullo svuotamento gastrico, sulla motilità della parte antrale dello stomaco, sul volume dello stomaco e sui sintomi legati a un pasto molto abbondante come pesantezza di stomaco, senso di gonfiore, sonnolenza ed eruttazioni.
Sono stati arruolati 28 volontari sani, che dovevano ingerire al mattino a digiuno 1200 mg di estratto di zenzero o un placebo, seguito dopo 1 ora da 500 ml di una zuppa a basso potere nutritivo.
Si è visto che nel gruppo che prendeva l'estratto di zenzero l'area antrale dello stomaco si riduceva più rapidamente e che il tempo di svuotamento dello stomaco era più breve, mentre la frequenza delle contrazioni antrali era maggiore sempre rispetto ai soggetti che prendevano il placebo. Anche i sintomi legati a un pasto molto abbondante venivano migliorati dall'estratto di zenzero.
Lo studio indica che l' estratto di zenzero accelera lo svuotamento dello stomaco e stimola le contrazioni della parte antrale dello stomaco nel volontario sano.
Fonte: Wu K.L. et al. Studio nell'uomo per valutare gli effetti dello zenzero sulla motilità dello stomaco e sul suo riempimento. Eur J Gastroenterol Hepatol. 20(5):436-40, 2008.

Vaccino antinfluenzale e convulsioni. Quest'anno inizia male





Partiamo dai VAERS (Vaccine Adverse Events Reporting System) che sono registri ufficiali internazionali che raccolgono i dati dei possibili accidenti intervenuti a seguito e a causa delle diverse vaccinazioni. 
Troppo spesso, chi cerca di definire le vaccinazioni assolutamente innocue dimentica di fare riferimento a queste strutture ufficiali purtroppo veridiche e basate su dati che semmai potrebbero essere sottostimati piuttosto che il contrario. La critica pesante spesso rivolta al mio articolo sui rischi da vaccinazione deve solo confrontarsi con i dati ufficiali e trarne gli spunti utili per difendere se stessi e i propri figli. 
Quest'anno c'è una novità grave. L'Australia ha iniziato a vaccinare fin da febbraio-marzo scorso i suoi bambini, con lo stesso vaccino trivalente utilizzato nella scorsa stagione influenzale ma quest'anno il numero di reazioni gravi alla vaccinazione è nettamente cresciuto. Già lo scorso anno la FDA statunitense aveva rilevato un netto incremento di questi eventi nei bambini minori di due anni, ma evidentemente questo aspetto non è stato granché preso in considerazione come possibile pericolo dai vari scienziati e dai vari ricercatoridei singoli Servizi Sanitari mondiali. 
Così quest'anno i bambini australiani sono stati i primi a vedere effetti avversi dalla ripetizione del vaccino. Cosa può determinare questi elementi? Magari la ripetizione stessa dell'uso dell'adiuvante del vaccino H1N1 (che è dentro al trivalente). Personalmente definii un rischio l'uso di quell'adiuvante in virtù delle ricerche già esistentisul tema e scrissi un articolo in cui spiegavo perché io non mi sarei mai vaccinato contro l'H1N1.
Molti ricercatori (gli stessi che giuravano sulla letalità dell'influenza suina) dissero che quell'adiuvante era assolutamente innocuo ma il sistema immunitario funziona per fortuna imparando a conoscere il nemico nelle diverse occasioni e la ripetizione dello stimolo immunogeno potrebbe essere corresponsabile di queste reazioni.
I dati dell'FDA relativi alla scorsa stagione invernale confermano l'aumento delle convulsioni con l'uso del vaccino Fluzone (il trivalente) ma continuano a ribadire l'uso della vaccinazione nei bambini superiori ai 6 mesi di età, senza cambiare alcuna delle raccomandazioni esistenti. 
Nella pagina del CDC (Center for Disease Control and Prevention, di Atlanta) viene segnalato che l'aumento di convulsioni è maggiormente visibile in bambini che ricevano contemporaneamente la vaccinazione antinfluenzale trivalente e la vaccinazione antipneumococcica.
Il 23 aprile scorso la disposizione australiana ad evitare la vaccinazione antinfluenzale per i bambini fino ai 5 anni è passata da regionale a nazionale e ha come è ovvioportato a reazioni impprtanti da parte delle lobby coinvolte. A fronte delle notizie di tipo sanitario preoccupate sugli effetti non descritti del vaccino è partita una campagna di stampa (chissà da chi supportata?) indicante il possibile caos ospedaliero causato dalla miriade di bambini non vaccinati che si sarebbero ammalati di influenza suina H1N1...
Io continuo a difendere il diritto di tutti a scegliere consapevolmente le proprie forme di terapia, ma ormai si ha la sensazione che le notizie sanitarie (ovviamente per chi può permetterselo) siano sostenute principalmente da lobby di interesse commerciale e la ricerca della verità diventa ogni giornopiù difficile.  
Personalmente, nel caso di bambini sani e perfettamente in grado di affrontare l'influenza H1N1 che anche quest'anno sarà dominante proseguiro nell'indicare modalità di prevenzione antinfluenzale diverse da quelle della vaccinazione.

di Attilio Speciani

Tratto da: www.eurosalus.com

Il marketing della malattia





Se la “medicina dell'informazione” è il massimo esempio di comunicazione in un sistema societario biologico (quello delle cellule dell'organismo umano), viceversa, “l'informazione in medicina” costituisce l'esempio tipico non proprio edificante del mancato funzionamento di tale scambio di notizie. L'informazione (o meglio la disinformazione) sanitaria è un Moloch ormai manifesto che gestisce un sistema nevralgico dell'organismo società in modo poco corretto e sotto il peso delle lobby economiche e dei poteri forti.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un proliferare di campagne mediatiche condotte ad hoc per indirizzare l'opinione pubblica verso il consumo di determinati farmaci, vaccini o test diagnostici di cosiddetta prevenzione. A fronte delle campane suonate a martello che gridano al pericolo di questa o quella malattia, sono ormai assolutamente “trasparenti” e di pubblico dominio le dinamiche puramente economiche che regolano queste operazioni di marketing aggressivo da parte delle azienda farmaceutiche.
Il nocciolo della questione sta, infatti, nella relazione medici e istituzioni sanitarie da un lato e case farmaceutiche dall'altro. La professione medica dovrebbe essere svincolata da input di origine economica e da interessi di sorta.

Salute: una questione di marketing
Le industrie di farmaci investono più in marketing che in ricerca e tendono inesorabilmente a occultare i risultati delle ricerche se non a pilotarli direttamente. Il caso del Vioxx, il farmaco antidolorifico ritirato dal mercato per i suoi devastanti effetti collaterali, occultati per anni dall'azienda produttrice, è un caso emblematico del prevalere della sete di denaro sull'etica medica. Ma ce ne sono molti altri: come Zyprexa, psicofarmaco per il quale la casa produttrice Eli Lilly è stata condannata a vari risarcimenti miliardari (per prescrizioni off label ed effetti collaterali del farmaco come induzione di pensieri suicidi e diabete).
Il settore della sanità è uno dei settori economici più importanti al mondo. La Fortune 500 List, l'elenco delle 500 maggiori aziende economiche del mondo, ha riportato che nel 2002 il volume di incassi delle 10 maggiori aziende farmaceutiche superava quello delle altre 490 imprese della lista.
Nel 2004, i guadagni di una sola compagnia, la Pfizer, furono di 11 miliardi di dollari. Nell'ultimo trimestre del 2009 la Novartis, che produce tra gli altri farmaci il vaccino contro l'influenza di tipo A, ha guadagnato il 54% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (2,32 miliardi di dollari) (1). Incassi di questo tipo non possono che generare un potere che va oltre quello che è comprensibile affidare a un'impresa economica in un paese cosiddetto democratico.

I farmaci “me too”
I guadagni smisurati sono spesso motivati con costi eccessivi, dovuti secondo le aziende stesse, agli investimenti per lo sviluppo di nuovi farmaci. Ma anche queste sono informazioni false. Solo il 14% delle entrare annue di un'azienda farmaceutica viene reinvestito nella ricerca. Nel marketing invece si investe ben il 30,8% (2). Le aziende sono quindi più interessate a vendere quello che hanno (qualsiasi cosa sia, vedi Vioxx) che a scoprire o migliorare nuovi farmaci. Più che su nuovi medicinali la produzione delle case farmaceutiche si concentra sui farmaci cosiddetti “me too”, ossia molecole già disponibili sul mercato e di cui si ha la pretesa di proporne una versione migliorata. Questi farmaci in realtà sono solo una fonte più sicura di business. L'industria del settore non è per nulla innovativa come vogliono farci credere. Secondo Marcia Angell, medico ed ex direttrice del New England Journal of Medicine, una delle riviste mediche più prestigiose al mondo, i farmaci “me too” sono il 77% dei farmaci approvati annualmente ed è stato dimostrato che solo il 14% di essi significa un miglioramento effettivo nel trattamento (3). Per straordinario che possa sembrare, negli ultimi anni sono apparsi sul mercato pochissimi farmaci importanti e di nuova concezione ed essi sono tutti provenienti da ricerche realizzate nelle università, presso piccole compagnie biotecnologiche e centri pubblici di ricerca come i National Institutes of Health statunitensi (4).

Informatori scientifici del farmaco o scaltri venditori?
Il sistema si regge quindi sulla complicità cosciente o inconsapevole dei medici.
I medicinali vengono proposti negli studi medici dagli informatori scientifici inviati dalle multinazionali del farmaco con capillare copertura. Le campagne di promozione sono mirate precipuamente al personale medico e paramedico, dato che le compagnie sono consapevoli che tutto parte dalle prescrizioni delle ricette e dal passaparola tra i pazienti sui medicinali più “in voga” che il medico affermato di turno prescrive e consiglia. Per accattivarsi le simpatie e la disponibilità cerebrale dei medici, le industrie produttrici organizzano per loro congressi e corsi di aggiornamento e riversano sul personale sanitario premi e privilegi di varia natura che possono andare da penne e oggetti di valore a viaggi, vacanze o compensi in denaro (5).
Il fenomeno è gigantesco, è risaputo anche dall'uomo della strada e lo hanno affrontato varie riviste mediche importanti come il British Medical Journal. Tuttavia il meccanismo disinformante continua a proliferare e il sistema di produzione e vendita dei farmaci non muta. Come è possibile?

L’approvazione dei farmaci: come funziona?
Sicuramente una delle cause a monte sta nella procedura di approvazione dei farmaci stessi a livello governativo e internazionale.
Negli Stati Uniti vengono approvati molti farmaci delle grandi aziende “della salute” che poi invadono i mercati mondiali. L'ente federale di approvazione di questi farmaci è la Food and Drug Administration (FDA). Nel 1992 negli Usa è stata approvata una legge, il Prescription Drug User Fee Act, che mette l'FDA sul libro paga delle industrie farmaceutiche. Essa infatti autorizza tali industrie a pagare delle user fees per accelerare l'approvazione dei farmaci. Le cifre versate dalle multinazionali del farmaco hanno negli anni raggiunto la metà delle entrate effettive dell'FDA, con la dipendenza di quest'ultima dalle prime che possiamo immaginare (6). A partire dal 2005 queste entrate ammontano a circa 260 milioni di dollari l'anno (7). Dall'istituzione di questa legge l'FDA ha implementato il personale addetto alle procedure di approvazione dei farmaci di circa un migliaio di unità. Metà dei dipendenti complessivi dell'FDA è costituito da questo personale pagato dalle industrie (8). Eppure è risaputo che la velocizzazione dell'approvazione di una molecola solitamente comporta maggiori errori e una possibilità maggiore che farmaci pericolosi raggiungano il mercato. In effetti nel decennio successivo al Prescription Drug User Fee Act sono stati ritirati negli USA ben 13 farmaci, una cifra record, e tuttavia solo dopo aver causato centinaia di morti (9). La vicenda successiva del Vioxx è notoriamente peggiore. Il Vioxx (Rofecoxib), noto farmaco antinfiammatorio ritirato nel 2004, avrebbe causato 27.785 morti per infarto del miocardio solo negli Usa. E un articolo comparso sul The New England Journal of Medicine, afferma che questa caratteristica iatrogena non è esclusiva di questo medicinale, ma dell'intera classe degli inibitori COX-2, e cioè comprenderebbe anche Celecoxib (Celebrex), Valdecoxib (Bextra) e Parecoxib (Dynastat) (10).



di Valerio Pignatta










Note
(1) Pierson, Ransdell e Krauskopf, Lewis, “J&J results top views but forecast weighs”, Agenzia Reuters, 26 gennaio 2010. Cfr. http://www.reuters.com/article/2010/01/26/us-johnsonandjohnson-idUSTRE60P3DK20100126.
(2) Brody, Howard, Hooked. Ethics, the medical profession and the pharmaceutical industry, Rowman & Littlefield Publishers, Plymouth UK, 2008, p. 87.
(3) Angell, Marcia, Farma & Co. Industria farmaceutica: storie straordinarie di ordinaria corruzione, Il Saggiatore, Milano, pp. 79-80.
(4) Angell, Marcia, “Health policy, pharmacy and pharmacology talks at Winsconsin School of Medicine and Public Health”, 2007. Cfr. http://videos.med.wisc.edu/videoInfo.php?videoid=940/.
(5) Martín, Moreno S., “Ética de la prescripción. Conflictos del médico con el paciente, la entidad gestora y la industria farmacéutica”, in Medicina Clínica, vol.116, n. 8, 2001, pp. 299-306. Cfr. http://www.elsevier.es/es/revistas/medicina-clinica-2/etica-prescripcion-conflictos-medico-paciente-entidad-gestora-15291-articulos-especiales-2001.
(6) Angell, Marcia, Farma & Co, cit., p. 172.
(7) Loc. cit.
(8) Loc. cit.
(9) Loc. cit.
(10) Solomon, S.., McMurray, J., Pfeffer, M., Wittes, J., Fowler, R., Finn, P., Anderson, W., Zauber, A. et al., “Cardiovascular risk associated with celecoxib in a clinical trial for colorectal adenoma prevention” in The New England Journal of Medicine, vol. 352 (11), 2005, pp. 1071–1080.


Tratto da Scienza e Conoscenza n. 37.


sabato 17 settembre 2011

Farmacia verde per la psiche






Per superare i problemi correlati all'ansia, alla depressione e comunque al disagio emotivo o psichico si può far ricorso ad alcune tecniche naturali di terapia.

Alla base di questo tipo di trattamento sta la integrazione tra diversi tipi di terapia, mantenendo un ruolo di primaria importanza per la fitoterapia e per la integrazione minerale, che ben combinate possono consentire di affiancare e spesso sostituire i trattamenti farmacologici classici. é comunque indispensabile chiedersi perché questo possa avvenire, ed è importante riflettere su almeno quattro aspetti intimamente legati alle cause di questi disturbi e al loro trattamento.
La terapia con le piante (fitoterapia) ha compiuto negli ultimi anni dei passi da gigante, applicando tecniche scientifiche alla conoscenza della tradizione fitoterapica classica. Si sono così potute comprendere le azioni di molti preparati usati per decine o centinaia di anni consentendone un migliore utilizzo in terapia.
Oggi ad esempio si sa che la Camomilla è una pianta che facilita il sonno solo perché ha una importante azione digestiva: riducendo i disturbi digestivi così frequenti nella popolazione, migliora per questo motivo la qualità dei sonno.
Ma la Camomilla non seda l'ansia, qualunque ne sia la preparazione! Inoltre si è imparato ad usare preparazioni di pianta intera, che contengono cioè tutti i principi attivi dei vegetale.
E infine oggi si sa con certezza che i composti da utilizzare devono presentare ben precise caratteristiche e nel loro insieme devono avere ben definite percentuali di sostanza, altrimenti il loro uso è privo di qualsiasi effetto terapeutico. Se si usa del Kava-Kava ad esempio (una pianta con una importante azione di controllo dell'angoscia) o si utilizza una preparazione dotata almeno di un titolo al 30%, oppure il suo effetto potrebbe essere nullo.
Oggi sappiamo comprendere molti meccanismi terapeutici della medicina naturale: si sa che l'Agopuntura agisce attraverso il rilascio di sostanze con azione sul sistema nervoso; conosciamo la funzione di oligoelementi come il Magnesio, il Litio e il Manganese sulla funzione nervosa, e abbiamo capito l'importante ruolo svolto da alcune vitamine (come la vitamina B6) nella difesa e nel controllo dello stress.
Si sta approfondendo ad esempio la conoscenza di sostanze come la Ginkgo biloba, che può essere strumento di controllo della degenerazione senile e dell'Alzheimer.
Usando Aminoacidi, Vitamine, Minerali, Agopuntura e Fitoterapici possiamo sicuramente aiutare un organismo (e la sua parte psichica) a ritrovare le risorse per un corretto funzionamento cerebrale e nervoso.

Si è compresa l'importanza della alimentazione nella nascita e nel mantenimento dei disturbo nervoso: sia per quanto riguarda la presenza di intolleranze alimentari (che determinano la produzione di neurotrasmettitori che agiscono sul cervello) sia per quanto riguarda la azione di determinati alimenti sul sistema nervoso (i carboidrati ad esempio fanno produrre serotonina e quindi rilassano, mentre alcune proteine attivano la noradrenalina e quindi stimolano la persona).

Sono utilizzabili oggi sostanze particolari (Melatonina, DHEA ecc.) di cui si è approfondita la conoscenza e di cui si conoscono bene gli effetti: si tratta di sostanze che possono essere affiancate ai preparati fino ad ora indicati; l'utilizzazione integrata di queste sostanze, nelle mani di un medico esperto può trasformarle tutte in importanti strumenti di benessere.
Ma si deve anche riflettere sugli effetti dei comportamenti: la attività fisica ad esempio è oggi uno degli strumenti più importanti per il controllo di molti aspetti depressivi.
Come agire in modo naturale
Spesso i trattamenti farmacologici classici della neurologia e della psichiatria sono indispensabili, ma in un grandissimo numero di casi, quando un medico si prende la responsabilità di seguire una particolare situazione si può affrontare in modo naturale il trattamento di molti disturbi dei sistema nervoso: ansia, depressione, variazioni dell'umore non controllate, disturbi dell'attenzione e della concentrazione, insonnia, alterazioni dei comportamenti alimentari, condizioni di panico, incapacità ad agire anche quando le situazioni di disagio sono ben comprese, riduzione dell'uso di psicofarmaci.
Inoltre, attraverso l'azione di questi preparati si può spesso accompagnare una persona nella effettuazione delle diverse forme di psicoterapia, in modo da fornire un sostegno spesso più efficace e comunque più dolce della psicofarmacologia classica.
Alcuni esempi
Una forma di ansia ricorrente può essere trattata e guarita integrando la azione di supporto dei minerali (che danno all'organismo i mattoni costitutivi dei suo equilibrio psichico), con l'azione profonda di un rimedio omeopatico oppure attraverso l'uso di alcune delle piante di uso tradizionale (Melissa, Valeriana) o di alcune delle piante di cui sono state di recente scoperte proprietà di tipo ansiolitico o antidepressivo (Kava-Kava, Iperico).
Talvolta è necessario però anche affrontare una ricerca delle cause sia psichiche sia fisiche (ad esempio la presenza di intolleranze alimentari) che determinano il disturbo.
Ed è l'esperienza del medico che consente di scegliere in accordo con il paziente il tipo di strategia più idonea a risolvere il problema in modo durevole.
L'integrazione di queste tecniche e dei diversi tipi di preparazioni è l'arma vincente per questo tipo di disturbi. Nel corso di un trattamento può capitare che i casi della vita portino ad un particolare momento di tensione o di difficoltà emotiva. Nel corso di un trattamento psicofarmacologico classico la risposta terapeutica consiste di solito nell'aumento dei dosaggio utilizzato.
Quando si lavora invece in modo integrato, è possibile invece sfruttare le proprietà di altre sostanze: si potrà ad esempio aggiungere per qualche giorno un fiore di Bach al trattamento per aiutare il superamento di una difficoltà specifica, o aggiungere magari per qualche giorno delle compresse di Kava-Kava in una particolare fase di ansia e preoccupazione.
Ecco allora che la conoscenza di tutti questi strumenti diventa il presupposto fondamentale per potere strutturare una terapia adeguata ed efficace che rispetti anche i bisogni dei paziente. Si tratta di strumenti dotati contemporaneamente di forza e di dolcezza; la forza è insita nella potenza dei componenti naturali attivi presenti in natura, che un medico oggi deve conoscere e sapere gestire, mentre la dolcezza deriva dall'equilibrio che la natura sa e può dare ai suoi frutti e alle sue piante.
Considerazioni conclusive
Nella pratica di questo tipo di trattamento, come per qualsiasi altra forma di terapia è importante che medico e paziente siano consapevoli dei limiti che eventualmente si pongono: per alcune situazioni i farmaci classici possono essere indispensabili, ma in molte altre situazioni questo tipo di preparati naturali e la integrazione con altre tecniche (omeopatia, agopuntura, psicoterapia, dietetica ecc.) possono portare al controllo dei sintomi o alla guarigione in modo anche più rilevante e durevole che con la terapia classica.
Sempre è indispensabile l'uso di preparazioni di alta qualità: la selezione dei fornitori e dei produttori di queste sostanze è indispensabile per garantire l'efficacia dei trattamenti.
Se ad esempio l'iperico utilizzato per controllare un periodo di depressione non è correttamente titolato al 50% di bioflavonoidi difficilmente raggiunge l'effetto ricercato. L'integrazione di queste conoscenze è presupposto fondamentale della efficacia di questo metodo terapeutico.


tratto da: www.eurosalus.it

Quando l'infiammazione è generale




Nel gergo popolare, l'infiammazione evoca uno stato impreciso di malessere.
Potrebbe trattarsi quasi di qualunque cosa: intossicazioni, ovariti, annessiti, colite, parassitosi intestinali, vaginite, candidosi, emorroidi, intolleranze alimentari, pancia gonfia, indigestione, varicocele o altro, ma l'unica percezione chiara è che, tra il torace e le gambe qualcosa non va, e procura una sensazione mista di ingrossamento, irritazione e fastidio.
Se viene messo in grado di farlo, l'organismo è in grado di autodifendersi e questo tipo di situazione viene in genere affrontato efficacemente con le cure naturali descritte di seguito.
Una certa cautela è comunque necessaria e se le sensazioni ‘di infiammazione’ si accentuano molto e/o si focalizzino in un punto specifico il medico va subito consultato per una diagnosi precisa.
Nella maggior parte dei casi basta un minimo aiuto per riportare alla norma la ‘pancia’.

Significato dell'infiammazione persistente

Diversi studi negli ultimi anni hanno individuato uno stretto rapporto tra i meccanismi infiammatori e la genesi di diverse malattie.
Il disturbo sull'organismo rappresentato dalla presenza di un'infiammazione persistente, anche di minima entità, può creare infatti la condizione per lo sviluppo di alcune patologie e soprattutto può contribuire al loro mantenimento, o interferire pesantemente con la loro guarigione.
Alcune malattie dipendono dal ‘consumo di sistema immunitario’ che può essere provocato, per esempio, dall’esistenza di un'ipersensibilità alimentare o dall’esposizione anche lieve, ma continuativa, a metalli pesanti.
Costantemente impegnato su altri fronti, come ad esempio quello intestinale, il sistema difensivo perde la capacità di reagire correttamente nei settori in cui è richiesta la sua azione.
Questa riduzione della capacità di difesa apre la strada a una serie di affezioni quali infezioni ricorrenti, acne, vaginiti croniche, micosi, malattie respiratorie ricorrenti e cistiti recidivanti.
Un caposcuola della pediatria italiana come Burgio, parlava di ‘patologia da consumo’ per le infezioni recidivanti della gola e dei bronchi dei bambini: non di rado un bambino soggetto a frequenti affezioni respiratorie, con manifestazioni infiammatorie e catarrali è un bambino con una intolleranza alimentare.
Il suo sistema immunitario è impegnato ‘sul fronte’ del cibo e non riesce ad occuparsi pienamente di altri ‘attacchi’ alle mucose, alla faringe alle tonsille, ai polmoni e così via.
Altri tipi di malattia derivano dal persistente stato infiammatorio dovuto alle reazioni immunitarie; le reazioni infiammatorie locali, sul sistema digestivo, possono infatti determinare colite, coliche del lattante, meteorismo, indigestione, difficoltà di assorbimento di minerali e altri nutrienti, aria addominale, gastriti, duodeniti o contribuire allo sviluppo di patologie infiammatorie croniche come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa.
Le reazioni generali invece, con infiammazione diffusa anche ad organi distanti dall'intestino, potranno contribuire a provocare fibromialgie, dolori muscolari, artrite, dermatosi seborroica, psoriasi, epatopatie croniche, malattie demielinizzanti neurologiche, cefalea o emicrania, acne, poliposi nasale e disturbi del ritmo cardiaco (soprattutto tachicardie e extrasistolia).
È ormai accertato che l'interferenza sul sistema immunitario può contribuire alla nascita di molte malattie autoimmuni o reumatologiche; si tratta di artrite reumatoide, crioglobulinemia, morbo di Crohn, colite ulcerativa, LES e alcuni casi di diabete e sindrome di Cushing.
Le sostanze infiammatorie prodotte dalle reazioni di ipersensibilità possono poi determinare una serie di disturbi apparentemente strani, ma in realtà molto profondamente connessi con questo tipo di reazione immunologica: parliamo di molti disturbi del comportamento del bambino (enuresi, ipersonnia, insonnia, iperattività, difficoltà di apprendimento e tanti altri) ma anche di manifestazioni epilettiche con aura, e di stanchezza cronica.
Anche la composizione della dieta (per esempio la percentuale di proteine rispetto ai carboidrati) può influire sulla presenza di sostanze infiammatorie.
L'eccesso di carboidrati, per esempio, fa aumentare il livello di insulina dell’organismo, favorendo lo sviluppo di reazioni a catena che possono favorire la comparsa di infiammazione e quindi di certe malattie.
Il livello di soglia è l'elemento discriminante tra il fatto che una reazione avvenga o non avvenga. Quando la somma dei fattori infiammatori indotti dalle reazioni di ipersensibilità o preesistenti nell'organismo supera quel livello, il sintomo patologico compare in modo netto e deciso.
Al di sotto di quel livello invece l'organismo tollera il livello di infiammazione e non compaiono sintomi specifici.

In presenza di un qualsiasi disturbo con componente infiammatoria cronica di cui non si riesca a comprendere l'origine, non è fuori luogo pensare a (e verificare l’eventualità di) una ipersensibilità alimentare nascosta, di un'alterazione dell'equilibrio alimentare o di un disturbo di tipo tossico.
Per la frequenza con cui questi fattori tendono a presentarsi nelle forme infiammatorie, vale sicuramente la pena di formarsi un quadro più accurato della situazione generale mediante un test per le intolleranze alimentari (test alcat) e un esame mineralografico del capello (Mineralogramma).
Individuare un problema di questo tipo equivale in molti casi - una volta identificati i cibi verso cui esiste ipersensibilità o gli squilibri nutrizionali esistenti - alla possibilità di guarire (o di contribuire a migliorare) disturbi anche gravi grazie a una semplice dieta.

Non dimenticare la testa

Rita Levi Montalcini ha precisato negli ultimi anni, che proprio quel Nerve Growth Factor (NGF) per il quale nel 1986 ha ottenuto il premio Nobel per la Medicina, determina nell'organismo, quando è emesso, un enorme aumento delle cellule ‘infiammanti’ (ovvero i mastociti).
L'infiammazione e l'allergia possono quindi crescere in modo violento in parallelo con la produzione di questa sostanza, che l'organismo produce in tutte le condizioni percepite come un pericolo per la propria sfera vitale.
Questo non significa che si produce NGF prima di annegare (pericolo di vita) ma anche in tutte quelle condizioni in cui l'organismo (inteso come sistema complesso corpo-mente-emozioni) si sente minacciato in qualche suo punto di riferimento stabile (lutti, bocciature, incidenti, traslochi, depressioni, insoddisfazioni, inquinamento).
Purtroppo si tratta di condizioni molto frequenti, di cui occorre tenere conto nella gestione dei fenomeni infiammatori.
Un trattamento integrato deve tenere in considerazione molte diverse possibilità, in modo da agire sul livello di soglia.
Tra le altre, vale la pena di ricordare che la disponibilità di alcuni oligoelementi (in particolare Zinco, Rame e Litio) determina un innalzamento di questo livello, ma che in modo analogo agiscono molti comportamenti e terapie di riequilibrio psicoemotivo.
In alcune situazioni anche una semplice vacanza può contribuire a innalzare il livello di rottura, tanto che capita di sperimentare un inusuale periodo di assenza di sintomi nei periodi di riposo dal lavoro o di allontanamento dalle fonti di maggiore stress.
In definitiva, non sempre è possibile eliminare del tutto un fenomeno infiammatorio cronico, ma è determinante sapere che è possibile influenzarlo, modularlo, modificarlo e ridurlo. Si può cioè cercare di trovare una soluzione riattivando la grande capacità di adattamento che è propria di ogni essere vivente.
Un fenomeno infiammatorio cronico va quindi valutato considerando almeno tre possibilità di modulazione:
  1. Alimentare e Nutrizionale
  2. Neuro-psichica
  3. Ambientale ecologica
Gli strumenti per aiutare l'organismo a riequilibrarsi sono sicuramente molteplici, l'importante è tenere sempre ben presente che, se è vero che molte situazioni dichiarate intrattabili possono essere aiutate attraverso strumenti ‘dolci’ e sensati di terapia, è altrettanto vero che esistono anche situazioni infiammatorie e allergiche di difficilissima gestione, in cui si combinano allergie, intolleranze, fenomeni psichici profondi, e resistenze al cambiamento delle abitudini e dei comportamenti.
In quel caso l'utilizzo dei farmaci classici diventa obbligatorio, e talora, purtroppo, conoscendo i limiti degli stessi, anche questi non riescono a risolvere il problema della guarigione.
Insomma, nessuno tra medici e pazienti è onnipotente, e riconoscerlo ogni tanto fa bene. Questo tuttavia non impedisce di mettere in gioco tutte le risorse disponibili per arrivare alla guarigione, alla cura, o anche al solo controllo sintomatologico delle persone malate.

Pronto soccorso

Qualche giorno di disintossicazione è sempre opportuno. In più, per un periodo di 15-20 giorni si può bere una tazza di decotto di Malva (20 grammi per litro d'acqua per 10 minuti di decozione) la mattina e una tazza di infuso di foglie di Mirtillo (2 prese per una tazza d'acqua per 10 minuti) la sera.
A queste tisane, associate per 10-15 giorni l'assunzione di un rimedio fitoterapico scelto tra i due seguenti: Ribes nigrum 1D (40 gocce per due volte al giorno) quando avete la sensazione che l'organismo sia irritato; Arctium lappa TM (25 gocce per due o tre volte al giorno) la sensazione è che l'organismo sia intossicato.

Tratto da. www.eurosalus.com